Siamo ormai alla vigilia del voto sui ballottaggi e la curiosità di sondaggi che non si possono divulgare cresce con il passare delle ore. L’assurda legge italiana, che in questo caso non si adatta proprio ai cosiddetti paesi più avanzati, viene scrupolosamente rispettata dai grandi esperti. Quindi non puoi arrivare sotto urna, magari dopo aver saputo l’ultimo rilevamento ascoltato poco prima.
Chissà se Nicola Piepoli, grande analista, riesce in qualche modo ad anticipare, magari in qualche modo, magari con metafore immaginifiche, un risultato che sembra atteso con grande apprensione dalla maggioranza e dall’opposizione del governo di Matteo Renzi. Anche se poi tutti dicono che si tratta di “elezioni locali”, comunali, che riguardano solamente gli enti locali, realtà periferiche.
Piepoli, ci faccia capire qualche cosa, per favore.
A chi ha già, sarà dato di più, a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.
Ma che cosa sta facendo, si mette a citare le Sacre Scritture?
Ne sono costretto, ma le interpretazioni non dovrebbero essere così difficili per vedere almeno in controluce quelle che sono le tendenze di fondo. Poi, attenzione, tutto diventa opinabile, tutto è sempre opinabile e nulla è sicuro in casi come questi.
Allora tentiamo noi un’interpretazione. Ci sono quelli che al primo turno sono andati bene, che al momento sono in testa, che alla fine hanno una rendita di posizione e un vantaggio che verrà confermato. Giusto?
Mi pare che il suo ragionamento non faccia una grinza. C’è anche qualche cosa di lapalissiano, non oso dire di banale.
Se a chi ha verrà dato, vuol dire che quelli che sono in vantaggio, appunto, dovrebbero avere ancora di più. Ma questo non è in contrasto con quello che si dice di solito: il ballottaggio è una partita che comincia da capo, una partita completamente nuova, un confronto carico di incognite che può rovesciare ogni pronostico ragionevole?
A mio avviso è meglio affidarsi alle Sacre Scritture. Anche per quanto riguarda l’affluenza al voto.
Infatti, era una domanda che aveva in mente la percentuale sull’affluenza al voto. Ci sarà un grande scarto tra la partecipazione al primo e al secondo turno di queste amministrative?
Entriamo nella fisiologia di un elettorato che ormai ha le sue percentuali come in altri paesi del mondo democratico occidentale. Non vedo la possibilità di eccessivi scarti tra un turno di votazione e l’altro.
Allora ammettiamo che, stando alla grande tradizione che lei ha scomodato, si verifichi il rafforzamento di ha già, di chi ha avuto già un consenso significativo. Questo elimina qualsiasi sorpresa?
Impossibile rispondere a una domanda del genere. Le sorprese ci sono sempre e si possono costantemente avere da un momento all’altro. Non ci può essere assolutamente nulla di scontato. Lo ripeto e lo ripeterò sempre. Si possono fare solo dei ragionamenti sulla base di risultati acquisiti e di tendenze che si vedono, che si possono interpretare. Ma poiché non si può dare alcuna anticipazione, possiamo solo dire che i risultati sono tutti da vedere e da aspettare.
Cerco di nuovo di interpretarla, Piepoli. Dovrebbero confermarsi quelli che hanno preso più voti nel primo turno: così, verrà dato ciò che spetta a quelli che già hanno. Ma lei stesso non esclude una sorpresa. Allora facciamo un calcolo delle probabilità: dove può non verificarsi questa antica profezia?
Rispondo in questo modo. Se calcolo quattro città, posso dire che si può verificare una sorpresa in un caso su quattro, cioè un venticinque per cento. Ma siamo sempre nel capo delle possibilità. Difficile addentrasi nel campo delle probabilità.
Scusi Piepoli, ma lei non pensa che durante questo turno di ballottaggi, che riguarda realtà diverse, ci possano essere anche dei cambiamenti di scelta tra un turno e l’altro?
Mi sembrano difficili. Non dico che siano impossibili, ma sono difficili. Poi ci sono certamente alcuni elettori che non sono andati a votare e magari, rispetto ad alcune notizie degli ultimi giorni, possono decidere di recarsi alle urne. Ecco dove può sorgere un capovolgimento di risultato che sembrava già dettato e determinato dal primo turno.
In questo panorama, piuttosto criptico, per dovere di ufficio, lei ritiene che saranno partite tutte aperte, difficili, combattute?
Beh questo penso proprio di sì.
(Gianluigi Da Rold)