È sempre tempo di sondaggi politici elettorali, specie in queste ultime settimane prima di una scadenza elettorale importante come quella delle Amministrative ad inizio giugno: scendendo nel particolare, osserviamo la situazione attuale nella città di Napoli, dal destino tutt’altro che deciso. Per il sindaco uscente e ricandidato, Luigi De Magistris, la corsa sta subendo una brusca rallentata rispetto a qualche mese fa dopo la sua percentuale di vittoria era già vicina al primo turno e nei ballottaggi era dato sempre vincente. Oggi invece, complice forse i toni eccessivamente uri e provocatori in occasioni pubbliche nei confronti del Governo e di Renzi, per De Magistris il vantaggio rimane ma è in calo di sondaggi con la parallela crescita del candidato di Centrodestra, Gianni Lettieri. Stando ai sondaggi elettorali forniti da Index Research, la sfida sostanziale è tra questi due, con il sindaco uscente che ottiene ad oggi il 32% dei voti, contro il 27% di Lettieri che comunque si avvicina, specie ai ballottaggi dove il range è ridotto. Indietro e al momento fuori dai giochi Valeria Valente, al 22% e soprattutto il candidato M5s, Davide Brambilla, che rimane fermo al 15%.



Lo scenario offerto dai sondaggi politici elettorali di questi giorni insegue due canali principali: le amministrative del 5 giugno da un lato e la corsa alla campagna per il referendum costituzionale di ottobre dall’altro. Un voto importante, certo, quello di autunno ma che assume evidenrmnte valore e rilievo politico per il fatto che il Governo Renzi si “gioca la faccia” come dice lo stesso Premier, impegnato in prima linea sul referendum confermativo per la legge Boschi con varie modifiche costituzionali. Gli ultimi sondaggi politici offerti da Winpoll per Huffington Post mostrano lo scenario per gli italiani intervistati riguardo il voto: il 49,5% voterebbe ad oggi sì, mentre il 50,5% boccerebbe il voto e dunque il Governo Renzi. Massimo equilibrio insomma, con i dati del sondaggio che mostrano anche le intenzioni degli italiani nella scelta di andare o meno alle urne: per il 44% degli intervista sicuramente il voto ci sarà, mentre il 16% non sa ancora se andare a votare, e il 40% rifiuta nettamente il voto, non volendo recarsi alle urne. Tenendo conto che sarà un referendum senza quorum, l’astensione non favorirà il No come di norma bensì il Si e a questo gli italiani che non vogliono aver a che fare con questa legge dovranno capire bene come agire.



Gli ultimi sondaggi politici elettorali 2016 raccontano una situazione generale in Italia di complessa lettura con rilevazioni e intenzioni di voto che di settimana in settimana vedono nuovi scenari emergere nei vari contesti al voto per le prossime Amministrative. Mentre su Milano e Roma la situazione vede ancora una totale indecisione anche al primo turno, per Torino e Napoli il primo turno vede una decisa inclinazione di preferenze con avvantaggiati entrambi i sindaci uscenti e ricandidati per le comunali 2016. Prendiamo in osservazione lo scenario di Torino con l’ultimo mese che sembra aver messo qualche dubbio su una seconda rielezione che sembra quasi certa ad aprile: stando agli ultimi sondaggi politici di Index Research, il capoluogo piemontese vede il favorito Piero Fassino ancora in testa con il 39,5% delle preferenze e un primo turno con vittoria relativa quasi sicura. Il problema è che per Fassino si vede ancora necessario il ballottaggio e qui le cose potrebbero cambiare: nell’ultimo mese l’attuale sindaco di Torino ha perso 4 punti percentuali secchi, con il contemporaneo recupero di Chiara Appendino del Movimento 5 Stelle, una sfidante con i numeri dei voti che possono contrastare Fassino. La candidata M5s è al 30,5% ma il recupero che sta effettuando è da registrare e probabilmente al secondo turno potrebbe recitare un ruolo molto più che da sparring partner per il candidato sindaco Pd. Sul gradino più basso del podio e fuori dai giochi è Giorgio Airaudo, con il 9% che non spaventa la coppia di testa; si gioca tutto in questi 20 giorni, con le speranze M5s legate al calo di Fassino, al momento ancora non sufficiente a farlo decadere dal ruolo di assoluto favorito nella corsa al voto del 5 giugno.

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