Se Virginia Raggi perde a Roma, M5s si affloscerà come un soufflé”. E’ la previsione di Mauro Suttora, inviato di Oggi ed esperto del fenomeno Cinque Stelle. “M5s – spiega Suttora al sussidiario – ha smarrito lo slancio originario ed è completamente ripiegato su se stesso. Solo una vittoria nella Capitale può ridargli quella carica che sembra ormai un lontano ricordo”. I sondaggi danno Virginia Raggi in testa a Roma nella sfida delle comunali del 5 giugno, mentre in tutte le altre città la partita per i Cinque Stelle sembra molto più difficile, anche perché la scelta dei candidati ha seguito una logica tutt’altro che intuitiva.
Suttora, qual è la strategia dei Cinque Stelle in città come Torino, Milano e Napoli?
L’unica strategia è quella di prendere più voti possibili. L’unica città dove i Cinque Stelle possono arrivare primi è Roma, mentre a Torino Chiara Appendino arriverà al ballottaggio ma alla fine vincerà Piero Fassino. Nelle altre sfide come quelle di Milano e Napoli, M5s ha fatto scegliere il candidato alla base degli attivisti e la Casaleggio non è intervenuta in quanto non c’era nessuna speranza. Il risultato è buffo, in quanto a Milano è candidato il siciliano Gianluca Corrado e a Napoli il lombardo Matteo Brambilla. In entrambe le città non penso che andranno oltre il 15%.
Quanta demagogia c’è nella proposta degli assessori a tempo determinato avanzata da Virginia Raggi?
La Raggi è demagogica come tutti gli altri candidati. L’unico problema in più è che Roma ha 15 miliardi di debiti che deve ripagare. Per non parlare delle contraddizioni che caratterizzano M5s.
A che cosa si riferisce?
Per esempio lunedì è emerso che il responsabile legale della lista di M5s a Roma e braccio destro della Raggi è Andrea Mazzillo, che in passato è stato dirigente del Pd e candidato alle primarie per la segreteria regionale. E’ il segno del fatto che M5s non ha delle persone adeguate e quindi deve riciclare dei “residuati bellici” di altri partiti, nonostante tutti i suoi proclami di nuovismo.
Roma è una città piena di problemi. Per i Cinque Stelle una vittoria può trasformarsi nella peggiore sconfitta?
Come tutti i partiti, M5s cerca di vincere. Poi è ovvio che ci sono città più facili da amministrare come Milano, Torino e Bologna, mentre Roma e Napoli sono più disastrate. Lo stesso Luigi de Magistris però ha dimostrato che anche in una situazione difficile come Napoli è possibile cavarsela con un minimo di buonsenso e di buona amministrazione. Tanto è vero che ora il sindaco partenopeo sarà riconfermato.
Il fatto di presentare una lista sola anziché un florilegio di civiche per M5s è un handicap?
Non è qualcosa che penalizza i Cinque Stelle, anzi rientra perfettamente nella loro mentalità.
La Raggi sta perdendo voti?
Lunedì sera è intervenuta a Piazzapulita di Corrado Formigli e ha fatto un’ottima intervista. Le hanno insegnato a sorridere sempre, a non perdere mai la calma, a ripetere a memoria i soliti quattro o cinque slogan fissi. La stessa Paola Taverna è andata su tutti i Tg spiegando che cosa vuole dire assessore a tempo. Tecnicamente sono bravi, peccato che dietro ci sia il nulla.
Quindi il bacino di voti di M5s resta inalterato o no?
M5s conserva uno zoccolo duro di veri e propri fanatici, con ragazzotti che votano con la stessa mentalità da stadio che possono avere degli ultras. Il grosso dei voti di M5s arriverà poi come sempre dai delusi i quali anziché astenersi convergono su Grillo perché lo ritengono il meno peggio.
In questo momento chi sta prendendo le decisioni nell’M5s?
Luigi Di Maio e Davide Casaleggio.
M5s sta attaccando o si sta ripiegando su se stesso?
I Cinque Stelle sono completamente ripiegati su se stessi, e si aggrappano ai risultati delle comunali per trovare una nuova ragione per sopravvivere. La stessa parola “movimento” indica che per andare avanti deve essere in perenne moto, o ricevere continue scosse di adrenalina. E’ come la bicicletta che se non si muove cade.
Di Maio e Casaleggio jr sono in grado di rimettere M5s in movimento?
In realtà il movimento non esiste più, perché non ci sono più attivisti e militanti ma prevalgono gli arrampicatori e quelli che vogliono fare i politici stipendiati. Forse al Sud c’è ancora un po’ di entusiasmo, tanto è vero che nel Mezzogiorno M5s prende il doppio dei voti rispetto al Nord. Ma lo spirito originario non c’è più.
Che cosa è venuto meno?
E’ venuta meno la novità del cittadino normale che va al potere. Lo stesso mito della casalinga è stato distrutto dalla vicenda di Patrizia Bedori, designata dalla base a Milano e poi ritiratasi tra mille polemiche.
Da che cosa dipende il futuro di M5s?
Se M5s non vince a Roma perde tutto. Anche se la Raggi dovesse ottenere il 30% al primo turno, se poi al secondo turno perde anche solo dell’1%, questo porterebbe M5s a ridimensionarsi.
Con quali conseguenze?
Se non vince la Raggi ci sarà un crollo psicologico. Già in passato Grillo ha avuto molte volte la voglia di mollare tutto. Potrebbe finire come con L’Uomo Qualunque, il soggetto politico di Guglielmo Giannini attivo negli anni 40. Questi movimenti possono crescere enormemente in breve tempo, ma anche sgonfiarsi come un soufflé.
(Pietro Vernizzi)