“A Renzi conviene farsi promotore di un’iniziativa forte per cambiare l’Italicum, in modo da approvare una nuova legge elettorale prima del referendum costituzionale. Non credo che avrà il coraggio di compiere questa mossa, ma così potrebbe ottenere il sostegno di Berlusconi e rendere più agevole il percorso in vista del voto di ottobre”. E’ l’analisi di Stefano Folli, editorialista di Repubblica, in una fase in cui il dibattito sulla legge elettorale torna al centro della scena politica. Lo stesso presidente del Pd, Matteo Orfini, ha ammesso che “su una correzione ‘greca’ dell’Italicum si può costruire una convergenza larga in Parlamento. E quando dico larga intendo non solo del Pd”. Mentre per il presidente emerito, Giorgio Napolitano, occorre evitare di “puntare a tutti i costi sul ballottaggio, che rischia, nel contesto attuale, di lasciare la direzione del Paese a una forza politica di troppo ristretta legittimazione nel voto del primo turno”.
Sia Orfini sia Napolitano parlano di modificare l’Italicum. Che cosa sta succedendo?
Ormai è chiaro che l’Italicum dovrà essere cambiato. Al di là dei suoi aspetti tecnici, questa legge è diventata molto divisiva. Il governo è in difficoltà sul referendum, e il punto dirimente è proprio il rapporto tra la legge elettorale e la riforma costituzionale. E’ questo che genera molto scontento politico. Modificare la legge elettorale aumentando la rappresentatività e dando soddisfazione alle voci critiche significa abbassare la tensione e quindi rendere più agevole il percorso verso il referendum. Sono convinto che la legge sarà quindi cambiata, da ultimo lo ha detto in modo esplicito anche il presidente emerito, Giorgio Napolitano. Anche se in questo momento non so ancora quale alternativa si sceglierà.
Potrebbe essere il Mattarellum 2.0 presentato dalla sinistra Pd?
Non voglio addentrarmi in disamine tecniche, ma occorre trovare un accordo su una legge che aumenti il livello di rappresentatività, eviti un eccessivo premio di maggioranza per chi vince e permetta ai cittadini italiani di scegliere i parlamentari con maggiore consapevolezza. A settembre sarà necessario mettere le carte in tavola.
Va migliorato l’Italicum o va individuata una legge del tutto diversa?
Personalmente preferirei una legge completamente diversa, anche se è molto probabile che si scelga la strada opposta: si dirà che non c’è accordo per una nuova legge e che è molto più facile ritoccare l’Italicum. Si può fare anche così, purché non si commettano degli errori.
A quali errori si riferisce?
Il principale errore sarebbe quello di limitarsi ad assegnare un premio alla coalizione anziché alla lista. In questo modo si darebbe l’impressione all’opinione pubblica che ci sia un ceto politico che stringe accordi e alleanze per chiudersi in una sorta di castello con il ponte levatoio. Oggi esistono delle forze anti-sistema molto agguerrite, e già si dà l’impressione che si cambi l’Italicum perché M5s rischia di vincere. Bisogna quindi stare molto attenti a quello che si fa e cercare di correggere la legge elettorale restituendo ai cittadini l’effettiva scelta dei loro rappresentanti.
L’Italicum sarà modificato prima o dopo il referendum?
Stando a quello che sento dire si finirà per modificarlo dopo il referendum, ma a Renzi converrebbe invece cambiarlo prima. Ecco perché, come ha detto anche Napolitano, dovrebbe essere il premier a prendere l’iniziativa. Dimenticandosi il fatto che aveva chiesto la fiducia sull’Italicum, Renzi dovrebbe riconoscere che è emersa una diversa sensibilità, e quindi mettere in campo un’iniziativa del governo per correggere l’Italicum. Sta sempre a Renzi indicare quale sia la proposta da attuare.
Se Renzi seguisse questa strada che cosa accadrebbe?
A queste condizioni si potrebbe trovare un accordo prima del referendum. Se invece ci si limita a dire che il problema è demandato al Parlamento si rischia di non fare nulla, perché non c’è abbastanza massa critica per cambiare l’Italicum. Ci sono mille idee, mille proposte, mille soluzioni, ma alla fine non si cava un ragno dal buco.
Quali partiti possono cambiare l’Italicum?
Fondamentalmente Pd e Forza Italia. E’ chiaro che i Cinque Stelle metteranno il bastone tra le ruote, mentre i partiti più piccoli decideranno se aggregarsi o meno.
A Berlusconi conviene aiutare Renzi a cambiare la legge elettorale?
A Berlusconi conviene uscire rinforzato da questo passaggio. E’ chiaro che per certi aspetti gli converrebbe attendere il risultato del referendum. D’altra parte la possibilità di ritornare a essere partner del governo anche prima del referendum per Berlusconi potrebbe essere una strada molto attraente. Accetterebbe però solo di fronte a una forte iniziativa di Renzi che lo chiama e gli espone la sua idea per modificare l’Italicum.
Secondo lei qual è il sistema migliore?
Il doppio turno alla francese è un terreno sul quale i partiti che hanno una classe dirigente potrebbero giocarsi la loro partita contro M5s, che spesso dimostra di esserne privo. Questo sistema consentirebbe alla stessa Forza Italia di riacquistare smalto, anche se penso che Berlusconi non farà nulla fino al referendum a meno che si creino le condizioni adeguate. Per Renzi vorrebbe dire venire a patti, dopo avere dichiarato che l’Italicum è intoccabile, ma se Berlusconi diventasse il partner per modificarlo sarebbe un successo.
(Pietro Vernizzi)