Scende in piazza il Comitato per il sì per il referendum trivelle che si svolgerà il prossimo 17 aprile. L’iniziativa di mobilitazione nazionale, da oggi fino a domenica, si chiama “Mille piazze, un mare di sì“: l’obiettivo è informare sui contenuti della consultazione. Organizzati, come si legge su Meteoweb.eu incontri, assemblee, proiezioni di film per ricordare le ragioni del sì: “la spinta verso un futuro energetico sostenibile, le preoccupazioni per il clima che cambia, la sicurezza del mare, la richiesta di partecipazione alle scelte di politica ambientale e anche la difesa di uno strumento, il referendum, che si vuole privare di significato sostenendo l`astensione”. E la coordinatrice del Comitato Maria Maranò sottolinea: “In questi soli due mesi di attività, le circa 300 organizzazioni che compongono il comitato hanno messo in movimento intelligenza e creatività per superare il percorso a ostacoli che era stato disegnato per oscurare il referendum. Oggi, la consapevolezza sulla consultazione e sulla sua importanza sono enormemente cresciuti” (clicca qui per conoscere le iniziative)
Non lo chiede il premier Renzi bensì Greenpeace il voto per il sì al referendum trivelle che si terrà il prossimo 17 aprile. L’associazione ambientalista distribuirà da oggi in 30 città un volantino con la finta richiesta di Matteo Renzi: “Al referendum del 17 aprile vota Sì, rottamiamo le trivelle”. Come riporta l’agenzia di stampa Adnkronos, sul retro del volantino Greenpeace chiarisce il messaggio: “Solo due anni fa Matteo Renzi voleva far crescere le fonti rinnovabili fino al 50% per rivoluzionare il sistema energetico italiano. Se le promesse non fossero solo parole, oggi Renzi ti avrebbe certamente invitato a votare Sì al referendum contro le trivelle del 17 aprile. Invece sta boicottando il voto per difendere gli interessi dei petrolieri”. Sarà anche distribuita una lettera immaginaria dove si legge: “Abbiamo una sfida dinanzi a noi: dare spazio al cambiamento, non alla rassegnazione. Questa sfida passa per il referendum del 17 aprile sulle trivelle”. E ancora: “Il 17 aprile la rottamazione continua. Liberiamo i nostri mari, rottamiamo le trivelle” (clicca qui per vedere il volantino)
Continua il dibattito politico sul referendum trivelle 2016. La consultazione è prevista per il prossimo 17 aprile anche se i Radicali hanno presentato ricorso al Tar del Lazio e la decisione se sospendere o meno il voto arriverà il prossimo 13 aprile. Intanto ieri sera il premier Matteo Renzi ha ribadito il suo non voto al Tg2: “Questo non è un referendum sulle trivelle ma sullo spreco di energia. L’Italia è leader nelle energie rinnovabili ma non bastano. C’è bisogno di un po’ di petrolio e di un po’ di gas. Non non diciamo ‘nuove perforazioni, nuove autorizzazioni'”. Il presidente del Consiglio, riguardo al referendum trivelle sottolinea poi che “l’astensione è prevista dalla Costituzione”.
Non si placa la polemica politica sul referendum trivelle che si terrà il prossimo 17 aprile. Negli ultimi giorni sono tanti gli esponenti politici e non che hanno dichiarato come si schiereranno riguardo alla consultazione. Ultimo in ordine di tempo è stato il presidente del Senato Pietro Grasso che ha dichiarato che andrà a votare, come riportato dall’agenzia di stampa Ansa: “Il referendum è uno strumento popolare, democratico, costituzionale. Quindi io certamente parteciperò alla votazione”. A poco più di una settimana dal referendum trivelle il dibattito politico si fa dunque sempre più duro. E il Partito Democratico appare ormai spaccato, con il segretario e premier Matteo Renzi che ha invitato all’astensionismo, definendola una scelta “sacrosanta e legittima”, e la sinistra Dem che si è invece espressa per il sì. Ma anche il candidato sindaco alle elezioni comunali a Roma Roberto Giachetti ha alla fine rotto il silenzio annunciando: “Andrò a votare al referendum del 17 aprile”. Con il referendum trivelle gli italiani sono chiamati a decidere se interrompere o proseguire le trivellazioni in alcune aree del Mediterraneo entro le 12 miglia dalla costa.