Intervistato da Agorà sul caso Brexit – il referendum che dovrà decidere tra una settimana la permanenza o meno della Gran Bretagna in Europa – parla uno dei padri fondatori della recente Europa, nella sua fase di ingresso in Euro, Romano Prodi. L’ex premier italiano ai microfoni di Rai 3 non si scompone più di tanto per l’eventuale uscita del Regno Unito dalla Ue: «preferisco che la Gran Bretagna rimanga nell’Unione Europea, ma qualora ci fosse l’uscita, non si dissolverà l’Europa». Prodi dunque invita a non drammatizzare la possibile Brexit – data dai sondaggi in leggero vantaggio sul partito del Sì. I motivi? «Rimarrebbero gli scambi commerciali e l’area di libero scambio», anche se va detto come lo stesso Prodi non nasconde il profondo danno di immagine che l’Europa vedrebbe deturpato dall’uscita della Gran Bretagna. Ancora ad Agorà, «Dal punto di vista politico la cosa è più seria. L’immagine dell’Europa è più forte con la Gran Bretagna. Si pensi a Paesi come l’India, l’Australia, la Nuova Zelanda, il Canada, che vedono l’Europa con gli occhiali britannici: sarebbero sconvolti. Per l’immagine dell’Europa sarebbe un danno”».
E infine scesero in campo loro, i tedeschi, contro la Brexit e la possibilità della Gran Bretagna, attraverso il voto del 23 giugno prossimo, di uscire dall’Unione Europea. Una condizione che la Germania non vuole assolutamente ammettere ed è pronta a tutta per scagliarsi contro i Leave e convincere l’elettorato inglese a votare contro l’uscita: ecco, magari la strategia non migliore potrebbe essere proprio questo “ricatto” esemplificato ieri dal ministro delle Finanze Schauble che ha minacciato «non pensiate di conservare qualche privilegio sul mercato interno, se si è fuori si è fuori», scatenando ancora più ira negli inglesi che non si vogliono sentire sottomessi da nessuno, figuriamoci dai tedeschi. La Cancelliera Angela Merkel ha sempre detto che l’interesse nazionale germanico chiede che Londra resti nell’Unione, con forza: anche i media si stanno schierando pesantemente e lo Spiegel ieri titolava “Non andatevene, perché la Germania ha bisogno dei britannici”. Politica vede economia, sono ovviamente queste due le componenti per cui la Germania teme la Brexit, come riporta giustamente l’analisi dell’Espresso oggi: interscambio commerciale, con i tedeschi che esportano oltre Manica circa 80 miliardi di euro, con un saldo di 41, e poi la possibile bomba politica che potrebbe scoppiare in Europa mettendo in difficoltà una Ue ai minimi storici come affidabilità.
Le borse affossate, il referendum Brexit si avvicinano e il movimento dei “Leave” che cresce a misura d’occhio. La situazione in Inghilterra è caldissima a pochi giorni dal voto che potrebbe decidere la conferma o la rivoluzione britannica: dentro o fuori dall’Unione Europea? Contro o a favore del premier David Cameron? Tanti dubbi, tanti dilemmi e una sola certezza: le borse in questo clima di incertezza generale pagano dazio ogni giorno: ieri giornata nerissima con il referendum della Brexit che continua a tenere sotto scacco i mercati finanziari europei, non solo quelli italiani che ieri hanno chiuso in fortissimo ribasso, al 2% dopo giornata pessima. L’avversione al rischio, segnala il Sole 24Ore, spinge gli investitori a cercare gli asset considerati più sicuri: sui listini europei l’avversione al rischio ha portato gli operatori a penalizzare maggiormente le borse periferiche. I titoli bancari massimi europei perdono tutti, da Londra in primis, a Parigi e Madrid, tutti sotto il 2%: cosa succederà nei prossimi giorni dunque? Nell’attesa di saperlo, anche in Italia il tema Brexit inizia a scaldare gli animi, in concomitanza con le Amministrative al secondo turno; «Il nazismo e Hitler sono stati sconfitti dalla storia. Purtroppo l’Unione Europea di oggi fa gli stessi danni che facevano i carroarmati e le bombe settant’anni fa», a dirlo è Matteo Salvini, scatenato a La Zanzara su Radio 24. Il leader del Carroccio attacca a muso duro, con eccessi che gli appartengono, l’Unione Europea, arrivando a dire anche che «ammazzano la finanza, invece di utilizzare i fucili, ma il risultato è lo stesso. Invece delle camicie brune ci sono quelli in giacca e cravatta che stanno a Bruxelles e sortiscono lo stesso identico risultato».