È un Ignazio Marino incontenibile quello he oggi ha parlato delle elezioni comunali a Roma 2016, prendendosela con tutti, dal Movimento 5 Stelle fino al candidato Pd a Roma, tutto riconoscibile al suo arci nemico Matteo Renzi, “reo” di averlo estromesso dal Campidoglio. Intervista da Radio Cusano Campus, l’ex sindaco di Roma ha esternato la sua critica feroce nei confronti dell’attuale premier: «da un anno anno si rifiutava di parlarmi, all’improvviso disse che dovevo stare tranquillo, perché probabilmente si sarebbe votato anche a Roma nel 2016. Questa è una valutazione che spetta agli elettori e non ad un capo del governo che tra le altre cose non è neanche stato eletto», si toglie qualche sassolino Marino nell’intervista radiofonica. Parte poi l’invettiva contro il candidato attuale Pd alla guida di Roma, Roberto Giachetti, a cui Marino non risparmia nulla: «Renzi ha detto che Giachetti risponderà solamene agli elettori di Roma e che sarà un candidato indipendente, criticando il fatto che Virginia Raggi risponda a Grillo. Certo, io non posso entrare nelle valutazioni dei disturbi di personalità perché sono specializzato in chirurgia e non in psichiatria». Giachetti è stato scelto da Renzi, secondo Marino, e per questo “dovrà rispondere a Palazzo Chigi”: «Le primarie? Sono state una farsa».
Una proposta sta facendo discutere la campagna elettorale per le elezioni comunali 2016 a Milano: gli attuali assessori alla Mobilità Pierfrancesco Maran e Marco Granelli, assieme al segretario dem di Milano, Pietro Bussolati, annoino cantiere una modifica della legge comunale su Area C e Ztl valida per un eventuale vittoria nella corsa a Palazzo Marino. Un “cartellino giallo”, una sanatoria, al posto di una multa per colore che involontariamente entrano per la prima e unica volta nell’Area C, la zona a traffico limitato del centro di Milano. «Capita che per un errore non voluto o perché si viene da altre città si entri in una Ztl. Muoversi a Milano non è sempre semplice, e lo scopro delle Ztl è ridurre il traffico, non sanzionare errori involontari». La proposta di Maran che verrà probabilmente inserita nel programma di Giuseppe Sala prevederà una sorta di ammonizione entro la fine 2017 per chi entra la prima volta in Area C: ecco le parole di Maran rilasciate a Repubblica, «Le Ztl si regolano con un’ordinanza, e in quella indicheremo che non verrà comminata la prima sanzione. Per ricevere “l’ammonizione” del Comune, però, occorrerà essere iscritti al “Portale delle multe e dei permessi” che verrà messo a punto entro la metà del prossimo anno e che invierà l’avviso di “cartellino giallo” via mail. In ogni caso, anche i non iscritti verranno multati solo a partire dal secondo ingresso irregolare».
Questa mattina Silvio Berlusconi è intervenuto sul tema elezioni comunali 2016 a Roma e in generale in tutta la campagna elettorale dei suoi candidati per le prossime Amministrative. Lo ha fatto intervistato dalla trasmissione Ecg Regione, in onda su Radio Cusano Campus: punto focale la candidatura di Alfio Marchini a sindaco di Roma, con l’uscita di scena di Bertolaso, primo obiettivo del leader azzurro poi accantonato in favore di Marchini. «La gravità dei problemi di Roma impone che a risolverli ci sia una persona con grande esperienza amministrativa e gestionale. Marchini ha la concretezza di un imprenditore e conosce i problemi di Roma. Gli altri sono tutti professionisti della politica, che non hanno alcuna cultura di governo e non hanno mai amministrato un edicola o un condominio. Sono stati indicati dai loro leader di partito». Arriva poi il duro attacco ai candidati in campo a Roma: secondo il Cavaliere nessuno dei tre è in grado di fare il sindaco al Campidoglio, specialmente nel caso-Raggi. «Non mi sarebbe nemmeno passato nella testa di dire a un sindaco eletto dalla gente di dimettersi –ha affermato Berlusconi rispetto al contratto tra Virginia Raggi e Beppe Grillo-. La trovo brutta questa cosa della Raggi, il sindaco deve rispondere agli elettori, non può essere una figurina messa lì dagli altri che decideranno per lei, fino a costringerla ad andarsene come ha fatto il Pd con Marino. La Raggi è una brava professionista, ma non mi pare si possa accettare come sindaco una sagoma telegenica guidata da un comico genovese».
Campagna elettorale per le elezioni comunali a Roma e Milano che entra sempre più nel vivo con gli attacchi e le coalizioni non esattamente unite e unitarie che, specie a Milano, stanno creando qualche grattacapo ai candidati sindaco. Prendiamo il caso di Giuseppe Sala: ha partecipato ad un incontro di presentazione del libro di Pietro Bussolati (segretario Pd a Milano) e Nicolò Mardegan, candidato sindaco per NoiXMilano, appoggiato anche da CasaPound. Apriti cielo: polemiche da sinistra per la presenza del candidato Pd alla guida di Milano che già durante le primarie è stato accusato di non essere “troppo” di sinistra e ora, dopo l’incontro con Mardegan, paga pegno di non aver preso “troppe distanze” dal movimento estremista di destra. Subito Basilio Rizzo, candidato di Sinistra italiana, lo attacca: «che un sindaco parli con chiunque è un’ovvietà, dirlo adesso ha un altro significato: Sala non è un sindaco di sinistra», come lui anche l’altro candidato Luigi Santambrogio di Alternativa Municipale e l’Anpi dei Partigiani si schiera contro Sala per questa scelta “imbarazzante”. «Non ci devono essere tolleranza e sostegno a iniziative di chi si richiama al fascismo e ad altre forme di xenofobia e di razzismo», sono le parole dell’Anpi. A onor della cronaca durante lo stesso dibattito è Sala per primo a prendere le distanza da alcune posizioni di CasaPound, riferendosi a Mardegan direttamente: «non capisco come tu faccia a citare nel tuo libro Don Sturzo e aprire a CasaPounf, sbagli tantissimo».