“Sulle Olimpiadi di Roma del 2024 il Movimento 5 Stelle è destinato a spaccarsi. Se la giunta Raggi dice sì ai Giochi si alienerà le simpatie della base e di dirigenti come Alessandro Di Battista e Paola Taverna. Se invece dice no si alienerà i poteri forti come la Caltagirone Spa”. E’ l’analisi di Mauro Suttora, inviato di Oggi ed esperto del fenomeno Cinque Stelle. Martedì l’assessore all’Urbanistica, Paolo Berdini, ha aperto alle Olimpiadi: “Dico sì ai Giochi se saranno per la città e se si farà una grande opera per i cittadini. Se le Olimpiadi si fanno per la città e per la vita delle persone, allora non si può dire no”. Durante la campagna elettorale Virginia Raggi aveva preso posizione contro le Olimpiadi, mentre ora ha annunciato che si prenderà 20 giorni di riflessione.



Il no della Raggi alle Olimpiadi era solo demagogico, vista la situazione di Roma al momento delle elezioni, o era consapevole?

Il no era consapevole in quanto l’80% degli attivisti di M5s è sicuramente contrario. L’uscita di Berdini rappresenta il fallimento della giunta a Cinque Stelle a soli tre mesi dalla vittoria a Roma. Dimostra infatti che il Movimento non ha una classe dirigente, né è riuscito a crearla nei suoi dieci anni di esistenza. Non bisogna dimenticare che i grillini si presentarono alle Comunali di Roma già nel 2008.



Questa situazione nasce da una confusione all’interno della giunta Raggi?

Tutti gli assessori della giunta Raggi, a cominciare da quello all’Ambiente, Paola Muraro, sono raccogliticci. Dal momento che i Cinque Stelle non hanno persone competenti al loro interno, hanno dovuto mettere insieme una squadra di assessori sulla base di criteri casuali. Come ha ammesso lo stesso deputato Stefano Vignaroli, M5s non ha una classe dirigente e di conseguenza va da sé che ogni assessore può dire la sua.

A questo punto chi deciderà e come?

In ogni caso sarà un disastro, perché se la giunta Raggi dice sì alle Olimpiadi si alienerà le simpatie della base e di dirigenti come Alessandro Di Battista e Paola Taverna che sono contrari. Se invece dice no si alienerà i poteri forti come la Caltagirone Spa, che sperava di realizzare il villaggio olimpico, e comunque quella parte dei romani che sono favorevoli. Anche perché le Olimpiadi porterebbero nella Capitale un “regalo” da 5-6 miliardi di euro.



La giunta Raggi deve comunque prendere una decisione. Quali possono essere le conseguenze?

Il Movimento si spaccherà, anche perché non può continuare a tenere al suo interno istanze di destra e di sinistra così diverse tra loro. Le due tendenze sono esemplificate da una figura movimentista come Alessandro Di Battista e da una più governativa come Luigi Di Maio. Tra l’altro da qualche mese Di Maio ha scelto come suo consulente di lusso Vincenzo Spadafora, ex democristiano campano ed ex presidente di Unicef Italia. E’ una figura che lo spinge molto all’omologazione per fare passare il messaggio che i grillini sono affidabili.

Un eventuale sì della Raggi alle Olimpiadi avvicinerebbe il sindaco ai poteri forti?

Sicuramente. Teniamo presente che la Raggi ha nascosto alla base grillina il fatto di avere lavorato per quattro anni nello studio legale di Cesare Previti: se lo avesse scritto nel suo curriculum non sarebbe stata eletta. La Raggi conosce bene ed è contigua a un certo sottobosco parastatale romano. D’altra parte il sindaco non può neanche permettersi di spaccare il Movimento, né tantomeno M5s si può permettere di perdere la Raggi.

 

E quindi?

Quindi è comunque un gioco a perdere, perché già in questi giorni è in atto un vivo scontro. La Taverna e la Raggi stanno tenendo riunioni fino a mezzanotte per trovare una via d’uscita, ma a questo punto è difficile riuscirci.

 

Che cosa ne pensa invece della vicenda degli stipendi dei consulenti?

Sugli stipendi la Raggi sta facendo l’esatto contrario di quello che hanno fatto sempre i grillini in tutta Italia. I Cinque Stelle hanno sempre promesso: “Non prenderemo mai più di 2.500 euro netti al mese”. Adesso i deputati sono arrivati a 3.300 euro, più 10mila euro di rimborsi senza ricevute. Il loro taglio dello stipendio è poi pubblicizzato sul sito Tirendiconto.it, ma come chiunque sa le note spese senza ricevute sono una presa in giro.

 

(Pietro Vernizzi)