“Il bel paese là dov’ il Sì suona” recita Dante nel canto XXIII dell’Inferno riferendosi ad una Italia di là da venire. Ed effettivamente se si consulta il sito web borgofinocchieto.com si scopre che ora quell’Italia esiste veramente. È l’Italia del resort di lusso a pochi chilometri da Siena di proprietà dell’ambasciatore americano Phillips, già italianissimo Filippi, e villa Filippi è una delle prenotatissime gemme del superalbergo degna cornice di tanti weekend di membri del giglio magico.
Phillips-Filippi è un diplomatico, ma anche un imprenditore che ha largamente contribuito all’elezione di Obama e ne è stato ricompensato con l’incarico di ambasciatore là dove aveva interessi consolidati.
Al suo Sì, sono seguite le dichiarazioni dello staff di Angela Merkel che hanno ricordato che la signora e padrona di Europa guarda con favore le riforme “di Matteo”. Tutto farebbe pensare quindi ad un grande attivismo della nostra diplomazia per esibire nel dibattito nazionale la condivisione dei potenti del mondo delle intenzioni del governo. Con una piccola controindicazione: tutti gli endorsement espressi in questi ultimi anni dalla premiata ditta Barack-Angela hanno miseramente fallito. Da Monti a Letta, da Cameron ai premier greci pro austerità. E Matteo Renzi, che non è stupido, ha fatto repentinamente una mezza marcia indietro attestandosi sulle parole di Mattarella e della costituzione attuale: “la sovranità appartiene al popolo”… italiano.
Ma resta il problema di fondo. In un mondo interconnesso non è facile capire se fare l’interesse della propria gente sia compatibile con le strategie di paesi egemoni anche se alleati, o addirittura di poteri economici che mirano a comprarsi il “bel paese” a pezzi anche se non lesinano il proprio aiuto in altre circostanze.
“L’arte della leadership è dire di no, non dire di sì. E’ molto facile dire di sì”.
Sono parole di Tony Blair. Un altro toscano di adozione. Chissà che molti italiani non gli diano retta dimenticandosi che fa il consulente di JPMorgan. Che invita a votare Sì come Goldman Sachs e Fitch. Tutta gente che ha preso casa in Toscana. In un borgo chiamato Monte dei Paschi di Siena.