Si è votato due giorni fa e i primi sondaggi politici ed elettorali che analizzano il voto delle Amministrative sono già cominciati: nell’attesa dei ballottaggi che incoroneranno i nuovi sindaci nella città già importanti rimaste al secondo turno, andiamo a veder quanto prodotto da Demos che analizza il dato sull’affluenza nei comuni con più di 15 mila abitanti. Stando ai dati ufficiali del Viminale, in queste Comunali 2016 si è arrivati al 60,1% in questi comuni superiori, mentre nel 2011 erano del 65,3%, ma l’interesse si accentua nella differenziazione delle zone d’utenza. Al nord e soprattutto nelle zone rosse del centro Italia, si assiste ad un crollo netto dell’affluenza: nei 46 comuni del nord, il crollo è del 10% (67-57) mentre al centro è dell’11% con le regioni tradizionalmente legate ai partiti di sinistra, Emilia, Toscana, Marche, Umbria e Lazio, hanno fatto mancare e di molto la gente alle urne. Regge invece il dato dei sondaggi e dei dati reali sulle Isole, con una perdita solo del 2%.
Le Amministrative sono finite e ora ci sarebbe bisogno di sondaggi politici ed elettorali per provare a capire come si preparano gli italiani al grande evento dei ballottaggi nel città in cui il primo turno non è stato sufficiente a decretare il nuovo sindaco. In pratica questo accade in tutte le città grandi al voto per le comunali 2016, esclusa Cagliari: ma il silenzio elettorale continua e i dati che possiamo mostrarvi sono quelli pre-divieto, anche se restano assai importanti per comprendere come gli italiani si preparavano all’evenienza di un ballottaggio. Prendiamo Roma, la sfida forse più importante: secondo i sondaggi di Demos e Demetra per La Repubblica, pubblicati prima del 20 maggio, l’ipotesi di ballottaggio tra Virginia Raggi e Roberto Giachetti era data come la più probabile e il risultati sorprendente. Nonostante la possibilità di Giachetti di raccogliere più voti fuori dal Pd rispetto alla Raggi fuori da M5s, per i romani il favorito a vincere il secondo turno è sempre la candidata grillina. 54,2% contro il 45.8% del candidato dem. La realtà confermerà questo dato? L’attesa è per il 19 giugno.
Ieri sono arrivati i risultati delle amministrative che in parte hanno confermato i sondaggi politici elettorali che per mesi abbiamo proposto e pubblicato con indicazioni interessanti sulla condizione di partiti e candidati verso le elezioni: ma il giorno dopo, con i risultati nelle varie città che indicano una totale diversità e particolarità trasversali sul voto e i verdetti, gli italiani si interrogano se basta “sistemare” il governo della città, come quello a livello nazionale, per considerare finita la fase di crisi per il nostro Paese. Secondo uno degli ultimi sondaggi politici di Euromedia, pubblicato da Ballarò su Rai 3, si riferisce alla possibile ripresa che il governo annuncia come probabile e già in atto. Netto il responso nei dati fornito dal campione di intervistati: il 73% dice di No, mentre solo il 181% è convinto che siamo in una fase di probabile ripresa economica. Interpellati direttamente sul perché allora l’Italia sarebbe ancora in crisi, gli italiani hanno reagito così: al 36,1% per incapacità di questo governo, per il 23,4% è colpa della crisi economica globale. Per il 22,7% è invece incapacità dei governi precedenti, ma rimane in colpe definite “politiche”, mentre da ultimo per il 12,4% la crisi sarebbe imputabile alla fase di trasformazione della società. Di fronte al voto che ha cambiato e forse di molto l’aria in alcune città d’Italia, da Roma con l’affermazione di Virginia Raggi a Milano dove il dopo Pisapia si conferma orientate tra due visioni diverse della stessa modalità di gestione (Sala e Parisi, i due ex city manager), secondo questi sondaggi politici, l’elettorato non sembra ancora “convinto” della narrazione renziana e para-renziana.