Dopo il parere espresso dell’ad di Fiat Chrysler Automobiles, Sergio Marchionne, che si è detto favorevole al Sì al referendum costituzionale promosso da Matteo Renzi, sono stati in molti a manifestare il proprio dissenso rispetto alle dichiarazioni del presidente della Ferrari. A mettersi di traverso è stata in particolare Forza Italia, la quale, come riferito dall’Ansa, tramite una nota del senatore Lucio Malan, non le ha mandate a dire:”Il canadese Marchionne, che paga le tasse in Svizzera, spostata l’ex Fiat all’estero, vuole che noi italiani votiamo Sì alla schiforma?. Rispondiamo: No, grazie. Tra l’altro Marchionne ha spostato la sede della Fiat facendo perdere all’Italia somme di decine di volte superiori ai presunti risparmi della riforma”. Le parole di Malan arrivano nello stesso giorno in cui una nota firmata dalla segreteria di Silvio Berlusconi smentiva una riedizione del Patto del Nazareno:”Leggendo i quotidiani odierni, ancora una volta si assiste ad una fantasiosa ricostruzione degli organi di stampa circa le intenzioni politiche del Presidente Berlusconi, in particolare per quanto attiene ad un rinnovato accordo con il governo, che vada al di là della doverosa disponibilità di Forza Italia a votare in Parlamento eventuali provvedimenti a favore delle popolazioni gravemente colpite dal terremoto”. Il messaggio è chiaro: se Renzi spera di il referendum costituzionale dovrà farlo senza i voti di Berlusconi.



Massimo D’Alema annuncia la sua discesa in campo ufficiale per il No al referendum costituzionale fortemente voluto da Matteo Renzi. Lo fa, come riportato dalla versione online de “Il Corriere della Sera”, partecipando ad una festa della sinistra a Vicenza, annunciando il suo “uovo di colombo”, una proposta alternativa alla riforma renziana che tra le altre cose prevede la riduzione dei deputati a 250 deputati, un Senato dimezzato e il voto di fiducia solo alla Camera. Gli attacchi dell’ex premier sono pungenti e allo stesso tempo diretti: obiettivo dichiarato è Matteo Renzi, accusato di aver ereditato la linea politica di Berlusconi:” La stessa filosofia di Berlusconi. Il paradosso è che mentre lui esce di scena, il berlusconismo vince. Il centrosinistra si è fatto erede della cultura politica di Berlusconi”. Parole che non soddisfano qualcuno in platea, che si rivolge a D’Alema pronosticando, il “ritorno della Destra” in caso di vittoria del No. D’Alema però è sicuro:”Non ci saranno le elezioni anticipate. Invece se andremo avanti così, finiremo come Wile Coyote e i 5 Stelle andranno al governo”. Non sfugge anche un riferimento alla sorte capitata a Bianca Berlinguer:”Abbiamo anche forme di persecuzione: gente viene cacciata dalla direzione dei tg se non è d’accordo con il governo” Come ampiamente annunciato, dunque, l’ex presidente del Consiglio sarà uno dei protagonisti dei comitati per il No. Il lancio avverrà a Roma il 5 settembre, poi avrà il via una tourneé in giro per l’Italia: da Pavia a Bari, in quella che probabilmente sarà la battaglia decisiva della carriera politica di Massimo D’Alema.



Per uno attento a “questioni” di sinistra, il referendum costituzionale di novembre – oramai sembra certo come indirizzo questo mese, piuttosto che dicembre – rappresenta per una volta un modo di “tornare all’antica”. Non sappiamo se Francesco Guccini si senta più “vecchio” uomo della politica, o “bambino” stupito dalle novità di un partito di sinistra che sembrava perduto e che potrebbe ritrovare una sua unità proprio nel confronto-scontro del voto sulle riforme. Eppure per il grande cantautore in pensione, l’occasione del dibattito pubblico – ora con il terremoto è evidente che è passato in secondo piano e si attende ancora di fissare la data – tra i partigiani dell’Anpi e il segretario del Pd, Matteo Renzi, è un modo interessante per ritornare ad “una sana politica”. All’Ansa Guccini racconta come “bene che il confronto ci sia, sicuramente. Questo è ovvio, le chiusure totali sono sempre negative”. Tra Renzi e Smuraglia (capo dell’Anpi) gli opposti sul voto di novembre sono del tutto evidente hanno rischiato di spaccare del tutto la sinistra (in gioco per Renzi ovviamente c’è molto di più, come la coesione o spaccatura completa dei dem e dell’ala dalemiana). Ma per Guccini l’ottica verso cui si sta andando non pare un “Don Chisciotte” verso i mulini a vento, bensì una strategia considerata giusta: «mi piacerebbe addirittura più confronto, ma siamo sulla strada buona. Questo confronto sarà sicuramente utile, anche se non mi sono chiarissime per ora le ragioni dell’Anpi, ma forse perché sono un po’ informato». Dal silenzio, improvvisamente l’ingresso come “una locomotiva” nel mondo politico dopo anni di voluta distanza: quanto al voto in sé il buon Guccini ha detto che certamente andrà a votare ma non ha detto se pro o contro Renzi. Ma del resto, per uno che ha scritto “Shomer ma mi-llailah” l’intenzione non è certo quella di dare immediatamente una semplicistica espressione del suo pensiero: un genio, come tanti, ma espressivo come pochi. E nell’urna… (Niccolò Magnani)

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