Un Matteo Renzi in consueta versione one man show è ancora in Direzione Pd ad affrontare i vari temi più caldi, come la giustizia, le unioni civili, le Amministrative e le sfide interne con la minoranza dem. Il premier-segretario però davanti a tutto il partito inizia dall’emergenza immigrazione. «fino a un anno fa la questione era di esclusiva pertinenza dei singoli Stati membri. Nessuno proponeva un’alternativa: oggi la situazione è molto diversa. Si è cambiato linguaggio e ordine del giorno. O la gestisce l’Europa o non ha soluzioni (comunque non ha soluzioni a breve periodo). Il ruolo dell’Italia è quello di provare a rilanciare su alcuni temi: il Migration Compact prova a delineare una strategia. Inutile andare con interventi spot sulle singole questioni, serve un intervento di sistema». Arriva poi il momento-chiave sulla giustizia dove i casi di Livorno con il sindaco Nogarin del M5s e Lodi con il sindaco Pd Uggetti arrestato emergono in maniera prepotente, legandosi anche alle modifiche della Costituzione di questo governo: «Dobbiamo avere il coraggio di dire che si vada a sentenza e che si rispettino le sentenze, non stiamo chiedendo la luna ma il rispetto dei valori della Carta costituzionali. Abbiamo fatto molti interventi sulla giustizia che forse non hanno cambiato l’opinione di chi scrive sui giornali, ma che hanno cambiato il codice penale. Auguriamo buon lavoro ai magistrati; abbiamo interesse che ci sia la massima visibilità su tutte le indagini. Si vada ai processi, noi facciamo di tutto perché i magistrati possano andare a sentenza. E come sempre non commentiamo le sentenze, ma le aspettiamo e le rispettiamo. Non chiediamo le dimissioni del sindaco di Livorno: sarà lui a fare le sue considerazioni di fronte al Consiglio comunale».



È cominciata la Direzione del Pd a Roma in Via del Nazareno, la sede del Partito Democratico: convocata la riunione di tutto il partito per discutere dei temi più caldi del momento e che vedono come di consueto la presenza e contrasto tra la minoranza dem e la segreteria di Matteo Renzi. Il premier introdurrò tutti i temi nodosi, per primo quella della giustizia dopo i casi di Lodi con il sindaco Uggetti e il generale clima di conflitto con la magistratura. Il colloquio del consigliere Csm Morosini con il quotidiano Il Foglio e le dichiarazioni su “Renzi va fermato” non ha sicuramente aiutato a rendere più semplice il dialogo tra Governo e magistratura, anche se il ministro della Giustizia Orlando con il vicepresidente Csm Legnini sembrano aver risolto la faccenda circoscritta all’intervista. L’appello alla sobrietà dei magistrati, come quello dei politici, è piaciuto a Renzi ma al momento non basta per spegnere definitivamente il fuoco alzato in clima di campagna pre-voto referendum di ottobre, proprio sulla legge Costituzionale. Altro tema caldo saranno le Amministrative, non solo a Roma ma anche in tutte le altre città importanti che vedono la sfida importante per il Pd che si confronta con il rischio di sorpasso a livello nazionale dei rivali Cinque Stelle. Lo sguardo di Renzi intende dare una stretta politica e organizzativa alla doppia campagna elettorale con ancora troppi punti di domanda dati, soprattutto, ai dissidi interni con la minoranza dem che non rendono certo costruire su punti saldi.



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