“Almeno su un fatto Renzi ha ragione. Il Paese era talmente sfarinato, polverizzato, che lui si è limitato solamente ad accelerare un inevitabile processo che era già in atto da anni. Guardate che alla fine lui non ha rottamato nulla, era il Paese che è da anni in condizioni tali che non è più in grado di andare avanti. Un Paese che si è appunto polverizzato. Ci vorrebbe una rifondazione, ma chi è in grado di farla? Se vuole una mia considerazione, che è certamente pessimistica, io vedo un’accelerazione dell’irresponsabilità della distruzione”. Rino Formica, grande personaggio della storia politica del nostro Paese, già ministro delle Finanze e del Lavoro, guarda con grande acutezza, ma anche con grande dolore, questa situazione italiana che appare sempre più ingarbugliata, sempre più incanaglita.
Scusi, Formica, ma non c’è proprio modo di uscire da una simile polverizzazione, da un simile sfarinamento?
Non questa Italia. Non credo che questa Italia ci possa riuscire. La maggioranza, con questo Pd che è proprio un partito inesistente, inconsistente, che è veramente una fotocopia del compromesso storico fallito negli anni Settanta, non ci può di certo riuscire. In più c’è questo personaggio di Matteo Renzi, il segretario del partito e il premier, che minimizza tutto, riduce a granelli i problemi, continua a parlare come se fosse un giocatore delle tre carte: “Questa vince e questa perde”. In alcune occasioni sembra pure infantile. E non c’è un’opposizione che sia in grado di opporsi con reali argomenti di carattere politico, che abbia una visione di risposta democratica ad ampio respiro, nella complessità dei problemi esistenti.
E il Parlamento? Il dibattito in Parlamento?
Ma le leggi non passano più per il Parlamento. Le leggi vengono scritte dai più forti, dai più influenti. Tutto quanto sta scivolando verso una situazione di instabilità, che rischia di provocare seri problemi di carattere sociale, politico ed economico. A un certo punto il Paese si rivolgerà a qualcuno per essere governato. Io penso per quello che vedo, che il Paese si rivolgerà alla magistratura, perché sia lei stessa a stabilire criteri di intervento e anche di governo, Ma la mia impressione è che la stessa magistratura non abbia nessuna voglia di governare il Paese.
Scusi Formica, ma l’impressione di chi le fa queste domande è che la stessa magistratura abbia contribuito non poco a un clima di destabilizzazione di questo Paese; che abbia alla fine contribuito anche alla polverizzazione e allo sfarinamento. Perché non dovrebbe accettare di governarlo?
Perché nella stessa magistratura si litiga al proposito, ci sono posizioni differenti e anche profonde divisioni. Ed infine esistono anche contrapposizioni tra i tanti magistrati. Quindi il problema diventa, da un certo punto di vista, veramente complicato e con poche possibilità di soluzione.
Ma un paese non può vivere per tanto tempo all’insegna di una simile incertezza, con un’instabilità che sta diventando quasi cronica e la realtà di un declino sotto gli occhi.
Questo è vero. La storia ce lo insegna. Alla fine un Paese si consegna direttamente a chi ritiene che lo possa governare. Pensi solamente alla legge Acerbo del 1923. Chi superava il 25 per cento dei voti si guadagnava la maggioranza assoluta, niente meno che i due terzi del Parlamento. Ma si dovrebbe ricordare che, alla fine, votarono per i fascisti il 60 per cento degli italiani. Quando le crisi diventano drammatiche, la storia riserva sorprese altrettanto drammatiche e tragiche.
Tocchiamo ferro. La situazione del Paese è veramente così compromessa?
Ma che cosa si può pensare di fronte allo spettacolo politico che ci è offerto? Insomma, finisce dentro a un’inchiesta e viene indagato il capo della Marina, quello che doveva avere una parte importante, di direzione delle nostre operazioni nel Mediterraneo, in Libia. Che cosa si può pensare di fronte a un governo che si muove in questo modo e a un’opposizione che non coglie la sostanza realmente politica di una risposta democratica in modo convincente? Io ripeto che vedo un’accelerazione della irresponsabilità della distruzione.
Ma la situazione politica che sta vivendo l’Italia non può passare inosservata in altri grandi Paesi occidentali. L’Italia ha pure una posizione geopolitica e strategica che va salvaguardata anche nell’interesse di altri grandi Paesi.
Questa è una considerazione più che giusta e può costituire anche una speranza per il nostro Paese. E’ evidente che l’instabilità italiana sarà alla fine oggetto dell’attenzione di altri e si porrà la questione italiana. Per come risolverla. Questa potrebbe essere una via d’uscita.
Resta impressionante il bilancio della gestione di Renzi e del suo governo.
Ma lo ripeto, non si può attribuire tutte le colpe a Renzi. Lui questa situazione se la è trovata davanti e non ha certo le capacità, a mio parere, per risolverla. Anzi ha accelerato il processo di polverizzazione del sistema. In alcuni casi, per dei grandi rivoluzionari, l’accelerazione della fine di un sistema è stato il pretesto per innovare profondamente e creare un nuovo sistema. Non è il caso di Renzi. Lui sta solo gestendo l’ultimo tratto di questo sfarinamento progressivo.
(Gianluigi Da Rold)