Va detto che le parole di Giuliano Pisapia sul referendum costituzionale hanno davvero sorpreso e rischiano di avere un effetto molto più a lungo termine di quanto si possa pensare: con Renzi impegnato nella difficile battaglia europea per la leadership e le emergenze estreme di migranti e crisi economica, il fronte interno del No al voto sulle riforme costituzionali si allarga sempre di più, specie all’interno del centrosinistra e del Pd. Ora, con lo sponsor perfetto tirato da un insospettabile assolutamente non renziano, come l’ex sindaco di Milano, potrebbe giovane e non poco alla battaglia tra Sì e No. «Non ci sto allo scontro tra guelfi e ghibellini sul referendum costituzionale. Questa riforma non è pericolosa e l’ha chiesta il Parlamento. Non sono iscritto al fronte del No, per ora non mi esprimo, ma sto facendo un giro dell’Italia per invitare a confronti nel merito, sui vantaggi e gli svantaggi. Molto dipenderà se ci sarà la modifica dell’Italicum e dall’impegno a rendere più snelli alcuni punti di questa riforma della Carta», ha detto nella sua intervista a Repubblica. Finalmente un gol per Renzi e a segnarlo è certamente non il suo “pupillo”…



Il referendum costituzionale e l’Italicum, ma anche l’Europa, lo “strappo” di Bratislava con Hollande e Merkel (ma da parte di chi e verso chi?!) e le fratture interne con D’Alema sempre più rematore contro lo stesso partito. I pensieri (o dolori) del giovane premier sono per lo più questi, con in più l’ipotesi doppia di poter perdere il voto sulle riforme elettorali e a quel punto dover rifare anche l’altro pilastro del suo governo, la legge elettorale. Non esattamente un ottimo viatico se dovesse vincere il No: ma alla Leopolda, a casa sua, Matteo Rezni ha voluto rilanciare l’opera del suo esecutivo, con pochi mesi che si giocano tutto o quasi il suo destino politico. «o sto solo dicendo a Merkel e Hollande: volete portare l’Europa a cambiare? Io ci sono. La volete così? Fatevela, ma non chiedetemi di starci. Io la faccia su un maquillage non ce la metto. Visto che poi tocca a me finirla: perché se vinco il referendum succede che il 25 marzo, al vertice di Roma, io arrivo come il più forte di tutti, mentre loro saranno in piena fase elettorale». Il sogno e l’incubo, la distanza è fragilissima per il nostro premier che evidentemente ha i due spauracchi di Merkel e D’Alema che interrompono il bel film con happy end che la retorica renziana cerca di portare avanti. Le opposizioni sono per il No, Parisi l’ultimo entrato nella schiera, tutti sperano nel passo falso di Renzi: la parola alle urne, dove si giocherà come si può evincere molto di più delle riforme pur importanti del governo “leopoldiano”… (Niccolò Magnani)

Leggi anche

REFERENDUM CONTRO IL JOBS ACT/ Lavoro da remoto, IA, migranti: i veri temi che la Cgil non vedeReferendum aborto in Arizona e Montana durante Elezioni Usa 2024/ 8 Stati al voto dopo abolizione Roe v. Wade