Si scrive Maria Elena Boschi ma si legge Lavrentij Pavlovic Berija.
Un nome che oggi non dice nulla. Ma era l’anima nera di Stalin. Il signore delle purghe nei confronti degli avversari politici ed il maestro della propaganda e della disinformazione bolscevica. Uno per cui il metodo della politica era fatto di sillogismi con premesse infondate. Tipo: “chi vota No al referendum costituzionale è come quelli di Casapound”.
Uno per cui il metodo della politica era procedere con colpi di mano, di fiducia si direbbe oggi, contrapponendo ad ogni richiesta di discussione, per esempio sulle unioni civili, il muro di gomma del potere.
Già, proprio le unioni civili, trattate alla stregua di un decreto di sicurezza ambientale. Fiducia al Senato (25 febbraio, 173 a favore, contrari 71) e fiducia alla Camera. Le leggi di oggi sono la morale di domani: in perfetto stile sovietico. Sono giovani gli alfieri del nuovo potere. Eleganti e sorridenti. Ma il metodo…
Il metodo è quello di una volta. Sillogismi le cui premesse — appunto — si perdono nel nulla. Tornando a quello di Casapound, se fosse vero che chi vota No al referendum costituzionale è “come quelli di Casapound”, sarebbe altrettanto vero che coloro che votano Sì, per il solo fatto di esprimere un voto contrario al comune sentire della magistratura, sarebbero da assimilare a mafia, terrorismo e corruzione. E non è stato forse questo il sillogismo usato per decenni, prima contro la Dc e poi contro Forza Italia, dal Pci-Pds-Ds?
Il potere è tutto e l’uomo non è niente. La società civile non è niente. Milioni di persone con le loro speranze ed i loro ideali non sono niente. Questo è il metodo politico di Maria Elena Boschi e della sua maggioranza: la chiamano “democrazia decidente”. La chiamava così anche Lavrentij Berija. Ma questo è solo un sillogismo…