Il referendum costituzione è la base della lotta politica odierna: ormai da mesi si attende la data ufficiale promulgata dal Presidente Mattarella che ora ha tutte le carte in regola per poter decidere. Lo scorso 8 agosto infatti la Cassazione ha ribadito la definitiva ammissibilità del voto referendario che in prima battuta doveva tenersi ad ottobre ma che ora rischia di slittare di qualche mese addirittura. Le incognite sono tante anche perché il Capo dello Stato ha diritto a 60 giorni per decidere sulla promulgazione e in base alla legge il voto sulle riforme elettorali del pacchetto Boschi può essere confermato in una domenica tra il 50esimo e il 70esimo giorno successivo alla data di indizione di Mattarella (il quale potrà usufruire di consigli dal Cdm). E allora, come riporta il Sole 24 Ore, le tre date sul piatto sono le seguenti: 13 o 20 novembre, o addirittura l’11 dicembre. Il motivo è molto semplice e riguarda la Legge Finanziaria: per poter approvare con sicurezza la manovra decisiva ogni anno per il futuro immediato economico del Paese, è necessario un tempo tecnico importante che con le fratture odierne in Parlamento rischia di doversi prolungare nel tempo. E allora il Referendum costituzionale da ottobre potrebbe andare fino a dicembre proprio per non dover approvare una Finanziaria con un Governo di fatto “sfiduciato” dalle urne: resta infatti il legame strettissimo tra il Governo Renzi, che si basa proprio su queste riforme, e il voto confermativo del ddl Boschi.