Partono le reazioni alla fiducia incassata alla Camera sulla legge per le Unioni Civili: il ddl Cirinnà ha ottenuto il via libera dalla maggioranza e ora si attende solo l’k finale sul voto del provvedimento intero che tra l’altra avrà l’appoggio anche di Sinistra Italiana che non ha voluto evidentemente appoggiare la fiducia in Parlamento. Il centrodestra ha già avanzato la proposta con le dovute richieste formali per dare via libera all’iter sul referendum abrogativo alla legge sulle Unioni Civili che da oggi in Italia è ufficiale. Il commento piccato arrivata anche da Forum Famiglie, tramite una nota stampa: «Fin dall’inizio il Forum ha dichiarato la sua contrarietà a questa legge sulle unioni civili perché non tiene conto del Paese reale, dei milioni di famiglie che incontriamo ogni giorno e che non solo faticano ad arrivare alla fine del mese, ma che in Italia hanno smesso di credere nel futuro». Queste le parole di Gianluigi De Palo, presidente nazionale del Forum delle famiglie; secondo le Famiglie italiane il provvedimento Cirinnà è non solo ideologico ma anche divisivo, «con il Paese spaccato invece che unito. Questa legge equipara di fatto le unioni civili al matrimonio, con ciò violando l’art. 29 della nostra Costituzione. Ci appelliamo dunque al Presidente Mattarella perché, sollevando dubbi di costituzionalità, chieda alle Camere un  più attento riesame dell’intera legge. Il Forum festeggerà quando le famiglie italiane vedranno riconosciuto il proprio diritto di vivere (e non sopravvivere) in questo Paese».



E alla fine la legge sulle Unioni civili incassa l’atteso sì della Camera con il voto di fiducia arrivato poco fa: 369 sì, 193 no, 2 astenuti con la maggioranza valida che era a 282 votanti. Il ddl Cirinnà ora attende il voto finale sul provvedimento che dovrebbe arrivare in serata e che sancirebbe solo il passaggio formale di quanto deciso poco fa: la legge sulle nuove unioni anche tra coppie dello stesso sesso è ormai cosa fatta, tra le divisioni della maggioranza con l’ala cattolica e con le opposizioni in rivolta contro Renzi e la Boschi per l’ennesimo voto di fiducia. La Chiesa Italiana aveva espresso dubbi sull’utilizzo della fiducia, dicendo che era “una sconfitta per tutti”: ha risposto il ministro della Giustizia, Andrea Orlando. «Ho grandissimo rispetto per la Cei ma ritengo che questa scelta sia necessarie e forse un po’ tardiva rispetto non solo a ciò che si è sviluppato nella società e ai diritti che attendono un riconoscimento, ma anche rispetto al fatto che da diversi anni la Corte di Strasburgo ci segnala che ci sono cittadini che non hanno avuto un riconoscimento dei diritti».



Manca poco al voto ufficiale di fiducia per la legge sulle Unioni Ciivli: stanno per concludersi le dichiarazioni di voto sul ddl Cirinnà che vedono un finale scontato dati i numeri e il voto di fiducia che dovrebbe confermare la legge tra poco più di un’ora. Ultimo atto per questa legge molto contestata e dibattuta sia in Senato che ora alla Camera: dopo le parole di giubilo di Renzi questa mattina su Facebook (“è un giorno di festa, basta ritardi”). Durissime invece le parole di Massimo Gandolfini, portavoce del Comitato Difendiamo i Nostri Figli e del Family Day: «Non ce l’ho personalmente con Renzi. Ma penso che vada fermato prima che trasformi l’Italia in un ‘premierato’. E con l’abolizione del Senato questo rischio diventa molto concreto. Renzi non è il presidente del Consiglio di tutti gli italiani, ma rappresenta una piccola lobby. Il ddl Cirinnà è una legge anticostituzionale che ha avuto un iter profondamente offensivo dei regolamenti e della Costituzione». 



A breve comincia il voto di fiducia alla Camera sulla legge per le Unioni Civili che dovrebbe mettere fine ad un percorso legislativo lungo mesi: il ddl Cirinnà è sotto dichiarazione di voto in questo momento ma alle 14 partirà quello di fiducia con il Governo che voluto blindare la norma per precisa scelta del Premier Renzi, timoroso nel trovare altri “sgambetti” al voto segreto da parte di ali cattoliche o della minoranza dem del Pd. Su Facebook è intervenuto poco fa ricordando una donna impegnata sui diritti civili come Alessia Ballini, morta cinque anni e sua assessora alla Provincia di Firenze. «In queste ore decisive tengo stretto nel mio cuore il pensiero e il ricordo di Alessia. E questo mi basta. Perché le leggi sono fatte per le persone, non per le ideologie. Per chi ama, non per chi proclama». Renzi e la Boschi sono sotto tiro delle opposizioni che non hanno mandato giù l’ennesimo ricorso al voto di fiducia per far passare provvedimenti dell’esecutivo: immediata la risposta del Presidente del Consiglio, sempre su Facebook. «Scriviamo un’altra pagina importante dell’Italia che vogliamo, lo facciamo mettendo la fiducia perché non erano possibili ulteriori ritardi dopo anni di tentativi falliti. Lo facciamo con umiltà e coraggio. Ma lo facciamo adesso perché in Italia non è più possibile continuare a rinviare tutto».

Oggi con il voto di fiducia alla Camera dovrebbe esserci l’approvazione definitiva delle Unioni Civili con il ddl Cirinnà che potrebbe trovare la “luce” della Gazzetta Ufficiale e la firma ultima di Mattarella che consacrerebbe la prima legge normativa sulle unioni civili anche dello stesso genere. Un voto di fiducia che però ha di nuovo spaccato il Parlamento con le opposizioni in rivolta contro la mossa di Renzi – in realtà preannunciata già da settimane dallo stesso Premier che in Consiglio dei Ministri aveva fissato la data del 11-12 maggio commentando “a naso ci vorrà la fiducia anche alla Camera”. Protesta fortissima delle opposizioni: Sinistra Italia con Arturo Scotto ha parlato di grave errore mentre Brunetta di Forza Italia ha dato degli “squadristi” all’Esecutivo. Alcuni esponenti della maggioranza, di tradizioni cattoliche, come Alessandro Pagano di Ncd o Sberna e Gigli di Democrazia Solidale non daranno la fiducia perché non convinti dalla legge sulle Unioni Civili, mentre la Binetti voterà la fiducia ma si asterrà dal voto finale al provvedimento, previsto per domani. Ma perché allora Renzi, pur con il forte vantaggio dei numeri, ha scelto lo stesso per la fiducia? L’impressione è che sul ddl Cirinnà temeva un possibile accordo sottobanco tra opposizioni, specie M5s, e la minoranza dem del suo partito che medita uno “sgambetto” al premier segretario da mesi.

Oggi alle 14 i sarà il capitolo finale sulle Unioni Civili con la legge al voto di fiducia, posta ieri dal Governo: il ddl Cirinnà è così vicino all’approvazione della Camera non senza il contorno di mille polemiche scatenate soprattutto per la seconda scelta di Renzi di potere la fiducia sul testo più divisivo degli ultimi anni di politica repubblicana. La legge che da oggi potrebbe normare le unioni anche dello stesso genere, per molti (non solo cattolici) viene vista con perplessità dato che potrebbe aprire ai cosiddetti matrimoni gay su cui l’Italia è divisa in pratica a metà. Ieri ci ha pensato Alfio Marchini a gettare acqua sul fuoco con la dichiarazione secondo cui “se divento sindaco a Roma non celebrerò le unioni gay”, con l’immediata risposta di Giachetti che invece “non vedo l’ora di votare la legge alla Camera”. Importanti sono invece le parole della Cei che ha voluto commentare la scelta del Governo tramite il ministro Boschi di porre la fiducia sul ddl Cirinnà: «Il governo ha le sue logiche, le sue esigenze, probabilmente anche le sue ragioni, ma il voto di ficcai non solo per questo governo ma anche per quelli passati spesso rappresenta una sconfitta per tutti. C’è la necessità di politiche che siano più attente, e che davvero mettano al centro l’importanza della famiglia, fatta di madre, padre e figli», sono le dure parole di Monsignor Nunzio Galantino, segretario della Conferenza Episcopale Italiana. Risponde punto su punto Maria Elena Boschi su Facebook: «Le legge sulle unioni civili è un risultato storico per il nostro paese di cui dobbiamo essere molto orgogliosi, ha un significato politico, questa legge è un elemento fondamentale dell’agenda del governo e per questo abbiamo messo la fiducia». Oggi il voto decisivo che dovrebbe portare la legge sulle unioni civili all’approvazione definitiva del Parlamento: ci saranno ulteriori novità in questa “infinita” battaglia politica?

Quando il ministro Boschi ha annunciato che la legge sulle Unioni Ciivili avrà la messa in atto del voto di fiducia la Camera si è rivoltata con le opposizioni sul piede di guerra ancora, dopo il Senato, sul ddl Cirinnà, tra i più divisivi delle recente storia repubblicana italiana. La legge Cirinnà che regola le unioni civili anche dello stesso sesso, verrà posta sotto voto di fiducia dal Governo domani con questo timing deciso dalla Conferenza dei Capigruppo alla Camera chiusasi poco da: si vota domani, mercoledì 11 maggio con appello nominale – la chiama – che avrà inizio alle 14.10. Le dichiarazioni di voto dalle 12.30 mentre il termine ultimo per la presentazione di odg e interventi sarà per le 10 di domani mattina (non ci sarà il question time, anticipa Repubblica). Dopo l’annuncio del ministro Maria Elena Boschi, opposizione in rivolta: «la maggioranza applaude persino quando il governo mete la fiducia. Siete dei servi della gleba che per essere ricandidati fate di tutto, vergognatevi. Siete quattro lacchè di Renzi», accusa Fedriga della Lega Nord che chiede anche l’intervento di Mattarella, Grasso e Boldrini per il rischio “di democrazia parlamentare”. Antonio Palmieri di Forza Italia fa notare che “sul ddl Cirinnà era stata promessa libertà di coscienza, la libertà se l’è presa, la coscienza speriamo che si mostrai nel voto“. Unioni civili dunque alla fase finale: ci saranno altre novità prima di domani?

Mentre alla Camera è cominciato il voto sulle pregiudiziali alle Unioni Civili, la legge Cirinnà che prosegue il suo iter verso una breve delibera del Parlamento dopo gli scontri al Senato ad inizio anno, le forze politiche provano le ultime mosse per appoggiare o ostacolare il ddl Cirinnà. All’AGV parla Gennaro Migliore, sottosegretario Pd alla Giustizia (ed ex Sel), che racconta delle legge sulle Unioni civili come un progetto «progressista e di civiltà, noi stiamo regolamentando i diritti all’interno di una unione civile ed è giusto che questi siano completi e anche la distinzione relativa alla questione del vincolo della fedeltà ha un carattere fondamentale per dare seguito a quanto discusso in quanto discrimine rispetto all’equiparazione formale con il matrimonio». Migliore si schiera del tutto contro ogni possibile interpretazione cattolica ed esclude intromissioni all’ultimo nella maggioranza di “mosse” da parte dei cattodem e dell’Ncd: «Le idee che stanno alla base di questa legge rappresentano esattamente il senso per cui noi abbiamo portato avanti il progetto di legge: un ispirazione progressista, una legge di civiltà rispetto alla quale non vorrei che di tradizionale conservassimo solo i pregiudizi».

La legge sulle Unioni Civili non convince ancora, anzi per nulla, il mondo cattolico del Family Day che puntualmente al ritorno in aula del ddl Cirinnà fa riaprire la discussione contro una legge considerata “tutt’altro che cattolica”. Lo fa il portavoce, Massimo Gandolfini, nel frattempo diventato presidente del Comitato Difendiamo i Nostri Figli in una conferenza stampa convocata ieri mattina a Montecitorio. «Oggi si conclude la farsa della non-discussione in Commissione giustizia della Camera sulle unioni civili. Ogni dibattito democratico è stato annullato, con la fiducia si completerà questo stravolgimento dell’iter democratico della legge già cominciato al Senato». Attacco va diretto contro il premier Renzi che ha fortemente voluto questa legge e il doppio passaggio in fiducia prima al Senato e ora, nei prossimi giorni, anche alla Camera (oggi il voto sarà sulle pregiudiziali, a partire dalle ore 12). «Renzi non è il premier di tutti gli italiani, fa favori ad una lobby potente, sono milioni di italiani che pur non volendo negare diritti individuali non vogliono però fare confusione tra famiglia naturale e unioni civili». Gandolfini invoca l’intervento e i vaglio della legge del Presidente Mattarella e soprattutto lancia un monito contro il Governo, Pd ma sopratutto Ncd (oltre a ripetere che alle amministrative e al referendum il Comitato farà campagna contro Renzi): «si può ancora dire no alla fiducia a un governo siffatto, guarderemo in faccia chi voterà sì e chi no». 

Si riapre oggi il tema delle Unioni Civili con il ddl Cirinnà ad arrivare alla Camera per la chiave di volta definitiva e l’approvazione in Gazzetta Ufficiale: la discussa legge approvata in Senato a gennaio – solo dopo lo stralcio della stepchild adoption – ora attende la prova della Camera dove il Gioverno, teoricamente, dovrebbe avere vita molto più facile rispetto alla partita durissima andata in scena al Senato. Il testo è già stato preannunciato dallo stesso Renzi che verrà posto sotto fiducia per ampio timore di voti segreti da parte delle minoranze interne al Pd e per i centristi di Area Popolare. Secondo il timing annunciato dal Premier, entro mercoledì 11 maggio si avrà il voto di fiducia e giovedì 12 maggio il voto sull’intero provvedimento. 18 iscritti a parlare, 300 emendamenti presentati all’esame in assemblea tra oggi e i prossimi due giorni, il testo sulle Unioni Civili dovrebbe alla finire vedere la luce, anche sei dei “ma” ci sono ancora. Oggi alle 12 si vota intanto le pregiudiziali di costituzionali presentate dalle opposizioni e solo a seguire ci sarà la fiducia: ma non è questo il vero problema, bensì per le correzioni chieste da le due sponde a “destra” e a “sinistra” dei renziani. Da un lato i centristi provano fino all’ultimo di inserire nel ddl Cirinnà la norma sulla obiezione di coscienza che i sindaci potrebbero esercitare per non celebrare le le nuove unioni civili, specie quelle tra coppie omosessuali. Sull’altro versante invece la sinistra dem potrebbe giocare un brutto scherzo al segretario inviso e rimettere in discussione la stepchild adoption, scatenando però a questo punto il marasma e riaprendo recenti fantasmi che bloccarono la scena politica per due mesi. Renzi riuscirà a passera indenne dalla prova della fiducia o si aprirà una crisi politica importante?