È la seconda meta della mattina e Stefano Parisi arriva al proprio seggio in via Goito per votare alle Elezioni Comunali 2016 in versione… giro d’Italia! Il candidato del centrodestra unito saluta sereno e tranquillo i cronisti lì ad attenderlo: la sfida per Milano è in corso, le Amministrative fino alle 23 vedranno le votazioni in cui si deciderà il prossimo sindaco del capoluogo lombardo e Parisi in tenuta ciclista rassicura tutti. “Non ci preoccupate, prima mi faccio una doccia, eh! Cosa credete?!”. Per il candidato di tutta la coalizione del centrodestra unito – nonché vera speranza per il rilancio di Salvini, Meloni e Berlusconi a livello nazionale – l’attesa è tanta per riuscire a capire in previsione del ballottaggio molto probabile, chi arriverà con il vantaggio dei numeri e chi dovrà invece rincorrere. Clicca qui per vedere l’arrivo di Parisi alla urne in bici
Stefano Parisi, candidato a sindaco di Milano in queste elezioni amministrative di oggi, 5 giugno, per Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, Lista civica Milano Popolare, Partito Pensionati, Lista civica Io corro per Milano, è nato a Roma nel 1956, ma vive a Milano dal 1997. Il suo contatto con l’ambiente politico istituzionale inizia presto, con l’ottenimento di ruoli professionali di primo piano. La sua attività professionale si è avviata nell’ufficio studi della Cgil. A 28 anni è diventato capo della segreteria tecnica del ministero del Lavoro, rimanendo in carica per quattro anni. Successivamente Parisi è approdato alla vicepreseidenza del Consiglio dei ministri durante il governo guidato da De Mita, per un anno, poi, per altri due, è stato a capo della segreteria del ministro degli Esteri, Gianni De Michelis. Negli anni Novanta è stato chiamato alla presidenza del Consiglio dei ministri, a capo del dipartimento per gli Affari economici, con Giuliano Amato, prima, e con Carlo Azeglio Ciampi, dopo. Nel 1994 Stefano Parisi è stato in lizza per il posto di segretario generale della presidenza del Consiglio, con il governo Berlusconi, ma l’incarico è andato a Franco Frattini. Trasferitosi a Milano è stato nominato segretario comunale, ovvero city manager, da Gabriele Albertini. In quel periodo è stato siglato il Patto per Milano sulla flessibilità, per combattere lavoro nero e disoccupazione. Nel 2000, sotto la presidenza di Antonio D’Amato, è stato chiamato a Confindustria, a Roma, come direttore generale. Nel 2004 Parisi ha ottenuto il ruolo di amministratore delegato di Fastweb, rientrando a Milano. Nel 2012 ha fondato Chili Tv, società di streaming on line di film e serie televisive, di cui è presidente. Laureato alla Sapienza in Economia e Commercio, Parisi è sposato e ha due figlie. Ha un cane, adora la corsa e la bicicletta.
Stefano Parisi, candidato per il centrodestra per il Comune di Milano, si presenta con sei liste in appoggio, di cui una lista civica e sei espressioni dei partiti. Pensionati, Per Parisi Forza Italia Berlusconi, Io Corro per Milano Lista Civica Parisi per una Milano Unica, Milano Popolare Parisi Sindaco, Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale – Giorgia Meloni per Parisi Sindaco, Lega Nord Lega Lombarda Salvini. L’aspirante sindaco del centrodestra conta anche sui vip che ci sono nelle liste, come l’ex calciatore del Milan Daniele Massaro, arruolato da Forza Italia, l’ex soubrette Simona Tagli, inserita tra i nomi di Fratelli d’Italia, il filosofo Stefano Zecchi.
Stefano Parisi ha presentato un programma ricco di proposte, con oltre venti punti articolati in azioni specifiche. I temi più importanti sono riconducibili a sei filoni, che spiegano chiaramente gli obiettivi che l’esponente del centrodestra vuole raggiungere. Il trasporto pubblico non deve essere gratuito, quindi anche per questo deve essere di qualità. Preferire il mezzo pubblico all’auto propria deve essere motivato da un effettiva convenienza, non solo economica, ma anche in termini di tempo e di qualità del viaggio. Parisi sostiene che, oltre al centro di Milano, ci sono diverse zone in cui i cittadini vivono e lavorano e, per questo, meritano un miglioramento delle condizioni. Ogni quartiere deve diventare un luogo di pregio, puntando sull’estetica e sulla presenza di attività e luoghi in grado di attrarre. Parisi punta ad abbattere le contrapposizioni, gli steccati che dividono le diverse fazioni, per poter lavorare insieme al miglioramento della città. Uno dei suoi obiettivi è ridurre il carico di imposte comunali sui cittadini. La macchina pubblica deve essere più piccola, ma efficiente, rendendo il rapporto con la cittadinanza più agile. Secondo Parisi non deve più capitare che i milanesi debbano fornire al Comune informazioni che già gli uffici possiedono, ma che non visualizzano perché non ci sono canali di comunicazioni tra le diverse banche dati. Il suo programma affronta anche il tema delicatissimo che riguarda immigrazione e sicurezza: di fronte ad un fenomeno epocale quale quello dei flussi migratori, il Comune ha un potere ed uno spazio di manovra molto limitati, ma Parisi, qualora eletto, dice di avere un obiettivo molto chiaro in mente. Vuole, nel pieno rispetto dei principi di umanità, distinguere chi arriva a Milano per diventare un cittadino, integrandosi e lavorando, da chi vuole creare un corpo sociale separato, rimanendo chiuso in se stesso e potenzialmente aggressivo. Ultimo filone, ma non meno importante, è quello della famiglia. Parisi promette di usare tutti gli strumenti utili per tutelare la famiglia. L’intera amministrazione comunale di Parisi, se l’esito delle elezioni darà il semaforo verde, si concentrerà su una serie di azioni specifiche. La fiscalità di vantaggio per i nuclei familiari, il sostegno alle imprese che adottano politiche del lavoro family friendly, libertà di scelta del modello educativo e scolastico più idoneo alle aspettiative da parte di tutte le famiglie. Diritti ed incentivi saranno al centro dell’attenzione di ogni settore comunale per sostenere le famiglie.