Su questo referendum costituzionale d’ottobre 2016 ormai da tempo si è costruito un caso politico: dall’impegno personale di Matteo Renzi fino alla firma della legge Boschi da parte dello stesso ministro delle Riforme, il Governo si lancia anima e corpo su un testo che ritiene vitale per la propria percorrenza fino a fine mandato. Ma la reazione è dura e anche casi piccoli, come le parole utilizzate da Maria Elena Boschi, il cui concetto era che anche i grandi difensori della Costituzione come i partigiani dell’Anpi, dovrebbero dire di sì al voto referendario in autunno, vengono ingigantiti su ambito nazionale. Oggi arriva la replica di uno dei nuclei storici dell’Anpi, il comitato di Parma che si scaglia contro le parole della Boschi: «Sappiamo bene che la stragrande maggioranza di noi si è pronunciata chiaramente per una strenua difesa della nostra costituzione. Gli appuntamenti congressuali nazionali e locali lo hanno sottolineato chiaramente e tutto questo al di là delle battute, decisamente improprie, della ministro Boschi», ha affermato Gabriella Manelli, presidente dell’ Anpi di Parma. L’Anpi emiliano ha deciso per venerdì prossimo di andare in piazza per manifestare dissenso, il giorno stesso dell’incontro tra il Premier Renzi e gli iscritti emiliani del Partito Democratico.



Si torna a parlare di referendum costituzionale d’ottobre con la bagarre addirittura dentro al Governo e al partito di maggioranza dopo le parole di ieri del Premier Renzi – che riportiamo nel dettaglio qui sotto – a cui la minoranza dem e non solo ha voluto replicare nella tarda serata di ieri e anche questa mattina. Parla Enrico Letta, non certo un elemento della sinistra del Pd, ma di sicuro un oppositore dello stile renziano, avendoci anche rimesso la presidenza del consiglio proprio dall’ex sindaco di Firenze. In un convegno con presente anche Napolitano, che pure appoggia la riforma Boschi su cui ci sarà il voto referendario di ottobre, ha parlato proprio l’ex premier che ha rivolto parole dure contro il suo successore: «sono indignato per il clima da corrida, sbagliato secondo me, e la iper personalizzazione che il governo ha messo intorno alle riforme», riferimento chiaro al clima molto “personalizzato” che Renzi continua a mettere sul voto del referendum. «L’errore che compie il premier rischia di trascinare tutti in un dibattito lontano dai contenti che finirà per fare del male; lancio un appello a tutti per fermarsi e smetterla con questo clima da corrida, non è quello di cui il Paese ha bisogno. Io personalmente voterò a seconda dei contenuti», che è un Sì anche se poco convinto alla legge Boschi.



Sempre più aspro il confronto politico sul referendum costituzionale d’ottobre 2016 a oltre quattro mesi dal voto. Sulla consultazione referendaria sul ddl Boschi sono già scoppiate infatti le polemiche politiche tra sostenitori del sì e del no. Dopo che 184 tra accademici, giuristi e costituzionalisti, hanno firmato il Manifesto per il sì al referendum istituzionale, il premier Matteo Renzi, in un’intervista a la Repubblica, ha sottolineato: “Ci saranno 10mila presidenti perché avremo 10mila comitati. Ora hanno firmato il manifesto 184 professori di diritto, arriveremo a mille e il portavoce sarà il responsabile della comunicazione scientifica”. E sempre a proposito del referendum costituzionale d’ottobre 2016 Renzi ha commentato anche la posizione degli avversari: “I parlamentari dei Cinque stelle e della Lega li capisco. Sanno che se passa il referendum uno su tre resta a casa. Sono terrorizzati di perdere la poltrona e vivere l’esperienza mistica di tornare a lavorare. L’elettore Lega o M5s, che non mi sopporta, potrà dire ‘Non voterò Renzi, ma non voglio un sistema bloccato e voto sì’. I dirigenti politici invece sanno che se passa il sì gli spazi per i politici si riducono in modo impressionante”.

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