«L’Italicum è un’ottima legge che garantisce governabilità», è questo il parere di Graziano Delrio, ministro dell Infrastrutture, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Si può discutere di tutto, ma non di una legge “partorita” dopo numerose riunioni e passaggi parlamentari: «Se qualcuno vuole cambiarla e proporre una legge migliore, lo faccia. Ma a pochi mesi dal referendum, mi pare un esercizio molto complicato trovare una maggioranza», ha aggiunto il ministro, secondo cui l’Italicum è una legge elettorale che garantisce equilibrio e che non deve essere utilizzata dalla minoranza del Pd come strumento di lotta politica interna. Delrio ha parlato anche in vista del referendum di ottobre, spiegando che non è né su Renzi né sul governo: «Ma per avere un sistema efficiente che renda reali i valori della prima parte della Costituzione. Poi è chiaro che se non passano riforme strategiche come queste, un governo serio non può che prenderne atto».



Oggi entra ufficialmente in vigore la nuova legge Italicum, ma l’intero impianto del provvedimento, tra i più discussi del governo Renzi, potrebbe essere rivisto: il rischio è che rientri presto in discussione al Parlamento. Un caos totale di cui l’Italia non ha bisogno, secondo Luigi Di Mario: «Hanno parlato per tre mesi di referendum, olimpiadi e direzioni di partito. E così hanno perso le elezioni a Roma e Torino. Non contenti, il giorno dopo la sconfitta, hanno iniziato a parlare di modifiche alla legge elettorale, ovvero di come spartirsi le poltrone alle prossime elezioni politiche. La Camera dei deputati ci costa 100.000 euro all’ora (avete letto bene) e il PD vuole spendere questi soldi per cambiare l’Italicum. Ma quando vorranno tornare sulla Terra, gli mostreremo quali sono le priorità per l’Italia.», ha tuonato il Vice Presidente della Camera dei Deputati. Le priorità del Paese, dunque, sono altre per il Movimento 5 Stelle: una legge sul reddito di cittadinanza, alleggerimento fiscale per le imprese (con abolizione di Equitalia), norme anticorruzione e un piano energetico nazionale per rilanciare il lavoro in questo settore e abbassare le bollette energetiche (clicca qui per visualizzare il messaggio su Facebook).



Oggi ufficialmente la nuova legge Italicum entra in vigore, ma le nubi sono subito ritornate molto fosche sull’intero impianto del provvedimento, tra i più discussi del governo Renzi: non c’è pace in sostanza e negli ultimi giorni l’Italicum ha rischiato e rischia tutt’ora di rientrare in discussione al Parlamento. Antecedente di tutto, il voto delle Elezioni Comunali hanno evidenziato la sconfitta abbastanza netta del Pd specie ai ballottaggi, con una legge molto simile a quella che ora norma anche le elezioni politiche. La forza del M5s forse Renzi l’aveva sottovalutata – o forse meglio il calo suo di consensi – e così facendo in tanti ora stanno pensando ad un possibile rimetter mano alla legge elettorale che così com’è rischia, specie se l’esito del referendum costituzionale di ottobre dovesse fallire per il Pd, di mette i grillini in posizione privilegiata in eventuali elezioni post-referendum legge Boschi. I dolori del giovane Renzi, che sta riflettendo sulla farsi: ufficialmente afferma, come al MatteoRisponde di due giorni fa, «Mi scrivono, “non si provi a cambiare l’Italicum”. A me lo dite? Io lo tengo così!», ma poi a bocce ferme l’intenzione di modificare qualcosa sta balenandogli in testa. Forza Italia ad esempio, nella sua versione di nuovo più filo-nazareno degli ultimi mesi, sarebbe d’accordo per una modifica e la richiede da tempo: gli unici che ovviamente saltano sulla sedie sono i grillini. Ecco Grillo ieri sul blog M5s, scatenato: «modifica della legge elettorale e posticipazione dei referendum, Renzi ora vuole cambiare le carte in tavola perché ha paura di perdere. Un baro da due soldi e con la coda tra le gambe. Non si può fermare il vento con l mani. Sta pensando la posticipazione del referendum costituzionale perché il premier non eletto ha personalizzato il referendum d’ottobre salvo poi rendersi contro dopo le elezioni che gli italiani non vedono l’ora d mandarlo a casa». Il Pd è un putiferio, con Gotor (minoranza) che tuona, “l’Italicum è tutto da cambiare”, a Letta, “con questa legge non si può andare a votare”. E Renzi cosa deciderà allora? Un bel rompicapo per il Presidente del Consiglio, morso tra due fronti opposti: per ora rimane un no compatto alle modifiche della legge elettorale. Già, per ora.