“Il risultato delle comunali a Milano e Roma deciderà il futuro assetto del centrodestra, cioè se a trainarlo sarà la destra di Salvini e Meloni o i moderati di Forza Italia”. Lo afferma Paolo Franchi, notista politico del Corriere della Sera. Silvio Berlusconi ha deciso di sostenere la candidatura di Alfio Marchini per le comunali di Roma, mentre Guido Bertolaso si ritira dalla competizione. Gli abbiamo chiesto se ci saranno conseguenze a Milano.
Che cosa cambia con la scelta di Berlusconi di sostenere Marchini?
Questa scelta di Berlusconi cambia parecchio il quadro. Il Cavaliere sembra dire: “Io sono nel campo moderato”. Il leader di Forza Italia sul finale di carriera si ritrova di fronte a un problema grande come una casa. Berlusconi è stato il federatore del centrodestra, un leader moderato in grado di parlamentarizzare le destre e la Lega di Bossi. Ben altra cosa per il Cavaliere è ritrovarsi in un’operazione di radicale spostamento a destra. Si è quindi smarcato in extremis appoggiando Marchini perché non si vuole comunque consegnare in un ruolo subalterno a Salvini e Meloni.
La mossa di Berlusconi significa che intende rimanere leader del centrodestra?
E’ molto difficile che Berlusconi possa ritornare leader. Nei momenti alti della sua esperienza politica, il Cavaliere è stato un grande federatore ma pur sempre nell’ambito della sua leadership. Non ha però nessuna intenzione di trovarsi in un ruolo subalterno, come una sorta di vecchio zio, in uno schieramento che non è il centrodestra berlusconiano bensì un’altra cosa. Non credo che voglia che una delle sue ultime iniziative politiche consista nel mettere assieme una destra melonian-salviniana.
Ma continuerà a giocare un ruolo di primo piano?
Non credo che Berlusconi sia felice di essere un personaggio d’incomodo in uno schieramento di destra-destra. Un conto per il Cavaliere è portarsi appresso la destra, un’altra è farsi portare dalla destra. Non mi sembra che quest’ultima ipotesi rientri nei desideri e nella mentalità di Berlusconi.
La Meloni ha delle chance anche se Forza Italia non la vota?
A Roma il voto di Forza Italia non è tantissima cosa. Anche dopo la decisione di Berlusconi di sostenere Marchini, la Meloni ha delle chance certamente minori ma può comunque arrivare al secondo turno e quindi giocarsi tutto contro la Raggi. Certo alla leader di Fratelli d’Italia manca il sostegno di Forza Italia e di Francesco Storace, che sia pure con una posizione minoritaria insistono sullo stesso zoccolo di voti della Meloni. Ma pur con un qualche handicap la Meloni ha comunque delle chance.
A Milano invece come andranno le cose?
Bisognerebbe avere la sfera di cristallo… Non c’è dubbio però che Stefano Parisi sia un candidato forte, il cui consenso elettorale insiste sullo stesso mondo in cui Beppe Sala sta andando a caccia di voti. Non mi riferisco all’elettorato leghista o di destra, ma a quell’area di ceti imprenditoriali e intermedi di una certa Milano che conta e nella quale Parisi è un personaggio forte. La contesa nel capoluogo lombardo oggi è veramente sul filo di lana, anche se non è comunque una passeggiata.
Di chi è il merito?
Il merito è di chi nel centrodestra ha selezionato un candidato che ha senso per la città e in particolare per i ceti e per i mondi in cui lo schieramento conservatore è storicamente forte. Anche se lo stesso Parisi, se fosse stato portato a Roma, credo non sarebbe andato molto lontano. Quella di Milano è comunque un’operazione ragionevole, dove il centrodestra non è rimasto preda di pulsioni suicide ma ha messo in campo una candidatura molto forte.
Qual è il valore nazionale di questa operazione?
Milano ovviamente non è Roma, ma ha un grande valore anche simbolico. Il capoluogo lombardo è infatti una città che negli ultimi tempi ha ritrovato se stessa ed è stata cpace di rilancio, è una metropoli in movimento in un Paese che ristagna. Se vincesse con Parisi sarebbe quindi un fatto molto importante anche per i destini del centrodestra sul piano nazionale.
Il sostegno di Berlusconi a Marchini può spingere la Lega a sfilarsi dalla coalizione che a Milano appoggia Parisi?
Non penso a una reazione immediata di Lega e Fratelli d’Italia su Milano, anche se non la escludo. La novità di Roma pone comunque un problema, perché ci sono due candidati come Marchini e la Meloni. La sfida di quest’ultima però non è sul terreno del centrodestra tradizionale, ma piuttosto su quella parte di elettorato che vota Cinque Stelle. Non è più una dinamica interna al centrodestra come lo abbiamo conosciuto.
(Pietro Vernizzi)