Mai come in queste elezioni amministrative di Milano 2016 la sfida tra i candidati a sindaco del capoluogo lombardo, tra cui Giuseppe Sala, si è combattuta a colpi di dichiarazioni dei redditi e trasparenza. Guadagni personali e fondi raccolti in campagna elettorale sono stati solo alcuni degli argomenti che hanno scandito Il Confronto su SkyTg24 al quale hanno partecipato oltre a Sala, Stefano Parisi e Gianluca Corrado. Durante Il Confronto su SkyTg24, Giuseppe Sala, candidato espressione del centrosinistra, ha dichiarato di aver speso fin qui “circa un milione di euro”, sottolineando però le alte probabilità di riuscire a mantenersi al di sotto di questa soglia. I temi caldi per Mr Expo, più che le spese elettorali , sono stati quelli che hanno toccato il suo reddito e il suo patrimonio. In trasmissione, per quanto riguarda l’anno passato, Sala ha infatti denunciato un reddito di “quasi 240.000 euro da manager pubblico”, affermando di possedere “una casa in Liguria e un appartamento di vacanza in Svizzera”. E proprio questi immobili sono costati più di un grattacapo al rappresentante del centrosinistra nelle scorse settimane. In un’autocertificazione per la trasparenza richiesta per il suo lavoro all’Expo risalente al 2014, Sala aveva infatti dimenticato di inserire il possedimento di una villa in Svizzera (a Pontresina) che la dichiarazione dei redditi pubblicata dopo lo scoppio delle polemiche ha dimostrato valere più di 1 milione e 300mila euro, nonché il pagamento per 10.000 euro di tasse. Sono stati in molti a criticare la decisione di Sala di pubblicare la denuncia dei redditi del 2014 e non l’ultima; lo staff del candidato però, dinanzi ai dubbi sollevati in merito, ha rivendicato che le polemiche erano scaturite da un’autocertificazione del 2014 e che proprio su questo anno si era deciso di intervenire per tranquillizzare l’opinione pubblica. Leggendo la dichiarazione di Sala è emersa anche un’altra “omissione” relativa alla autocertificazione finita sotto la lente d’ingrandimento. Si tratta di una villa a Zoagli che, come spiega Il Fatto Quotidiano, dal 10 gennaio 2011 al 1 dicembre 2014 è stata catalogata come “terreno”, mentre dal primo dicembre 2014 è accatastata come fabbricato. La dimora in questione del resto era stata a sua volta oggetto di polemiche nel 2012 quando Sala, come ricorda Il Giornale, per ristrutturarla aveva richiesto l’intervento di Michele De Lucchi, architetto che dopo aver realizzato una “villa a Zoagli” per “committente privato” ottenne tre incarichi all’Esposizione Universale senza gare d’appalto. A completare il profilo patrimoniale di Sala vi sono infine degli immobili situati nel comune di Vaprio d’Adda di Milano e un paio di attività finanziarie in Romania, anch’esse non citate nell’autocertificazione della “discordia”.
– Giuseppe Sala, detto Beppe, è nato nel 1958 è il candidato del Partito democratico (e liste collegate) nelle elezioni amministrative di oggi, 5 giugno. La sua carriera politica ha inizio al Comune di Milano nel 2009. L’allora sindaco Letizia Moratti lo ha chiamato a ricoprire l’incarico di direttore generale, ruolo mantenuto per un anno e mezzo. Da febbraio a maggio 2012 è stato presidente di A2A, l’azienda pubblica lombarda di energia e servizi. Viene nominato rappresentante del Comune di Milano nel CdA di Expo 2015 S.p.A., società pubblica incaricata di realizzare, organizzare e gestire l’Esposizione Universale di Milano del 2015. Ne è stato amministratore delegato da giugno 2010 a dicembre 2015, quando ha dato le dimissioni. Nel 2013 il Presidente del Consiglio dei Ministri Enrico Letta lo ha nominato unico delegato del governo per l’Expo. Da ottobre 2015 è membro del CdA di Cassa depositi e prestiti. A fine 2015 ha annunciato la sua candidatura a sindaco di Milano, come successore di Giuliano Pisapia. A febbraio 2016 Beppe Sala ha vinto le primare del Pd sbaragliando gli altri concorrenti. Oltre ad essere un politico, Giuseppe Sala, è un dirigente d’azienda. Nel 1983 si è laureato in economia aziendale all’Università Bocconi, iniziando la carriera professionale in Pirelli e ricoprendo diversi ruoli nel controllo di gestione, nella pianificazione strategica, nella valutazione degli investimenti e nelle nuove iniziative di business. Nel 1998 è stato nominato amministratore delegato della Pneumatici Pirelli, in qualità di senior vice president operations, cioè responsabile delle strutture industriali e logistiche del settore pneumatici nel 2001. Nel 2002 è passato dagli pneumatici alle telecomunicazioni, diventando chief financial officer di TIM, poi direttore generale di Telecom italia Wireline, dal 2003 al 2006, e nella società nata dalla fusione di TIM e Telecom Italia. Dal 2007 al 2008 è stato senior advisor per Nomura Bank e presidente di Medhelan Management & Finance. Sala è Sposato con Dorothy De Rubeis, nipote dell’ex sindaco dell’Aquila Tullio De Rubeis.
Giuseppe Sala si presenta alle elezioni con il sostegno di quattro liste: Italia dei Valori per Beppe Sala Sindaco, Beppe Sala Sindaco Noi Milano, Partito Democratico per Beppe Sala Sindaco e Sinistra X Milano. La lista del Pd al suo interno conta nomi eccellenti. Il capolista è Pierfrancesco Majorino, attuale assessore alle Politiche Sociali del capoluogo lombardo e, accanto a lui, ci sono Carmela Rozza, Pierfrancesco Maran e Marco Granelli. Nell’elenco dei democratici che aspirano al consiglio comunale c’è anche Milly Moratti. Anche nella lista civica di Sala figurano degli assessori uscenti: Cristina Tajani, Assessore al Lavoro, e Franco D’Alfonso, Assessore al Commercio. Presente anche Maria Grazia Guida, Assessore all’Educazione e vice sindaco fino al 2013. Il capolista è Fiorenzo Galli, direttore del Museo della Scienza e della Tecnica.
Sono tre i pilastri su cui si basa il programma elettorale di Giuseppe Sala per il Comune di Milano. La sicurezza e la cura della città sono al primo posto, accompagnate dalla promozione internazionale di Milano, per riportare il centro lombardo agli alti livelli in cui si trovano le città leader del mondo. Il terzo pilastro è costituito dalle tasse: devono essere eque e stimolare l’economia. Pagare le tasse è importante per sostenere le persone che vivono in condizione di disagio, così come bisogna sostenere le periferie senza soffocare famiglie ed imprese con balzelli troppo elevati. Sala ritiene che Milano debba puntare su innovazione e inclusione. La città deve saper accogliere gli innovatori dei prossimi vent’anni. Ci devono essere opportunità di riscatto sociale, con la garanzia di accesso all’educazione ed ai servizi di qualità, oltre alla possibilità di ricevere aiuto nei casi di reale necessità. Bisogna eliminare le forme di discriminazione e diseguaglianza intervenendo anche sulla legalità. L’intenzione è quella di seguire la strada spianata da Pisapia, agendo con trasparenza ed efficienza per eliminare mafia e corruzione. Tutto deve essere effettuato con protagonismo e partecipazione, con cooperazione per individuare e perseguire obiettivi comuni. Milano deve puntare alla costituzione di una comunità, a far fiorire la città e a internazionalizzarla dopo averla resa sufficientemente solida. Si dovrà puntare alle identità locali, alle produzioni di zona e all’ospitalità dei vari quartieri. Questi ultimi dovranno essere sicuri e sorvegliati da forze di polizia che si dovranno affiancare alla società e andranno a monitorare sport, cultura e spazi pubblici per renderli di qualità. Questo vorrà dire formare una comunità di quartiere colma di fiducia nelle proprie capacità e nell’onestà del prossimo. La sicurezza si otterrà affrontando insieme i problemi. Una nota speciale è riservata all’ambiente e allo sviluppo: Milano dovrà diventare un esempio di comune sostenibile a livello italiano e mondiale e acquisire un ruolo nella lotta ai cambiamenti climatici, sviluppando la green economy.