I Cinque Stelle vincono a Roma, dove Virginia Raggi ottiene il 67,2% contro il 32,8% di Roberto Giachetti, e conquistano Torino, con Chiara Appendino al 54,6% contro il 45,4% di Piero Fassino. M5s prevale in altri 19 ballottaggi su 20 cui ha preso parte. Tra i nuovi municipi a Cinque Stelle ci sono Pisticci in Basilicata, Cattolica in Emilia Romagna, Anguillara Sabazia, Genzano, Nettuno e Marino nel Lazio, Vimercate in Lombardia, Castelfidardo nelle Marche, Pinerolo e San Mauro Torinese in Piemonte, Ginosa e Noicattaro in Puglia, Alcamo, Favara, Grammichele e Porto Empedocle in Sicilia, Chioggia in Veneto. Ne abbiamo parlato con Mauro Suttora, inviato di Oggi ed esperto del fenomeno Cinque Stelle.



La qualità del successo di M5s è la stessa ovunque o cambia a seconda che si parli di Roma e Torino?

E’ esattamente la stessa. I Cinque Stelle vincono sempre al ballottaggio, qualsiasi percentuale abbiano preso in precedenza. Lo documenta il fatto che su 20 ballottaggi cui hanno partecipato hanno vinto in 19. Oltre a Roma e Torino ci sono stati quindi altri 17 casi di vittoria. Questo non per merito di M5s, ma per l’odio reciproco che c’è tra sinistra e destra, per cui gli elettori di destra se in un ballottaggio devono scegliere tra Pd e Cinque Stelle votano per questi ultimi. Mentre se il ballottaggio è tra destra e grillini, quelli di sinistra votano per M5s.



Quindi non è per merito di M5s se ha vinto a Roma e a Torino?

A fare vincere i Cinque Stelle sono stati gli elettori di centrodestra, insieme ai demeriti del Pd per note vicende come la corruzione a Roma e una certa immagine troppo logorata di Fassino a Torino.

Qual è il ruolo di Grillo in questa vittoria?

Ormai i Cinque Stelle si sono emancipati da Grillo e la loro forza non è più il leader carismatico ma la compattezza quasi leninista. M5s ha uno zoccolo duro tra 1 e 2 milioni di simpatizzanti che mobilita via web. Nella situazione di sfacelo degli altri partiti il movimento riesce a catalizzare la massa critica necessaria per vincere ai ballottaggi.



La Raggi e l’Appendino potranno giovarsi di un periodo di luna di miele o l’opinione pubblica le aspetta subito al varco?

Avranno sicuramente un periodo di luna di miele, perché peggio di quello che è successo a Roma negli ultimi dieci anni non penso possa succedere e inoltre perché gli altri partiti nel frattempo continuano a rubare. Lunedì per esempio è stato arrestato il sindaco di Lavagna (Genova), Giuseppe Sanguineti. Il clima generale in Italia, soprattutto con la crisi delle banche, mi porta a dire che se si fosse votato in Veneto i Cinque Stelle avrebbero vinto ovunque. Dopo la crisi della Banca di Vicenza non ci si poteva infatti che rifugiare nel voto di protesta.

La Raggi ha preso 770mila voti. Questo può creare un problema con il direttorio?

Ci saranno sicuramente dei conflitti di personalità. La Raggi per esempio ruba la scena alle due “reginette” romane del movimento, Paola Taverna e Roberta Lombardi, nonché ai due “galletti” del direttorio, Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio. Lo si è visto domenica sera, quando Di Maio ha subito precisato che il significato della vittoria di Roma è che lui sarà il prossimo candidato premier. Sicuramente questi conflitti emergeranno con il passare del tempo, anche se questi personaggi sono abbastanza furbi da nascondere le loro ambizioni.

 

Adesso la Raggi e la Appendino potranno alzare la posta e decidere in modo autonomo?

Loro decideranno nelle questioni locali di Roma e Torino. D’altra parte l’Appendino ha rifiutato di avere uno staff di “badanti”, che invece la Raggi si è impegnata ad accettare addirittura in forma scritta. Il neo-sindaco di Roma ha quindi questa équipe composta da quattro esponenti tra cui la Taverna e la Lombardi. Ora potrebbero esserci degli screzi all’interno, ma dopo che ha ottenuto il 67,2% dei voti, di più dello stesso Luigi de Magistris, ormai la Raggi si è emancipata da ogni controllo della Casaleggio, degli staff e dei direttori.

 

Beppe Grillo ha commentato: “Ora voliamo alto verso il governo nazionale”. M5s è davvero pronto per governare l’Italia?

No, non è assolutamente pronto e sarebbe un dramma se dovesse andare al governo. Anche la scelta degli assessori a Roma ha dimostrato che purtroppo il personale politico di M5s è di livello molto basso. Come assessore allo Sport hanno individuato per esempio Andrea Lo Cicero, un ex giocatore di rugby… La forza del movimento sta nella debolezza degli altri partiti e nell’acquiescenza dei media. I Cinque Stelle continuano a parlare dell’ostracismo di stampa e tv, mentre questo non è assolutamente vero.

 

In che senso parla di acquiescenza dei media verso i Cinque Stelle?

I Cinque Stelle ricevono un trattamento di favore da parte dei talk show. Per esempio riescono a evitare tutti i contraddittori, soprattutto con giornalisti scomodi.

 

(Pietro Vernizzi)