“L’approvazione della legge sulle unioni civili non fa guadagnare consensi a Renzi perché gli italiani decidono chi votare soltanto sulla base della situazione economica”. Lo afferma Nicola Piepoli, presidente e fondatore dell’Istituto Piepoli, che aggiunge due dati importanti. Da un lato il Pd, nella rilevazione effettuata lunedì e pubblicata mercoledì, resta fermo al 31,5%, esattamente come la settimana precedente. Dall’altra Alfio Marchini, il candidato sindaco di Roma che ha dichiarato che non celebrerà personalmente le unioni civili, guadagna il 2% dei consensi. Cifre che contrastano con le dichiarazioni di Renzi, che dopo il voto ha commentato: “E’ un giorno di festa per tanti, oggi. Per chi si sente finalmente riconosciuto. Per chi vede dopo anni che gli vengono restituiti diritti talmente civili da non aver bisogno di altri aggettivi”.



A quanti italiani interessa la legge sulle unioni civili approvata ieri dalla Camera?

Davvero a pochi. Chi è regolarmente sposato non è interessato alle unioni civili, e in Italia ci sono 24-25 milioni di famiglie. La legge sulle unioni civili però può portare voti da parte di determinate categorie di persone.

Quanto sono vaste queste categorie in termini numerici?



In Italia gli omosessuali sono l’1% della popolazione, 600mila persone tra maschi e femmine, una percentuale marginale.

Intanto, la stepchild adoption è stata stralciata dal ddl originario.

A febbraio il 70-75% degli italiani erano contrari alle adozioni gay. Oggi l’opposizione è diminuita, ma è sempre la maggioranza assoluta.

Che cosa ne pensano invece gli italiani delle unioni civili tra coppie omosessuali?

Martedì Alfio Marchini ha dichiarato che come futuro sindaco di Roma non presiederà personalmente alla celebrazione di unioni gay, ma delegherà questo compito ai suoi collaboratori. Il risultato di questa affermazione è stato che Marchini ha guadagnato il 2% alle comunali di Roma. Questo è il tipo di sentiment che circola in Italia: siamo un Paese fondamentalmente cattolico. Non a caso l’ex sindaco Ignazio Marino ha fatto qualche dichiarazione anticlericale, celebrando le unioni civili al municipio, ed è stato “licenziato”.



Se consideriamo anche gli eterosessuali, quante sono le persone che convivono in Italia?

Sono alcuni milioni di coppie. Presto o tardi però le convivenze si trasformano in matrimoni, quantomeno civili, perché capiscono che ci sono dei diritti a partire dall’eredità. Quest’ultima in Italia è molto importante perché come italiani investiamo nel mattone. Per non parlare degli altri diritti legati alla formazione di una famiglia.

Ora che le unioni civili sono legge, quanti italiani ne stipuleranno una?

Molto pochi, e tra 500 anni saranno pochi come adesso. La convivenza in Italia dura anche a lungo, ma poi si trasforma ineluttabilmente in matrimonio.

Allora Renzi festeggia da solo?

E lasci che festeggi da solo. Anche perché a ottobre due italiani su tre voteranno sì al referendum costituzionale: le ultime rilevazioni danno i sì al 65% e i no al 35%.

 

Per gli italiani quali sono i temi più importanti di cui si dovrebbe occupare la politica?

La priorità è una sola: la pagnotta, o in altri termini la ricchezza. E al secondo posto ci sono i divertimenti. I latini dicevano “panem et circenses”, e noi oggi siamo esattamente come i sudditi di Nerone: nel corso dei millenni non è cambiato nulla. Questi sono i bisogni primari, solo che in questo momento al posto del circo c’è la televisione.

 

Se si votasse domani per la Camera chi vincerebbe?

In questo momento il Pd è al 31,5%, M5s al 26,5%, la Lega nord al 13,5%, Forza Italia al 12%, i Fratelli d’Italia al 5%, Sinistra Italiana al 3,5% e Ncd/Udc al 2,5%. L’unico partito a guadagnare consensi rispetto alla settimana precedente è la Lega (+0,5%), mentre tutti gli altri rimangono invariati.

 

(Pietro Vernizzi)