Referendum costituzionale, è sempre tempo di campagna con il voto che segna i tempi e il calendario della politica italiana. Competenze Stato-Regioni, modalità referendum, elezione presidente della Repubblica e ancora, abolizione Cnel e quant’altro sono i temi base della battaglia referendaria. Il problema è che ben in pochi stanno trattando questo argomento, il vero fulcro delle riforme Renzi-Boschi, mentre ci si sofferma sui contenuti a lato, dalle alleanze politiche, ai “ricatti” sul sostegno al Sì fino alla personalizzione sulla persona di Renzi – voluta erroneamente sia dal premier che dalle opposizioni. E così uno dei referendum chiave della politica italiana presente e futura si “trasforma” in un ponte verso i prossimi importanti mesi politici: andrebbe letto così il messaggio lanciato da Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, al proprio segretario e presidente del Consiglio. In attesa di sfidarlo al Congresso del Pd – che potrebbe arrivare quanto prima se vincesse il No al referendum costituzionale – Rossi prova a far da ponte all’ala renziana con la minoranza anti-Renzi. «Quello di Renzi è un ravvedimento operoso. Al referendum costituzionale il no può vincere. La riforma credo che abbia anche aspetti positivi, ora come passaggio successivo a mio parere dobbiamo avere una discussione di merito seria», spiega a Radio Radicale il presidente toscano. Nel tentativo di raccogliere consensi tra le due ali del Partito: «Lo schieramento del no solleva problemi seri sui quali, come mi ostino a dire, si può intervenire e anche dopo un esito positivo del referendum. Se l’esito sarà positivo ci saranno da fare regolamenti, leggi attuative. Sarebbe importante, se noi vogliamo conquistare consensi, aprire alle ragioni del No, alle critiche che vengono fatte». Ma ancora una volta “manca” il nerbo di tutta la discussione: questa “discussione” seria dei contenuti quando avverrà? (Niccolò Magnani)



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