Il passaggio d’autunno diventa fondamentale per Renzi e il suo governo. Il presidente del Consiglio sta tentando di spersonalizzare sempre di più il referendum, sostenendo che si vota “per il cambiamento del Paese e non per quello del suo governo”. Ma i problemi che deve affrontare sono tanti, a cominciare da quelli che si trova di fronte all’interno del suo partito, il Partito democratico. Uno dei migliori analisti politici italiani, Stefano Folli, ex direttore del Corriere della Sera e attuale editorialista di Repubblica, non esita a dire che “Matteo Renzi sia in un momento di enorme difficoltà”.



La situazione nel partito è veramente così problematica per Renzi?
Non è una questione di numeri, di maggioranza o minoranza, ma che all’interno del Pd ci sia una profonda divisione questo è evidente ormai a tutti. Non c’è nulla da dire, se non ribadire quello che si è visto in questi mesi e che si poteva prevedere. La frattura che si è creata tra il leader e la minoranza dei democratici è indubbiamente profonda.



Il problema è soprattutto legato alla connessione tra riforma costituzionale, con relativo referendum, e legge elettorale. Secondo lei Renzi ci ripenserà? Cercherà di rivedere l’Italicum?
Pubblicamente lui dice che l’Italicum va bene così com’è. E il problema di questa sua difesa è molto semplice: non vuole apparire come uno sconfitto in questa battaglia a cui ha dato una grande importanza. Poi, comunque, ci sono circostanze che potrebbero indurre a ripensamenti, a correzioni: l’azione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il passaggio dell’Italicum davanti alla Corte costituzionale in ottobre. Magari possono saltare fuori delle sorprese.



Il voto sul referendum potrebbe risultarne “anticipato”?
Qui date e avvenimenti, eventualità varie, in una situazione come questa, sono complicate e fare ipotesi o previsioni diventa problematico e difficilissimo. Io credo che Renzi voglia prima vincere il referendum costituzionale, se ci riesce, e poi tutt’al più rivedere, magari per le necessità che si pongono continuamente da più parti, la legge elettorale. Questo potrebbe essere uno schema che ha in mente.

Ma il problema è complicato proprio dalle date. A suo parere, Folli, quando si terrà questo referendum e quando lo vorrebbe fare Renzi? Stanno scoppiando delle polemiche anche sulla data della consultazione.
La mia impressione è che alla fine per il referendum si andrà a votare nell’ultima settimana di novembre. Dicevo prima che ci sono una serie di problemi da affrontare e con gli scenari che abbiamo di fronte chissà quello che può accadere. Ma una cosa è certa: lo stesso presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, credo voglia che si vada al voto sul referendum dopo avere messo a punto la legge di stabilità.

A quanto sembra, con la situazione economica che stiamo vivendo e con le previsioni che si fanno, non sarà un passeggiata.

Sì, ma il problema esiste e non si può certo non affrontare. Si aspettano gli indicatori della situazione economica e molti sono pessimisti, quindi la legge di stabilità dovrà tenere conto di tutto questo. Poi ci saranno anche alcune scadenze internazionali che di certo non favoriscono la situazione complessiva: prima di arrivare alle elezioni americane, occorre passare da un referendum austriaco che mette i brividi e ripropone problemi a livello europeo ma soprattutto per noi.

Poi esiste sempre sullo sfondo una situazione bancaria che non sembra di facile soluzione.
Appunto. Anche quella può diventare materia difficile da affrontare e risolvere. Credo che basta solo questo elenco per far comprendere quanto Renzi sia in enormi difficoltà e perché nel suo partito ci siano divisioni così profonde”.

(Gianluigi Da Rold)