“Da diversi sondaggi emerge che M5s ha sorpassato il Pd, e questa è la conseguenza sia di un calo nei voti del partito di Renzi sia di un incremento da parte di Grillo. I due partiti sono vasi comunicanti”. Lo rivela il sondaggista Renato Mannheimer, secondo cui però gli italiani favorevoli a un’uscita dall’Unione Europea sono solo il 25% contro il 75% di quelli contrari. Secondo un sondaggio Demos pubblicato su Repubblica, M5s è al 32,3% contro il 30,2% del Pd. In aprile invece il Pd era al 30,1% e M5s al 27,3%. La Lega nord è all’11,8%, Forza Italia all’11,5% e Sinistra Italiana al 5,4%.



E’ vero quanto emerge dal sondaggio di Demos secondo cui M5s ha superato il Pd?

Sì, è vero, questo fatto emerge da numerosi elementi e indagini. Dobbiamo ricordare che i sondaggi sono frutto di interviste telefoniche, e che le risposte a queste interviste sono state anche influenzate dalla vittoria di M5s alle elezioni amministrative, in quanto le persone tendono sempre a “saltare sul carro del vincitore”. In caso di elezione vera poi il risultato dipende molto dalla campagna elettorale e quindi può variare. A livello di sondaggi però quel sorpasso corrisponde a tante ricerche effettuate in questi giorni.



E’ il Pd che perde o M5s che guadagna?

Tutte e due le cose, i partiti sono vasi comunicanti. Quello che bisogna notare è che per numerosi cittadini M5s non appare più come l’elemento della protesta in sé, ma anche come la risposta per chi vive un disagio sociale e abitativo. Quello che un tempo era il patrimonio dei partiti di sinistra adesso se lo stanno prendendo i Cinque Stelle.

Quanto contano altri elementi come l’immigrazione e la Brexit?

Contano molto, immigrazione e sicurezza sono temi molto sentiti. Nelle risposte degli intervistati su che cosa deve fare il governo, tradizionalmente al primo posto c’era l’occupazione. Adesso in alcuni sondaggi è la sicurezza a risultare prima. In Italia cresce il sospetto verso gli immigrati, con atteggiamenti sempre più xenofobi. Viceversa la Brexit influisce poco sui consensi di M5s, perché l’effetto del referendum britannico in Italia è stato semmai quello di rafforzare il nostro legame con l’Europa, dal momento che in qualche modo abbiamo preso paura.



Le politiche del governo Renzi su banche, lavoro e pensioni gli portano consensi o gliene fanno perdere?

Nel medio periodo è difficile stare al governo, gli elettori sono sempre insoddisfatti e la congiuntura internazionale non gioca a favore dell’esecutivo. Penso però che le politiche del governo Renzi gli abbiano portato dei consensi.

Salvini ha detto: “Se vinco io l’Italia uscirà dall’euro”. Quanti punti di consenso gli porta una dichiarazione di questo tipo?

Una frase di questo tipo gli può solo togliere consensi, perché gli italiani sono critici verso l’euro ma non vogliono uscirne. La gente è più spaventata dall’idea di uscire dall’euro, e quanto è avvenuto nel Regno Unito ha aumentato il suo spavento.

 

Di Maio al contrario ha ammorbidito la sua posizione contro l’Europa. Come valuta questa scelta?

Questa posizione non toglie consensi a M5s. Da un sondaggio che ho appena ultimato risulta che la Brexit ha attenuato la diminuzione di consensi verso l’Europa. Soltanto il 25% degli italiani vuole uscire dall’Unione Europea, mentre il 75% intende restarvi. Credo che Di Maio abbia colto questi aspetti e non abbia voluto assumere una posizione anti-europeista perché in questo momento elettoralmente non conviene.

 

(Pietro Vernizzi)