E’ Keiko Fujimori la favorita nei sondaggi politici elettorali 2016 per quanto riguarda le presidenziali in Perù. Il voto si svolgerà domani: i peruviani andranno sono chiamati alle urne per il primo turno. Secondo quanto riportato da Il Foglio infatti la figlia maggiore dell’ex presidente Alberto Fujimori “potrebbe arrivare tra il 34,4 e il 43,1. Non abbastanza da farla eleggere al primo turno, ma i pronostici restano buoni anche per il ballottaggio del 5 giugno. In ogni caso, molto dipenderà da chi sarà il suo sfidante e dall’influenza del padre nell’immaginario peruviano”. Negli ultimi giorni ci sono state infatti proteste contro la candidatura di Keiko Fujimori. Migliaia di persone sono scese in piazza ma tra gli oppositori anche volti noti come il Premio Nobel per la Letteratura Mario Vargas Llosa e gli attori della telenovela più popolare del Perù, Al Fondo Hay Sitio, che si sono fatti riprendere con in mano cartelli contro la Fujimori.
Gli ultimi sondaggi politici elettorali 2016 riguardano gli Stati Uniti, visto il silenzio elettorale che nel nostro paese deve essere rispettato prima del voto del referendum trivelle. In America si stanno svolgendo le Primarie tra i Democratici e i Repubblicani per scegliere i due candidati in corsa alla Casa Bianca. Sono in testa, per i voti fin qui ricevuti, Hillary Clinton e Donald Trump. Ma i due candidati non piacciono agli americani, secondo gli ultimi sondaggi politici elettorali 2016, realizzati dall’Associated Press e Gfk. I risultati della rilevazione sono riportati dall’agenzia di stampa Ansa: “Il 55% degli americani ha un’opinione negativa di Hillary Clinton. Donald Trump però la batte. Il tycoon è visto negativamente dal 69% degli americani. L’ex First Lady resta comunque la favorita alla conquista della Casa Bianca, con l’82% degli americani che la ritiene in grado di vincere le elezioni generali. Solo sei americani su dieci dicono lo stesso di Bernie Sanders o Trump.
Nella settimana dello scandalo petrolio i sondaggi politici elettorali prodotti, fermo restando il silenzio elettorale sul voto delle trivelle, raccontano della fiducia nei leader politici e le novità sono tante visto che dopo le dimissioni del ministro Guidi la fiducia in governo e nel premier Renzi è vistosamente calato. Secondo i sondaggi elettorali dell’Istituto Ixè pubblicati oggi in esclusiva per la trasmissione di Agorà su Rai 3, il governo è calato di un punto nell’ultima settimana, arrivando al 31%, con il premier Matteo Renzi che resta ancora sopra il suo esecutivo ma di pochissimo, con fiducia al 32%. Al comando tra i leader politici troviamo il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che è stabile al 57%: più in basso gli altri leader comunque inferiore al segretario del Pd. Lo scandalo del ministro Guidi intercettata e dimissionaria vedrò però nelle prossime settimane l posizione anche di altri due ministri, Boschi e Delrio, che potrebbero essere coinvolti nell’inchiesta, per ora solo come persone informati sui fatti, ma che potrebbero far perdere altri punti al Governo e al premier arrivato nel momento di massima difficoltà da quanto è a Palazzo Chigi.
Riguarda il caso della morte di Giulio Regeni uno degli ultimi sondaggi politici elettorali 2016. Secondo la maggioranza degli italiani le indagini sarebbero bloccate da interessi politico-economici. E’ questo uno dei risultati della rilevazione, realizzata a fine marzo dall’Istituto Euromedia Research per il programma di Rai Tre Ballarò, condotto da Massimo Giannini. A un campione di elettori è stato chiesto infatti che cosa c’è dietro l’assassinio del ricercatore friulano avvenuto a Il Cairo a fine gennaio. Per il 43,3% degli italiani sarebbero appunto tornaconti economici e politici, sia da parte dell’Egitto che dell’Italia, ad ostacolare la ricerca della verità. Il 41,6% ritiene poi che il Governo egiziano ci starebbe “prendendo in giro”, omettendo le verità, mentre per il 13,2% sarebbe invece il Governo italiano a “prenderci in giro”, non impegnandosi abbastanza. Negli ultimi sondaggi politici elettorali 2016 sul caso Regeni solo l’1,9% non ha espresso il proprio parere o ha dichiarato di non sapere che cosa rispondere.