Stante agli ultimi sondaggi politici ed elettorali che arrivano d’Oltreoceano la situazione nel Partito Repubblicano è in costante fibrillazione e se poi Donald Trump dovesse davvero vincere non solo le primarie ma anche le presidenziali di novembre allora la situazione si sposterebbe anche su scala mondiale. Secondo un sondaggio condotto dal Pew Research Center che ha interpellato gli elettori del GOP, si evidenziano le scarse capacità di coesione di questo leader che colpisce e divide sempre di più. Strana storia, con il miliardario che è favorito nella corsa a candidato unico repubblicano e nello stesso tempo viene dato come leader in difficoltà nel tenere insieme il partito: come stanno insieme le due questioni? Secondo gli elettori repubblicani, Donald Trump è il candidato più divisivo degli ultimi 20 anni: i dati parlano del 36% degli elettori che crede Trump in grado di unire il GOP, molto più bassi dei leader candidati passati Repubblicani, ovvero Bob Dole (46%), John McCain (58%) e Mitt Romney (57%).



Dopo i sondaggi politici elettorali degli scorsi giorni in Europa sul caso Brexit, si torna oggi a parlare del referendum sull’uscita dalla Ue del Regno Unito in cui la politica del Premier Cameron è impegnata notte e giorno per evitare l’eventualità-collasso preventivata dalle stime del leader conservatore britannico. Secondo il Daily Telegraph e i suoi sondaggi politici appena pubblicati, sulla Brexit sarebbe tornata avanti la linea filo-Ue: la ricerca dell’Istituto Orb dà il Sì all’Europa al 51% mentre il no rimane al 44%, con un ribaltamento delle posizioni rispetto alle tante rilevazioni degli ultimi giorni che vedevano in vantaggio gli euroscettici. Va notato ovviamente che la fonte, il Daily Telegraph, è un giornale filo-conservatore, anche se i dati raccontano una tendenza reale: dopo gli ultimi proclami allarmistici della City e di Downing Street, il fronte euroscettico ha perso qualche colpo, anche se la situazione rimane in sostanziar spaccatura esatta a metà che probabilmente andrà avanti fino al voto del prossimo 23 giugno.



In periodo di silenzio elettorale tutti i sondaggi politici elettorali sono “congelati” fino al prossimo voto referendario del 17 aprile prossimo: non si fermano però le consultazioni su altri temi, tra l’altro molto attinenti alle stesse politiche del governo, in questo caso sul versante sicurezza. Secondo l’ultimo studio di Eumetra Monterosa condotto questa settimana, il pericolo attentati e terrorismo viene posto all’attenzione degli italiani intervistati che rilascia un preoccupante segnale: il 55% si dice molto preoccupato per gli attentati, il 44% invece teme per le proprie finanze. Su stime generale, il 53% si sente minacciato costantemente dall’ansia terrorismo, il 38% abbastanza, in totale il 91% degli italiani avverte un rischio attentati che dopo Parigi e Bruxelles purtroppo è effettivamente reale. Il 9% invece si sente sicuro/non preoccupato per possibili azioni terroristiche. L’apprensione, stando ai dati di natura statistica dei sondaggi, viene avvertita trasversalmente su tutte le categorie sociali dei cittadini ma con un’accentuazione tra chi chi possiede un titolo di studio più elevato e dunque, di norma, più informato sugli fatti dello scenario nazionale e internazionale.

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