Una bruciante sconfitta nelle elezioni amministrative comunali 2016 è stata sicuramente inflitta a Forza Italia, il partito di Silvio Berlusconi che sembra davvero ormai aver fatto il suo tempo. Anche se, ovviamente, si cerca di trovare qualche nota positiva in questo clima di certo non propizio al partito. Su Facebook è stato diramato un comunicato ufficiale da parte di Forza Italia che recita: “Tre sono i dati principali di queste elezioni: i buoni risultati dei moderati, la pesante sconfitta del PD, il successo del M5S. Dei 25 comuni capoluogo coinvolti in questa tornata elettorale, i moderati ne governavano 4, ora ne governano 10 ed hanno conquistato comuni importanti come Trieste, Savona, Grosseto e Olbia. A Milano, pur non avendo vinto, hanno ridotto da 10 a 3 punti il distacco dalla sinistra.Il Pd e i suoi alleati governavano 19 capoluoghi, ora ne governano solo 9.Il M5S ottiene buoni risultati, ma quasi esclusivamente dove non c’è un’offerta politica del centro-destra competitiva sul piano dei numeri.La sconfitta di Renzi e del Pd apre quindi scenari nuovi e rende possibile un cambiamento. Gli elettori e i militanti di Forza Italia sono i veri artefici di questi risultati. A loro va un sentito ringraziamento.” (clicca qui per il post)
La vittoria di Beppe Sala a Milano ha sancito, soprattutto, la sconfitta bruciante della Lega Nord con Matteo Salvini che sperava di prendersi 9 consiglieri nel capoluogo lombardo e soprattutto Palazzo Marino. Queste le parole del leader della Lega: “Milano insegna che il dentro tutti non paga. La formula moderata era sbagliata e le minestre riscaldate la gente non le mangia. In campagna elettorale mi sono morso la lingua più volte sentendo parole di Albertini e di Parisi”. In sostanza a Milano, Salvini non ha avuto il ricambio del favore che i leghisti avrebbero fatto a Roma al Movimento 5 Stelle votando a favore di Raggi piuttosto che di Giachetti. Ma, in fondo, i grillini hanno sempre detto che non si sarebbero prestati a scambi di voti. E così è stato. Brucia anche la sconfitta a Varese, da sempre roccaforte leghista e ora non più.
Giuseppe Sala parla da Palazzo Marino come nuovo sindaco di Milano: ha vinto il ballottaggio delle elezioni Amministrative conclude ieri dopo una lunga e sfibrante campagna elettorale testa a testa contro Stefano Parisi. Subito l’annuncio più atteso: «la giunta sarà pronta entro lunedì, entro comunque sette giorni: sto preparando la squadra che possa essere il più possibile un team coeso che possa e sappia lavorare assieme in modo da rispondere alla grande e difficile promessa che i milanesi ci hanno affidato dopo il voto». Nella sede del Comune dove sostituirà Giuliano Pisapia alla guida di Milano, l’ex commissario di Expo in conferenza stampa accenna anche alle immediate politiche che dovrà mettere in atto dai prossimi mesi: «bisogna convincere anche chi non ha votato che siamo le persone giuste davanti ad un compito molto importante. È un percorso di centrosinistra ma con idee nuove, il dato politico rilevante è ormai ai nostri giorni amministrare bene e questo intendiamo fare, nulla più e nulla meno». Da dove ripartire? Ma dalle periferie, certo, come da programma – anche di Parisi, su questo punto erano molto simili – con un occhio speciale “per quei milanesi che si dimostreranno in grado di superare le proprie abitudini e abbracceranno le novità sulle politiche ambientali e riformatrici”.
Lo aveva detto e lo ha fatto: parliamo di Beppe Sala, neo-sindaco di Milano che su Twitter ha ringraziato tutti i milanesi per averlo sostenuto e votato nel ballottaggio contro Stefano Parisi, suo avversario nel contendersi la poltrona di primo cittadino del capoluogo di regione lombardo. Beppe Sala aveva dichiarato che il suo primo impegno da sindaco, qualora eletto, sarebbe stato quello di pranzare con i bambini dell’asilo perché sono i bambini a rappresentare il nostro futuro. E così è stato, Sala ha pranzato con dei bambini all’asilo e postato le foto sia su Facebook che su Twitter dimostrando di mantenere la parola data. Ha scritto il sindaco su Twitter: “Oggi a pranzo con i milanesi del futuro. Li ascolto per costruire con loro la Milano di domani.” (clicca qui per le foto)
I risultati del ballottaggio a Milano hanno visto la vittoria di Giuseppe Sala al fotofinish ma per queste elezioni amministrative Comunali 2016 il vero messaggio che passa, oltre al Pd che regge a Milano, è la sconfitta del miglior laboratorio recente del centrodestra. Ottimo risultato per Stefano Parisi, ha fatto molto di già di quanto ci si aspettava alla vigilia della campagna elettorale, ma resta una sconfitta finale che getta il centrodestra in un dubbio nell’immediato futuro: insistere con la figura di Parisi e anzi incrementando ripartendo dalla sua figura di leader per uscire da Milano e andare verso un centrodestra ad ampio raggio, oppure ripartire da capo e andare a cercare un altro leader non solo milanese?Salvini, leader del Carroccio, e ipotetico leader della destra con Berlusconi fuori dai giochi, non ci sta: «farà il capogruppo della opposizione a Milano, Stop. Va bene tutto ma non penso che il nuovo centrodestra passa da Alfano e Passera. Milano insegna che il dentro tutti non paga, la formula moderata è sbagliata e le minestre riscaldate la gente non le mangia. Mi sono morso la lingua più volte sentendo parole di Albertini e Parisi», racconta questa mattina Matteo Salvini su Radio Padania.
Il ballottaggio 2016 a Milano si è concluso con la vittoria di Beppe Sala, ma la più grande novità di questa tornata elettorale è Sumaya Abdel Qader. Si tratta del primo consigliere comunale milanese di fede musulmana. Le sue 1016 preferenze e la vittoria di Sala le danno diritto all’accesso a Palazzo Milano. Ricordiamo che, durante la campagna elettorale, la donna è stata attaccata dalla destra di avere posizioni estremiste. Nonostante la fede musulmana, Sumaya è nata in Italia, a Perugia, nel 1978. I genitori erano immigrati giordano – palestinesi. Si è laureata in Biologia, Lingue e culture straniere e Sociologia. E’ una blogger, una scrittrice e una ricercatrice. Tra i suoi obiettivi primari c’è la lotta alla violenza sulle donne e alla loro discriminazione. Con questo progetto la Abdel Qader “vuole scardinare quei retaggi culturali che discriminano la donna contro ogni principio dell’Islam”. A muovere le accuse nei suoi confronti è stato Stefano Parisi stesso, il candidato sconfitto, che sostiene, con certezza, la vicinanza della donna all’ideologia radicale musulmana. In quell’occasione, Sumaya ha subito replicato, smentendo quanto affermato da Parisi. Sala, da parte sua, ha definito “vergognose” le accuse mosse dal rivale e ha invitato gli avversari a tirare fuori le prove, se ne hanno.
Sala vince al ballottaggio (per una manciata di voti) e diventa sindaco di Milano. La notizia rinfranca un Renzi sicuramente provato dall’esito delle elezioni nelle principali città italiane. La sinistra deve ripartire da Beppe Sala che, dopo l’ansia del testa a testa con Stefano Parisi, riesce a prevalere con appena 3,4 punti di differenza. Il motivo risiede probabilmente nell’atteggiamento con cui i due candidati hanno affrontato la campagna elettorale, molto apprezzato dai Milanesi. Anche tra di loro, i due candidati hanno mostrato sempre tanto rispetto. “Parisi ha fatto un grande risultato”, ha detto immediatamente Sala, il manager che non è né politico né oratore, ma si è distinto per il suo stile secco e deciso. Ha elaborato un programma per Milano che punta molto in alto e che non sarà facile realizzare. Tra le prime cose che il nuovo sindaco di Milano intende fare c’è la sistemazione della linea metropolitana M4, allungare la M5 fino a Monza, continuare l’iniziativa antitraffico nell’Area C, puntare sugli ecobus, sulle piste ciclabili e sul car sharing. Considerevoli interventi sono previsti nell’ambito della sicurezza: l’intenzione di Sala è quella di inserire 300 militari in più per le strade. L’idea è ambiziosa e difficile da realizzare, ma il nuovo sindaco si dice fiducioso. Penserà alle periferie e alla cultura, dando il giusto spazio a due settori troppo spesso abbandonati e dimenticati. Una vittoria agli ultimi voti, ma una vittoria al ballottagio per le elezioni Comunali Amministrative a Milano: Giuseppe Sala ha battuto Stefani parisi, ma il centrodestra sopratutto ha perso la battaglia più importante, dove aveva puntato di più e sopratutto dove era schierato completamente unito. Matteo Salvini ovviamente non l’ha pres a bene e si dovrà ora ricominciare tutto da capo, lato centrodestra. “Onore a chi ha vinto”: così il segretario della Lega Nord Matteo Salvini ha reso omaggio a Beppe Sala nuovo sindaco di Milano. “In democrazia chi vince ha ragione poche chiacchiere” ha poi aggiunto dicendo che adesso Lega e centrodestra faranno “una sana e robusta opposizione”: “Sono convinto che Sala non sarà un buon sindaco, ma ha vinto, quindi adesso sotto a lavorare. Perché a Milano che 500mila non vadano alle urne è sconfitta di tutti, anche nostra”.
Francesco Sartini del Movimento cinque stelle è il nuovo sindaco di Vimercate, vecchia roccaforte di sinistra, dove vince con il 50,1% dei voti. Sconfitta la candidata del Pd Mariasole Mascia distaccata di pochissimo, al 49,86%. Crolla un’altra roccaforte di sinistra dopo ben 70 anni di govenro, San Giuliano Milanese dove vince il centrodestra con Marco Segala, di soli 27 anni, che ottiene il 56,94% dei voti contro il 43% di Alessandro Lorenzano. Primo sindaco donna a Peschiera Borromeo: è Caterina Molinari a capo di due liste civiche di sinistra che ha sconfitto l’ex sindaco del Pd Luca Zambon. Il Pd conserva invece Rho dove si riconferma il sindaco uscente Pietro Romano con il 52,9%. Stessa cosa a Pioltello dove vince la candidata del centrosinistra Ivonne Cosciotti. Unico sindaco leghista a Nerviano dove vince Massimo Cozzi con il 58,1% mentre ad Arcore vince il sindaco uscente del Pd Rosalba Colombo con il 42,3% dei voti così come a Desio dove il sindaco uscente anche lui del Pd Roberto Corti viene rieletto sindaco con il 52,3% dei voti. Giuseppe Sala è il nuovo sindaco di Milano e Matteo Renzi è un uomo “salvo”: la vittoria al ballottaggio per le elezioni comunali Amministrative milanesi ha visto trionfare, seppur con pochi voti di differenza finali, il candidato del Partito Democratico e il vincitore alle primarie di coalizione. Ha perso Stefano Parisi ovvero il centrodestra, ma soprattutto hanno perso chi voleva dare una forte spallata a Renzi, almeno a Milano ha retto per il Governo con queste amministrative che, piaccia o meno, hanno un’indicazione anche nazionale. Per capire bene i flussi elettorali con cui Sala è riuscito ad avere la meglio su Parisi, vanno analizzati nel dettaglio i componenti delle “coalizioni”: Radicali e Sinistra di Basilio Rizzo, questo è il motivo della vittoria? Un 5-6% che potrebbe essere stato decisivo, anche se forse ciò che ha realmente fatto la differenza e la mancata adesione degli elettori grillini alla posizione di Parisi. Anche perché state a sentire Rizzo intervistato dal Secolo XIX, non proprio il più convinto dei “saliani”: «ho evitato per evitare quello che non voglio e io non voglio che il centrodestra torni a governare Milano», l’impressione è che sia stato il pensiero di tanti elettori di sinistra, ex pisapiani e del popolo arancione.
Vediamo nel dettaglio dei vari Municipi di Milano, in tutto 9, il numero dei voti presi dai due candidati Parisi e Sala. Se nel primo turno, dove veniva assegnata la presidenza del Municipio, si era registrato un 5 a 4 per il centrodestra, in questa seconda tornata a parte la Zona 2 dove Parisi ha ottenuto il maggior numero di voti, tutte le altre otto zone hanno visto Sala trionfare. Ecco nei dettagli. Al Municipio 1 Sala ha ottenuto il 52,5% dei voti contro il 47,4 di Parisi; Municipio 2 come detto vince Parisi con il 50,4% contro il 49,59%; al municipio 3 Sala ottiene il 55,03% dei voti contro il 44,9% di Parisi; al Municipio 4 il 51,6% di Sala contro il 48,4%; nel Municipio 5 il 52,1% del nuovo sindaco contro il 47,8%; nel Municipio 6 Sala ha il 52,5% contro il 47,4%; nel Municipio 7 50,2% per Sala contro il 49,7% di Parisi; al Municipio 8 50,9% di Sala contro il 49,0% e infine al Municipio 9 Sala ottiene il 51,0% contro il 48,9% di Parisi. «Per una manciata di voti»: così Stefano Parisi commenta la sconfitta di misura contro Giuseppe Sala, eletto sindaco di Milano dopo il ballottaggio delle elezioni amministrative. «Abbiamo fatto uno straordinario lavoro», ha aggiunto il candidato del centrodestra, che ha sottolineato l’astensione con rammarico ma anche individuato degli aspetti positivi: «Resta il dispiacere che la metà dei milanesi non ha votato, 500mila milanesi, anche per colpa della data del voto, ma non solo. Comunque i nostri voti rispetto al primo turno sono molto aumentati». Sebbene non sia stato eletto sindaco, Parisi ha molto da fare ora: «Dobbiamo recuperare la fiducia nella politica». Poi i ringraziamenti per «le 250mila persone che volevano il cambiamento a Milano. Speriamo che Sala si accorga delle importanti istanze che abbiamo avanzato». Non è mancata ironia nell’analisi di Parisi, che è tornato sulla metafora calcistica del premier Matteo Renzi: «Lo hanno segnato loro il rigore».
La voce di Giuseppe Sala è rotta dall’emozione. Parla per la prima volta da sindaco di Milano dopo aver vinto le elezioni comunali amministrative culminate nel ballottaggio con Stefano Parisi, che cita subito nel suo primo intervento: «Mi ha appena chiamato per congratularsi. Ho fatto i complimenti anche a lui, ha anche lui fatto un grande risultato. Abbiamo dato dimostrazione di un comportamento da milanesi che male non fa», ha dichiarato Sala, che poi ha parlato della sua nuova sfida: «C’è molta gioia e molta responsabilità. Sto già ripensando a quanto detto in campagna elettorale affinché ogni singola promessa diventi realtà». E commenta il risultato elettorale: «Mi sento portatore di una speranza, solo grazie a tutti questi uomini e donne che hanno creduto nella vittoria abbiamo portato a casa un risultato per niente scontato. Credo che abbiamo fatto molto bene in questi ultimi giorni».
È il nuovo Sindaco di Milano, dopo aver vinto la lunga battaglia delle elezioni comunali aministrative culminate col ballottaggio testa a testa contro Parisi. Una folla lo ha già accolto quando ha preso in mano ”le chiavi della città”. L’uomo ha voluto salutare i suoi elettori sulla sua pagina di Twitter sottolineando l’evento con diverse Foto e commentando con un semplice: “Cinque anni insieme!”. Nelle foto lo vediamo all’arrivo in macchina e nel momento proprio in cui ha appreso che sarebbe diventato lui sindaco di Milano. Una grande emozione che però Beppe Sala riuscirà a controllare quando da domani mattina già si inizierà a lavorare per cercare di sistemare alcune situazioni che riguardano propriamente la città meneghina. Pisapia gli lascia comunque una città funzionale nelle mani che negli ultimi anni è stato uno dei centri più precisi e puntuali di tutta l’Italia. Clicca qui per le foto e i commenti dei follower.
È il nuovo Sindaco di Milano e raccoglie l’eredità di Giuliano Pisapia fino al 2021. Il suo successo è arrivato sul filo di lana con un equilibrio incredibile che non si è visto nelle altre città finite al ballottaggio. Le elezioni amministrative di Milano 2016 ci hanno detto che Sala ha vinto con il 51.7% delle preferenze, con Parisi dietro al 48.3%. Un risultato importante che porta a un successo difficile da prevedere. Intanto Giuliano Pisapia, sindaco uscente, ha voluto esprimere tutta la sua gratitudine a Milano per cinque anni passati insieme. Sul suo profilo di Twitter infatti ha scritto un semplice ma efficace: “Grazie #Milano #5anniancora”, postando anche una foto che lo vede sorridere. Clicca qui per la foto e per i tweet dei follower.
I dati reali stanno già parlando e i risultati del ballottaggio a Milano per queste elezioni amministrative comunali è prossimo al dato definitivo: Giuseppe Sala è il nuovo sindaco di Milano, manca davvero poco all’ufficialità visto che secondo i dati reali dei voti che arrivano dal Ministero dell’Interno parlano delle sezioni scrutinate che sono 1202 su 1248. Giuseppe Sala è il nuovo sindaco di Milano, battuto al fotofinish Stefano Parisi, con questi dati semi-definitivi: il candidato democratico ottiene il 51,66%, mentre il candidato di centrodestra dopo una lunga battaglia in campagna elettorale, ottiene il 48,34%. Lorenzo Guerini e Maurizio Martina, membri del Partito Democratico, festeggiano il voto su Milano: «un fatto storico, missione compiuta! Milano Guarda avanti con Beppe Sala». Pesante è il commento del leader Carroccio, Matteo Salvini: «chi sbaglia paga, domani saremo in ufficio a riprendere il lavoro. Varese un risultato pesante nonostante altre vittorie. Mi fa male per Milano soprattutto per il mezzo milione di milanesi che non ha trovato 3 minuti per andare a votare». Finisce così la sfida durate mesi per queste elezioni amministrative Milano 2016, con il ballottaggio che trova un vincitore scontato all’inizio, poi messo in discussione negli ultimi mesi, e ora di nuovo in trionfo certo. «Molta gioia e senso di responsabilità, tutto quello che abbiamo detto in campagna elettorale dovrà diventare realtà, sarà dura ma ci impegnerò a fondo».
Il risultato dei ballottaggi 2016 a Milano sarà probabilmente determinato a spoglio molto avanzato. I primi exit poll sono lievemente favorevoli a Beppe Sala. Tuttavia anche Stefano Parisi nelle forchette indicate supera il 50% dei voti. Il secondo exit poll Ipr Marketing-Istituto Piepoli per la Rai indica Sale tra il 50% e il 54%, con Parisi tra il 46% e il 50%. Dunque la situazione è apertissima e i due candidati stanno seguendo nei rispettivi comitati lo spoglio. Forza Italia, in base ai dati di alcuni seggi pilota, dà avanti il candidato del centrodestra. Beppe Sala, arrivando al comitato, ha dichiarato di aver sentito Matteo Renzi e di aspettarsi una partita apertissima. Con lui ci sono anche il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerin e il ministro Maurizio Martina. Gli exit poll relativi al ballottaggio 2016 di Milano confermano il risultato in bilico per determinare chi sarà il nuovo Sindaco tra Giuseppe Sala e Stefano Parisi. Secondo quanto rilevato da Emg-Acqua per La7, il candidato del centrodestra avrebbe tra il 46,5% e il 50,5% dei voti, mentre quello del centrosinistra tra il 49,5% e il 53,5%. Come si vede entrambi potrebbero superare il 50%. La conferma arriva anche dai dati dell’Istituto Piepoli-Ipr Marketing elaborati per la Rai, secondo cui Sala sarebbe lievemente in vantaggio con una forbice tra il 49% e il 53%, mentre Parisi è accreditato di una percentuale tra il 47% e il 51%. Ricordiamo che gli exit poll sono riferiti a interviste raccolte fuori dai seggi, dunque è bene attendere le proiezioni per farsi delle idee più precise sull’andamento del risultato effettivo.
L’affluenza regge a Milano per il ballottaggio alle Elezioni Comunali 2016: il dato ufficiale alle ore 19, diffuso dal Comune di Milano dopo aver raccolto le informazioni da tutti i Municipi, parla di una affluenza del 39,72% su tutti gli aventi diritto al voto, poco più di un milione di elettori. Sono quasi 400mila i milanesi che si sono recati alle urne prima delle ore 19, con il voto per le Amministrative 2016 che andrà avanti fino alle ore 23. Un buon dato, non eccellente, ma che conferma come la sfida Parisi-Sala sta mantenendo i dati del primo turno e e non perdendo troppo rispetto al calo fisiologico del ballottaggio. Resta dunque da capire, visto che in pratica molti degli elettori del primo turno sono tornati al secondo turno di oggi, verso dove si sono orientati i voti del Movimento 5 Stelle, autentico ago della bilancia a questo punto della partita più in equilibrio di tutta Italia. Un risultato tra l’altro atteso anche e soprattutto in ottica nazionale, con la sfida pro o contro Renzi che l’ex commissario di Expo, pur non volendolo, si trova costretto ad impersonificare. Il primo turno vedeva un 42,43% di affluenza e dunque si può dire con certezza che il calo non è tragico: mancano solo 3 ore al termine del ballottaggio, la sfida si avvicina al finale.
La domanda che ci si pone, vedendo l’affluenza parziale al ballottaggio Milano per le Elezioni Amministrative 2016 riguarda essenzialmente il vero pomo della discordia: con i voti praticamente equo divisi al primo turno tra Beppe Sala e Stefano Parisi, decisivi potrebbero risultare gli elettori del Movimento 5 Stelle che hanno davanti una scelta piuttosto difficile. Da un lato la destra di Parisi che non convince le idee e le tradizione grillina, dall’altro dare il voto ad un candidato renziano è cosa sempre vista di cattivo gusto dalla base a 5 stelle. Se l’affluenza però nella prima parte della giornata – ora si attende il dato delle 19 – non è calata e si è attestata sulle posizioni del primo turno, significa che più o meno le stesse persone sono tornate al voto dopo 14 giorni. Cosa avranno votato quindi i grillini? Il mistero andrà avanti almeno fino alla prima proiezione o exit poll delle 23: la partita entra nel rush finale, con Sala e Parisi che attendono un risultato importantissimo anche e soprattutto su scala nazionale.
Ha scherzato oggi Stefano Parisi, il candidato del Centrodestra al ballottaggio alle elezioni comunali amministrative 2016 a Milano. Quando si è recato al seggio per votare, dopo aver consegnato la scheda, alla domanda “Ma ha votato Sala?” ha risposto “Si, ho votato Sala”. (clicca qui per vedere il video). Parisi ha votato allo stesso seggio dello sfidante Giuseppe Sala, candidato del Centrosinistra, quello di via Goito. Il primo ad arrivare però stamattina, alle 10.30, è stato l’ex commissario di Expo 2015 che si è presentato al seggio accompagnato dalla moglie moglie Dorothy De Rubeis. Ai giornalisti ha detto: “Sono tranquillo” e non ha voluto rispondere ad altre domande. Più tardi è arrivato Stefano Parisi che, dopo la battuta ironica, non ha rilasciato altre dichiarazioni alla stampa: era accompagnato dalla moglie, Anita e dalla figlia Camilla.
Il ballottaggio a Milano per queste elezioni comunali amministrative 2016 è ancora in corso: i risultati inizieranno ad arrivare dopo le 23, con la chiusura delle urne e l’inizio dello spoglio elettorale. Mentre si attendono i nuovi dati di affluenza alle ore 19, la corsa per la sfida Beppe Sala-Stefano Parisi è avvincente e con ben poche possibilità di previsione. I colleghi del Fatto Quotidiano sono andati in piena Chinatown, il quartiere attorno a via Paolo Sarpi, dove alberga il più alto tasso di presenza cinese nella città meneghina: alcuni residenti cinesi raccontano come i candidati siano “troppo simili”. «Se sono soddisfatto? Vediamo stasera. Non sono contento di cosa ha fatto la giunta negli scorsi anni rispetto a questo quartiere». Le risposte arrivano anche dagli elettori italiani della zona Sarpi: «le somiglianze tra Sala e Parisi mi danno rassicurazione, comunque vada cadiamo bene», mentre altri sono di frangente del tutto opposto, “vedrò dove tira la matita”. La corsa cinese che si era vista alle primarie del Pd verso Beppe Sala sembra però non esser stata replicata in questo ballottaggio Amministrative: “i cinesi stanno tutti lavorando, non gli interessa al momento delle votazioni di Milano”, racconta uno scrutatore al seggio della zona, sempre ai microfoni de Il Fatto Quotidiano.
“Si vota solo oggi, fino alle 23”: è affidata a questo post per ora l’unica attività su Facebook di Beppe Sala, candidato del Pd in questo ballottaggio che lo vede contrapposto al candidato di centrodestra Stefano Parisi. La battaglia a Milano sarà durissima per entrambi i candidati, separati alla vigilia da appena un punto percentuale, anche se le voci ufficiose riguardanti sondaggi riservati davano in vantaggio ora Sala ora Parisi. Tace invece il profilo Fb di Stefano Parisi, il cui ultimo messaggio è datato 16 giugno (“Milano ha bisogno di un’amministrazione moderna e tecnologica, in grado di affrontare nel dettaglio i problemi della qualità della vita dei milanesi: la sicurezza, il decoro urbano, la cura per gli anziani”). L’affluenza a Milano è salita di pochi decimi rispetto al primo turno, secondo i dati diffusi dal Viminale; un dato in controtendenza rispetto a quelli provenienti da altri centri e più fedeli al trend storico che vede solitamente gli elettori più numerosi al primo turno. A Milano questa volta chi sarà premiato dall’affluenza? Potrebbero essere sia gli elettori di sinistra, a recarsi in maggior numero alle urne per sostenere il loro candidato Beppe Sala insidiato da Parisi. Ma potrebbero essere anche gli elettori di centrodestra, solitamente a minore partecipazione, a essersi mobilitati per avere “fiutato” la possibilità di sgambettare Sala e, con lui, Matteo Renzi.
Il dato dell’affluenza al ballottaggio Milano 2016 alle ore 12 è chiaro: c’è un leggero rialzo rispetto al primo turno con più votanti alle urne, dal 15,46% ci si è spostati verso il 15,93%. Resta da capire se questi dati sulle elezioni Comunali Amministrative sotto la Madonnina avranno ripercussioni in positivo verso Giuseppe Sala o Stefano Parisi: molto infatti conta dall’affluenza finale, con cinque anni fa che fu analoga al primo turno, e quest’anno che invece ha posto al primo turno a Milano il 54,17%. Se ci fossero meno o più voti chi sarebbe avvantaggiato? Storicamente i più “impegnati” al voto sono gli elettori di sinistra e a quel punto Sala forse potrebbe avere un leggero vantaggio; resta però il contraltare del voto “anti-Renzi”, nel dubbio probabilmente qualcuno potrà decidere di non andare al voto o premiare l’avversario per mettere in difficoltà il Pd nazionale. Su tutti, gli elettori del Movimento 5 Stelle sono attesi sul voto finale: i grillini faranno come il candidato perdente Corrado, che andrà a votare “Grillo” annullando il voto oppure proveranno a scegliere un candidato più simile alle proprie battaglie? Tutto aperto, il rebus rimane e il prossimo appuntamento delle 19 ci darà già qualche risultato in più.
Sono usciti i primi dati di affluenza per il ballottaggio a Milano nelle Elezioni Comunali 2016 in corso: con le urne che chiuderanno alle ore 23, abbiamo i primi dati sulla partecipazione al voto in queste Amministrative milanese. Alle ore 12 il dato ufficiale del Viminale segna per la città di Milano il voto al 15,93% degli aventi diritto al voto: un dato in sostanziale parità rispetto al primo turno dove avevano votato, 14 giorni fa, il 15.56% addirittura dunque in aumento rispetto a quel dato. Risultati non altissimi dunque, ma almeno si conservano i votanti del primo turno alle Amministrative: la sfida Beppe Sala-Stefano Parisi continua, con il dato di votanti non alto che vedremo nelle prossime ore su chi avrà “avvantaggiato” la corsa verso la poltrona di nuovo sindaco di Milano. Alle ore 19 e alle 23 i prossimi appuntamenti ufficiali sull’affluenza.
Milano si è svegliata questa mattina con il voto per il ballottaggio fervente: le elezioni comunali Amministrative 2016 che sceglieranno il nuovo sindaco, tra Stefano Parisi e Giuseppe Sala: la sfida è aperta e combattuta, e vengono scomodati “mostri sacri” della cultura e politica milanese, tirati un po’ per la giacchetta per esprimere una possibile indicazione di voto. E allora sulla pagina Facebook del sindaco uscente Giuliano Pisapia spunta la vignetta di Staino che con i suoi famosi personaggi fumettistici “cita” Giorgio Gaber provano ad esprimere un voto per Beppe Sala. Tra questi ultimi appelli dunque la vignetta in cui Bobo e Ilaria invitano Molotov a scendere dall’albero e ad andare a votare Sala: Gaber con la sua famosa “La libertà” diceva appunto “la libertà non è andar sopra un albero, libertà è partecipazione”. Da segnalare che nella vignetta campeggia in alto (clicca qui per la vignetta di Staino) un “la democrazia non è star sopra un albero…”, con una evidente stortura del meraviglioso testo gaberiano; perdoniamolo a Staino, resta però molto difficile pensare, se fosse ancora vivo il grande Signor G, che potesse schierarsi così apertamente. Lui era per un “maggior spazio di incidenza” nella sfera totale della persona: siamo sicuri che si sarebbe “abbassato” ad una mera indicazione di voto?
-In un ballottaggio 2016 come quello di Milano che si preannuncia quanto mai equilibrato visto lo scarto di 5.000 preferenze al primo turno tra Beppe Sala e Stefano Parisi, ogni voto può risultare decisivo. Ne è consapevole anche il candidato di centrosinistra che questa mattina sul proprio profilo Twitter ha scritto:”Buon voto a tutti i milanesi”. Un augurio posto a margine di una fotografia nella quale si vede una giovane mano stringerne un’altra più “esperta” e su cui si erge la scritta:”Seggi aperti. Si vota dalle 7 alle 23. È il momento di portare tutti a votare”. Il cinguettio di Beppe Sala ha conquistato nel giro di 3 ore una trentina di likes, ma ciò che emerge da questo tweet è l’auspicio, comune ai candidati di ogni schieramento, di una partecipazione massiccia al voto da parte degli elettori in queste importantissime consultazioni amministrative.
Urne aperte da poco meno di un’ora a Milano per il ballottaggio 2016 di queste elezioni comunali amministrative che vede l’uno contro l’altro Giuseppe Sala e Stefano Parisi. Secondo l’analisi svolta da La Repubblica oggi, 19 giugno 2016, saranno soprattutto due i fattori determinanti per il successo dell’uno o dell’altro candidato: l’affluenza e i voti grillini. Un’affluenza in calo infatti renderebbe possibile un risultato di qualsiasi genere considerato che lo scarto tra i due candidati al primo turno è stato inferiore a 5.000 schede. Per quanto riguarda i voti pentastellati, il candidato a sindaco del M5s Michele Corrado ha preferito non indicare un preciso schieramento, ma il sentore in città è che lo schema ricalcato dagli elettori del Movimento a Milano sia quello di allearsi con il “nemico” del “nemico maggiore”, in questo caso il Pd. A beneficiare delle ruggini a livello nazionale tra Pd e M5S potrebbe essere proprio Parisi, ma senza candidati al consiglio comunale in campo alla ricerca di preferenze e con un elettorato chiamato a scegliere direttamente sulla persona migliore per guidare Milano, tutto è davvero possibile.
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Oggi si terranno le Elezioni Amministrative Milano 2016 con gli attesi risultati del ballottaggio tra i candidati sindaco Giuseppe Sale e Stefano Parisi: il secondo turno delle Comunali richiama al voto quasi un milione di cittadini che dovranno esprimere il voto solo su uno dei due candidati vincenti nei risultati delle prima tornata. La città in fermento, il post-Pisapia vede un equilibrio quasi perfetto tra il candidato dem e l’uomo del centrodestra unito: dopo due settimane di ulteriori scontri televisivi e confronti su giornali e nei mercati, gli aspiranti sindaco attendono con ansia il risultato finale di questo voto, con un leggero dato a Sala per quanto abbiamo visto nel primo turno. Seguiremo il tutto come 14 giorni fa con una diretta live e con aggiornamenti e servizi lungo tutta la giornata della vigilia di oggi e ovviamente con il voto di domani e i risultati definitivi di lunedì. Estremo equilibrio, chi la spunterà tra Mr Expo e l’uomo già da già parti “candidato” ad un futuro importante nel centrodestra?
Il voto del 6 giugno 2016 ha visto per le Elezioni Comunali a Milano il sostanziale pareggio tra Giuseppe Sala e Stefano Parisi, rappresenta una sfida maggiore per il ballottaggio delle Amministrative di oggi. I milanesi alle urne nel primo turno sono stati il 54,65% degli aventi diritto al voto e si attendono numeri già alti per questo secondo turno: stando ai dati definitivi del Viminale, Giuseppe Sala 14 giorni fa prese il 41,69% delle preferenze, 224.156 voti nel dettaglio, raccogliendo un ottimo risultato dal Pd e da altre liste correlate. Stefano Parisi invece prese il 40,77% con 219.218 voti, sostenuto dall’exploit di Forza Italia (20,20%) e da tutte la altre liste del centrodestra correlate. Hanno battuto la concorrenza e si sono aggiudicati il ballottaggio di domani, con i candidati rivali che si sono fermati tutti sotto il 10%, da Corrado del M5s (10,06%) a Basilio Rizzo al 3,56%. L’attesa è tutta per scoprire quanto i voti “emigreranno” da un partito verso il candidato in lizza per diventare sindaco di Milano: vincerà la sinistra in appoggio a Sala, oppure i voti grillini aiuteranno la squadra di Parisi?
I candidati sindaco di Milano Stefano Parisi e Giuseppe Sala si sono scontrati nell’arena di Sky in vista del ballottaggio previsto per la prossima domenica. Il confronto è stato mediato da Gianluca Semprini. Stefano Parisi, 59 anni, è il candidato del Centrodestra, sostenuto da Forza Italia, Milano popolare, Lega Nord, Pensionati, Lista civica Parisi (il suo gruppo di provenienza) e Fratelli d’Italia. Il primo punto messo in luce dal mediatore è stato di richiedere ai candidati cosa li differenziasse l’uno dall’altro, e Parisi ha affermato che ciò che lo distanzia dal candidato PD sia la volontà di ricostruire e rilanciare l’immagine di Milano grazie ad investimenti e sviluppo, ma anche di rinforzare la sicurezza della città. Sulla tematica dei migranti e dei rifugiati nel territorio urbano, il candidato di Centrodestra ha sostenuto che in questo momento il governo Renzi non ha un piano reale e concreto per l’emergenza, sostenendo anche di aver proposto a Pisapia e al Prefetto un piano comune per gestire gli afflussi. Alla domanda su quale sia il “lato” sul quale buttarsi (con una metafora calcistica) Parisi ha risposto simpaticamente che i calciatori non avvertono dove tireranno il rigore, per poi sostenere che chi esprime la preferenza per lui vuole un voto di cambiamento rispetto alla giunta precedente.Interrogato sulla problematica della legalità e della lotta alla mafia Parisi ha sostenuto che una cosa sia parlare della legalità in politica e una cosa sia parlare di mafia in generale. Per Parisi la legalità è una questione nodale, e se ne farà garante in prima persona. Per quanto riguarda il ruolo a Milano della comunità cinese, secondo Parisi il commercio della celebre via Paolo Sarpi è stato implementato e riqualificato già ai tempi di Letizia Moratti, ma si dichiara contrario al commercio all’ingrosso in questa zona così centrale della città, e vuole ricondurre molte di queste attività grossistiche nel solco della località. Anche sul tema sicurezza Parisi si dimostra deciso a intervenire, e sostiene che la vigilanza di quartiere sia fondamentale, anche per perseguire i reati che ora non sono percepiti come tali. Parisi vuole valorizzare i beni culturali milanesi con una crescita della qualità delle mostre e una razionalizzazione delle risorse, eventualmente anche private. Le partecipate, per Parisi, sono utili ma vanno anche sapute cedere quando il mercato è favorevole per acquisire risorse per riqualificare aree degradate. L’inquinamento a Milano, problema impellente, sarà risolto da Parisi non con il blocco delle auto, bensì con l’aumento di veicoli ibridi ed elettrici e rigenerando il patrimonio abitativo tramite il cambio delle caldaie. Parisi vuole preservare il Leoncavallo togliendo spazio ai centri sociali per aumentare quello della previdenza.
Giuseppe Sala, 58 anni, si presenta invece tra le fila del PD, sostenuto anche da Italia dei Valori, Sinistra per Milano e Beppe Sala-Noi Milano. Alla domanda su quale siano le questioni che lo differenziano nettamente dal suo avversario, Sala ha risposto che vuole una città basata sulla difesa dell’ambiente e della vivibilità dei cittadini ma anche sul rilancio delle periferie ora degradate. Riguardo alla problematica dell’immigrazione nel capoluogo lombardo Sala richiama i numeri dell’immigrazione, sostenendo che Milano ha accolto 92.000 migranti di cui 17.000 bambini, ed afferma che il Centrosinistra è disposto ad accogliere ancora, poiché Milano ne ha le capacità, ma che non si debba sforare il numero previsto mettendo così a repentaglio la sicurezza dei cittadini. Sulla questione di quale sia il lato migliore su cui buttarsi per catturare un maggiore bacino elettorale, Sala si dimostra scettico sull’appoggio dei grillini, sebbene ci siano degli elementi di convergenza. Sul fenomeno mafioso e ‘ndranghetista, Sala si esprime positivamente su Greco e sul lavoro che sta facendo contro la corruzione, sottolineando l’importanza delle commissioni antimafia nel territorio urbano. La presenza e il ruolo dei cinesi nel capoluogo meneghino è importante e va tutelata, secondo Sala, anche perché c’è poca integrazione tra italiani e cinesi; bisogna, tuttavia, migliorare la logistica del commercio, eventualmente spostando le attività all’ingrosso nella zona dell’OrtoMercato. Sala si è espresso sul tema sicurezza sostenendo di voler aumentare l’organico e migliorare la tecnologia. Per la valorizzazione del patrimonio culturale a Milano Sala sostiene che il vero progetto da avviare al più presto sia La Grande Brera, oltre che la valorizzazione dei monumenti già esistenti. Nell’ambito delle partecipate per rilanciare la costruzione e la riqualifica di alcune zone di Milano Sala si dimostra favorevole ma comunque cauto. Per risolvere alla radice l’inquinamento a Milano Sala è convinto che l’implemento delle linee di metro e il blocco del traffico nelle zone centrali siano le prime questioni da affrontare. Per la tutela del Leoncavallo Sala propone una regolarizzazione dei luoghi.