“Le unioni civili sono una mossa a effetto di Renzi per non dover giocare la sfida delle comunali sulle città metropolitane e sui loro problemi. La scommessa del premier è trasformare le amministrative in un referendum sul fatto che i sindaci possano o meno celebrare le unioni gay”. E’ l’analisi di Ugo Finetti, analista politico e direttore di Critica Sociale. Mercoledì la Camera ha approvato in via definitiva le unioni civili con il voto di fiducia, in una fase politica resa incandescente dall’avvicinarsi in progressione di comunali, referendum costituzionale e congresso del Pd. Mentre sul piano esterno il governo è tenuto sulla corda dalle pressioni della Commissione Ue.



Quali sono le difficoltà principali che sta attraversando Renzi in questa fase?

Renzi si trova in forte difficoltà sia per i rapporti con l’Ue sia per il fatto di dover affrontare comunali e referendum. Anche gli avversari di Renzi, a partire da M5s e centrodestra, sono però in difficoltà. Alle amministrative il Pd si presenta con cinque sindaci uscenti e ben difficilmente riuscirà a confermarli tutti. Di fatto per il Pd le comunali si stanno trasformando in un congresso interno città per città. Il Pd è ormai un “partito degli eletti” e il controllo si gioca non sulle strutture di partito, che ormai non esistono più, ma sulla capacità di presenza nelle assemblee elettive, nazionali, regionali e comunali.



Quali sono le città dove il Pd è più forte?

Il Pd sembra messo meglio a Bologna e a Torino, ma in nessuno dei due casi è il Pd di Renzi. A Torino è il Pd di Fassino e a Bologna con Merola è il partito di Prodi e Bersani.

Com’è la situazione a Napoli?

Napoli invece ha voluto disarcionare Bassolino, con il risultato disastroso di rimettere in sella de Magistris. Il disimpegno organizzativo di Bassolino è tale che per la prima volta in 70 anni dall’epoca del Pci il partito non riesce nemmeno a presentare una lista completa di candidati al consiglio comunale. De Magistris si appresta a correre in modo serio per la riconferma: mentre alla fine del 2015 era in caduta libera, sbarrando la strada a Bassolino il Pd lo ha risuscitato. De Magistris schiera 14 liste, che equivalgono a 560 candidati per il consiglio comunale e 2mila per i consigli di zona, tutti pronti a fare i suoi galoppini elettorali.



Giachetti può riuscire a vincere a Roma?

A Roma il Pd è sfasciato e Giachetti appare un marziano come Marino, cioè un outsider rispetto al partito di Bettini e Orfini.

Come vede il testa a testa Sala-Parisi?

L’unica città in cui si può parlare di una vittoria di Renzi è Milano, dove Sala è ancora in testa. Parisi lo incalza da vicino, ma è minato dalla dissidenza di Salvini il quale piuttosto che vedere affermarsi un centrodestra moderato lavora per una sconfitta.

 

E’ un caso che le unioni civili siano state approvate proprio alla vigilia delle comunali?

Ci si poteva aspettare che, alla vigilia del voto nelle grandi città, il Pd parlasse della città metropolitana. Invece questo tema è completamente uscito di scena, e con una mossa forse geniale ma comunque molto a effetto, Renzi ha messo al centro delle elezioni amministrative le unioni gay. In questo modo ha trasformato le comunali in un referendum sulla potestà dei sindaci di celebrare le unioni gay, e ha messo in sordina tutti i problemi reali che ci sono nelle città.

 

Lei che cosa si aspetta dal referendum costituzionale?

Renzi mira alla conquista del partito attraverso gli eletti. Non stupisce quindi che punti anche a vincere il referendum costituzionale attraverso comitati referendari che costituiscano una struttura parallela di partito. Nel merito vinceranno sicuramente i Sì, perché l’abolizione del Senato è un punto di forza. Poiché la vittoria è sicura, Renzi ci si è seduto sopra, trasformandolo in una sua investitura. E’ un colpo di scena rispetto a cui gioca d’azzardo. Non a caso Napolitano ha fatto un’intervista nella quale raccomanda prudenza.

 

Renzi lo ascolterà?

E’ difficile dare consigli a Renzi, e soprattutto che Renzi segua consigli. Il premier è abituato da più di dieci anni a vincere se non a stravincere facendo a modo suo, e quindi continuerà a fare così. Il problema è se non si crei un coagulo, da destra a sinistra, anche al di fuori degli schieramenti politici.

 

Dov’è che Renzi rischia di più?

Il problema vero per Renzi è che probabilmente riuscirà ad avere vittorie simboliche alle amministrative e al referendum, ma la sostanza è se la situazione economica migliorerà o meno. Dopo due anni da che ripete che siamo fuori dal tunnel, o si vede qualche luce o rischia di passare solo per un incantatore.

 

(Pietro Vernizzi)