Roberto Giachetti, il candidato sindaco alle elezioni comunali 2016 a Roma, comunica oggi in una nota che l’annuncio dei nomi della sua squadra che era previsto per domani è spostato a lunedì 23 alle 17.30: sabato 21 infatti è la giornata per l’ultimo saluto al leader radicale Marco Pannella scomparso ieri a 86 anni. La data per l’annuncio dei nomi per la Giunta era stata resa nota da Giachetti a inizio maggio, come riferito dall’agenzia di stampa Askanews: “Ho già annunciato che il 21 di maggio presenterò i 12 nomi della giunta che spero potrà accompagnarmi al lavoro nell’amministrazione del comune di Roma. Lo faccio per una ragione molto semplice: innanzitutto perché non è solo un fatto formale, presentare i nomi della giunta prima vuol dire rompere definitivamente con le contrattazioni con i partiti, con le correnti dei partiti, vuol dire applicare la legge prevista per l’elezione diretta del sindaco nella misura più stringente e cioè è del sindaco la responsabilità di nominare la giunta”.
Polemica a Roma in vista delle elezioni comunali 2016 che si svolgeranno il prossimo 5 giugno. La candidata del Movimento 5 Stelle si sfoga sul proprio profilo Facebook con un post in cui scrive: “VOGLIONO ANNIENTARMI, MA IO NON MI PIEGO. Mi hanno descritta come espressione di potenti lobby, mi hanno chiamata Biancaneve, Ambra Angiolini, mi hanno accusata di avere i superpoteri e di aver fatto crollare il titolo di Acea. Ancora: mi hanno accusata di essere amica di Panzironi e Alemanno, di essere nelle carte di Mafia Capitale, di stare in un vecchio video di Berlusconi, di avere un altro uomo. Ormai è abbastanza chiaro, dall’inizio della campagna il sistema ha individuato un obiettivo: Virginia Raggi. Vogliono annientarmi, metaforicamente parlando, perché come cittadina e professionista posso dimostrare quanto poco valgono sia come politici, sia come mistificatori. Ma io non mi piego e vado avanti come un treno. È un messaggio che rivolgo chiaro e tondo ai miei detrattori. Si mettano l’anima in pace”.
Nel tardo pomeriggio di ieri per le elezioni comunali 2016 a Milano, Stefano Parisi ha presentato il suo programma alla città, come in questi giorni stanno facendo ufficialmente i candidati sia di Milano che di Roma, le due città più importati d’Italia entrambe al voto delle Amministrative tra 20 giorni. «Siamo qui per presentare un programma di governo. Tra 5 settimane se i milanesi mi daranno fiducia saremo seduti a Palazzo Marino e siamo pronti per lavorare ad un processo di cambiamento». Sono moltissimi i punti in discussione di Parisi che intende affrontare, come del resto il rivale Giuseppe Sala, ogni punto dolente e positivo di Milano e provare a lasciare un marchio che faccia crescere una città non nel degrado, ma forse la più avanti d’Italia in questo momento e non solo per l’Expo. Si va dalla reintroduzione del vigile di quartiere alla riattivazione a pieno regime della centrale operativi dei vigili urbani di via Drago. Sgombero nelle case popolari occupate – c’è lo zampino della Lega – e revisione del regolamento edilizio e del piano di governo del territorio. Riapertura al traffico nell’aera Castello Sforzesco e semplificazione dei regolamenti inutili in tutti decreti cittadini: come si può vedere, molti in punti di proposte concrete alla città. Il candidato sindaco di centrodestra alle prossime Comunali milanesi ha poi lanciato la sfida a Sala sul terreno del sociale: «tra gli obiettivi di mandato ci sono l’introduzione del fattore famiglia per i servizi e itributi locali e la creazione di un sistema di Conditional cash transfer per contrastare la povertà sul modello di quanto fatto a New York dal sindaco Bloomberg: dare risorse alle famiglie in difficoltà a condizione che loro si attivino per uscire da una situazione di difficoltà, l’opposto di un reddito di cittadinanza». Stoccata finale al rivale? Non è mancata, anche se resta una campagna elettorale finora abbastanza “politically correct”: «Non sono scaramantico, non ho bisogno di fortuna. Ho bisogno invece della fiducia dei cittadini, Sala ha già quella del Governo, che è molto impegnato in campagna elettorale».