Papa Francesco nel ricevere il premio Carlo Magno ha affermato: “I progetti dei Padri fondatori, araldi della pace e profeti dell’avvenire, non sono superati: ispirano, oggi più che mai, a costruire ponti e abbattere muri”. Di fronte a una sfida così decisiva si sono confrontati ieri al Meeting Angelino Alfano, ministro dell’Interno italiano e Thomas de Maizière, omologo tedesco.
Il ministro di Berlino ha affermato: “Ci vuole un giusto mix di ragione e cuore per guardare alla questione dei migranti. Sedare le tensioni è il nostro compito e trovare un equilibrio è il nostro dovere. Sulla redistribuzione ogni Stato dovrebbe collaborare. Oggi sono qui a comunicarvi che da settembre ci impegniamo a riprendere i profughi con il sistema della ridistribuzione”.
Alfano ha aggiunto: “Oggi siamo chiamati a scegliere se lasciare l’Europa o cambiarla. Sono tra coloro che non vorranno mai lasciare l’Europa che ci ha dato pace e benessere. Ho il dovere di difendere questa pace e questa libertà e devo assumere l’impegno di cambiare. L’alternativa oggi è stabilire se l’Europa diventi una casa comune o un condominio litigioso. L’Europa si fonda su responsabilità e solidarietà: sui migranti la responsabilità italiana è salvare vite e stabilire l’identità di chi arriva, ma poi dobbiamo far vincere la solidarietà europea con la redistribuzione. Se la Germania fa partire il ricollocamento, anche gli altri Paesi non potranno tirarsi fuori. La Merkel si è messa dalla parte giusta della storia”.
Ma anche l’integrazione che è compito dei singoli Paesi si deve cambiare. Interessante al riguardo è la nuova legge tedesca illustrata da de Maizière specifica per coloro che fuggono dalle guerre: “Obblighiamo a corsi di tedesco, a imparare un lavoro, al rispetto delle leggi. Offriamo protezione, ma pretendiamo che si integrino. Che si formino e lavorino è un obbligo. La logica della norma è quella del do ut des: opportunità sì, ma anche doveri chiari”. E ha aggiunto: “La tolleranza è decisiva per la libertà, ma nessuna tolleranza all’intolleranza. Ciò significa rispetto delle nostre leggi. Per esempio una donna non può sposarsi a 10-12 anni. Non vogliamo vietare il burqa ma negli asili, nelle università, negli uffici pubblici, durante le manifestazioni pubbliche non va usato. Quindi non è vietato in assoluto. Si tratta di un compromesso tra tolleranza e regole necessarie per la democrazia”. 



Sul tema dell’integrazione Alfano ha chiarito: “Non abbiamo bisogno di un nemico, men che meno l’islam. Da noi vivono quasi un milione e mezzo di musulmani: vogliamo emarginarli e regalarli al califfato? In Italia la libertà religiosa è riconosciuta. Però intendiamoci: basta imam fai da te. Chi istiga all’odio e alla violenza va espulso: le prediche vanno fatte in italiano, e dev’esserci tracciabilità delle donazioni ai centri islamici. L’intolleranza porta alla violenza e all’insicurezza, il seme del dialogo e della tolleranza porta a pace e sicurezza”. Ha poi proposto che si replichi con la Libia lo stesso accordo fatto dall’Europa con la Turchia. “Il tema più antico, quello delle frontiere, è ridiventato centrale. Così come il Mediterraneo nella geopolitica. Qui ci giochiamo il destino dell’Europa e nostro di pace, accoglienza e sicurezza o di paura, chiusura e declino”.

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