Sul referendum costituzionale interviene anche Maria Stella Gelmini, coordinatrice di Forza Italia della Lombardia. La Gelmini, ha affermato oggi a Milano, a margine della convention per una nuova alleanza di centrodestra voluta da Stefano Parisi, il suo “No per dire sì all’Italia”. E ha aggiunto, secondo un’agenzia di stampa Agi riportata da Liberoquotidiano.it: “No a queste riforme pasticciate e mi auguro che si allarghino i confini di chi dice no a Renzi, senza gettare nel caos l’Italia”. In autunno gli italiani saranno chiamati ad approvare o bocciare la riforma costituzionale voluta dal governo guidato da Matteo Renzi: la riforma in particolare riguarda l’abolizione del bicameralismo perfetto e una nuova configurazione del Senato.



Ieri è morto Carlo Azeglio Ciampi: lo ha fatto senza indicare il suo voto al referendum costituzionale, come alcuni notasti hanno segnalato. Un vezzo sicuramente, ma sarebbe stato sicuramente interessante sentire cosa aveva da dire in merito uno degli uomini più influenti della politica italiana di fine Novecento e inizio Duemila. Un grande politico che in questi tempi di estrema difficoltà ad entrare nel vero contenuto delle riforme in oggetto per il referendum o per la legge elettorale dell’Italicum, forse sarebbe servito eccome. Ebbene, cosa avrebbe votato l’ex presidente della Repubblica? Non lo sapremmo mai ma un’indizio interessante potrebbe essere andare a sbirciare cosa aveva da dire nel 2006 quando di fronte al referendum costituzionale proposto dal governo Berlusconi – non passato per il No della maggioranza dei cittadini andati alle urne – si esprimeva così in una intervista al Corriere della Sera. «Non ho difficoltà a rispondere, convinto come sono della validità di fondo, dell’impianto e degli equilibri della nostra Costituzione. Andrò a votare e voterò per il no», e poi ancora nel passaggio forse decisivo, «La Costituzione è stata e rimane la mia bibbia civile, il testo su cui ho riflettuto in ogni momento difficile, io che non sono mai stato un uomo politico ma soltanto un cittadino al servizio dello Stato». Ok, il giochino è terminato, anche perché la diversità tra le due riforme proposte nel 2006 e 2016 fa terminare subito i paragoni sui due referendum. Eppure un’indicazione forse potrebbe avercela data, a sua insaputa: sarebbe stato in accordo con il cambiamento indicato anche dal suo collega e successore Napolitano o avrebbe intrapreso la battaglia per la “bibbia civile”? (Niccolò Magnani)

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