Da ieri sera il nome di Ralph Malph è tornato di nuovo in auge, come un fulmine a ciel sereno: e no, non hanno mandato una nuova replica di Happy Days in tv, bensì Matteo Renzi e Marco Travaglio hanno dato vita ad uno scontro manco fossero nell’”ufficio” di Fonzie dove si regolavano tutti i conti aperti. Ecco, come spieghiamo qui sotto nel dettaglio, la litigata “on demand” tra il premier e il direttore del Fatto Quotidiano è stata tutto sul filo di scambi sprezzanti ma ironici. Al “Fonzie” Renzi è stato risposto il “Ralph Malph” Travaglio e così via in una girandola di “emozioni”. Il giorno dopo si può bendi dire che per l’ennesima volta a passare non sono i contenti bensì le (geniali, va ammesso) trovate oratorie di attaccare l’avversario ma senza riuscire a trasmettere un contenuto che sia uno fino in fondo. “In questi due anni quello che è sceso sono le copie del Fatto Quotidiano non i posti di lavoro”, attacca Renzi, che però ammette che “personalizzare il referendum è stato un errore”. “Non sono tutti Di Maio, c’è anche chi capisce le mail”, ha poi punzecchiato ancora il premier, facendo riferimento alla vicinanza di Travaglio al M5s. “Io ero renziano quando Renzi prometteva di tagliare il numero dei parlamentari e le indennità”, la replica del direttore del Fatto. E così via, con Lilli Gruber in mezzo che non è riuscita ad ottenere molto in termini di contenuti: di ascolti sì, ma possono essere solo questi gli “happy days” per la tv e politica italiana?



Ieri sera non era Otto e Mezzo ma Happy Days: il “Ralph Malph” Marco Travaglio e il “Fonzie” Matteo Renzi si sono sfidati in diretta tv nella trasmissione condotta da “Marion” Lilli Gruber (ok, qui abbiamo esagerato noi, sul resto i nostri duellanti hanno regalato vere chicche). Un trionfo di di vintage nella puntata in cui il premier e il direttore de Il Fatto Quotidiano sono arrivati più volte allo scontro senza colpo ferire e con toni molte volte oltre le righe ma sempre con una strategia oratoria invidiabile (specie il presidente del consiglio, visibilmente irritato ma sempre reattivo punto su punto). Sfida d’altri tempi o politica a basso livello? Su questo giudicate voi, di certo non accade tutti i giorni di vedere citati in bello stile i mitici protagonisti della serie cult che ha lanciato il grande Ron Howard (indimenticabile Richie Cunningham). Dalle Olimpiadi alla riforma costituzionale, da dati sul Jobs Act fino al caso Muraro in Campidoglio con la Giunta Raggi: duello totale con Travaglio che ad un certo punto punge il premier, «è possibile che voi del governo non sbagliate mai? Lei Renzi è un po’ come Fonzie, che non riusciva mai a dire “ho sba…” e non concludeva mai». Renzi non sta a guardare e replica, «senta un po’ Travaglio, fossi anche Fonzie, ma lei non faccia Ralph Malph… eh sì, almeno con i contesti culturali siamo in accordo…». Altro punto chiave vede un punzecchiatura di Renzi, dopo l’accusa del giornalista di una legge del lavoro che ha fatto diminuire e non aumentare i posti di lavoro: «in realtà sono forse le copie del Fatto che sono diminuite e non i posti con il Jobs Act». Insomma, un colpo al juke box e si riparte: Happy Italian Days, sono serviti!

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