“Matteo Renzi cerca di posticipare il decesso, ma il suo testamento ormai è già scritto”. E’ il commento di Roberto Calderoli, senatore della Lega nord, vicepresidente di Palazzo Madama ed ex ministro per le Riforme istituzionali, dopo che il governo ha fissato la data del referendum costituzionale al 4 dicembre prossimo. Renzi aprirà la campagna per il Sì il 29 settembre a Firenze. Il senatore Calderoli, riferendosi al quesito scelto per il referendum, aggiunge: “Sergio Mattarella dovrebbe battere un colpo e rifiutarsi di firmare il decreto del presidente della Repubblica per l’indizione del referendum. Sarebbe la prima volta, ma di fronte a questo tentativo di circonvenzione d’incapace lo ritengo auspicabile”.



Perché come data del referendum Renzi ha scelto il 4 dicembre?

E’ una scelta scontata perché il premier non poteva scegliere una domenica ulteriore. O spostava la decisione del Consiglio dei ministri, oppure il 4 dicembre era l’ultima data utile.

Chi aiuta questa data?

Dal momento che chi l’ha decisa sostiene il Sì, ovviamente va a vantaggio di Renzi. Il premier però non si rende conto che indipendentemente dai tempi è soccombente. Renzi sta scrivendo il suo testamento, anzi è da un po’ che lo ha già scritto. Tenta di posticipare il decesso, ma il “De cuius” (sinonimo di testamento, ndr) ormai si sa già. Faccia pure un’altra settimana di campagna elettorale per il Sì, ma è un fatto evidente che sta cercando di recuperare tempo.



Cosa pensa della formulazione del quesito?

Il quesito è una truffa, perché è come chiedere a uno se vuole essere più ricco, avere una bella donna al suo fianco, essere biondo e con gli occhi azzurri. Nessuno una volta letto quel quesito voterebbe No, anzi è stato formulato proprio per indurre al Sì. Peccato che nella riforma quei contenuti non ci siano.

In che senso?

Tutti i referendum costituzionali che si sono tenuti in passato avevano un quesito che recitava: “Modifica del titolo V della II parte della Costituzione”, o “Modifica dell’articolo numero …”. Invece in questo caso si è andati a scrivere per esteso: “Volete il superamento del bicameralismo perfetto, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento della spesa per le istituzioni, l’abolizione del Cnel?”. Peccato però che nella legge non ci sia affatto quello che il titolo promette.



Chi dovrebbe intervenire di fronte a questa truffa?

Sergio Mattarella dovrebbe battere un colpo e rifiutarsi di firmare il decreto del presidente della Repubblica per l’indizione del referendum. Sarebbe la prima volta, ma di fronte a questo tentativo di circonvenzione d’incapace lo ritengo auspicabile.

Come è stato scelto il testo del quesito?

Hanno preso per buono il quesito referendario sulla cui base sono state raccolte 504mila firme con il solo obiettivo di ottenere il rimborso elettorale sul referendum stesso. Grazie a questo escamotage infatti la campagna elettorale sarà pagata dagli stessi cittadini.

 

Non è legittimo che il titolo del referendum sia deciso da chi lo propone?

Esattamente, è per questo che la Corte di Cassazione ha scelto come quesito quello sulla cui base sono state raccolte le 504mila firme. Ma non c’era ragion d’essere perché ciò avvenisse, in quanto il referendum era già stato chiesto con quattro iniziative diverse dal 20% dei rappresentanti di ciascuna Camera.

 

E quindi?

Quindi tutti si sono stupiti, in quanto la decisione della Corte di Cassazione è stata presa il 13 agosto. Siamo di fronte a dei prestigiatori che trasformano la fantasia in realtà. Ma io sono convinto del fatto che a furia di fare capire i contenuti della riforma, questa sarà bocciata nonostante i trucchi.

 

Il referendum avviene a ridosso del ballottaggio per la presidenza austriaca. Può essere strumentalizzato dicendo che bisogna votare Sì per salvare l’Europa?

Questa è una maschera che Renzi sta già creando sapendo di perdere. Vuole cioè utilizzare lo sconvolgimento in atto in Europa per cambiare il significato di questo referendum. E’ un’assoluta strumentalizzazione, evidente per il fatto che si dice che se vincessero i No al referendum sarebbe come la Brexit, quando il Regno Unito non è mai stato meglio di così, o che se non dovesse passare la legge elettorale abbinata alla riforma faremo la fine della Spagna che non ha un governo. A me Renzi ricorda Tsipras, che a parole ha sfidato l’Europa per poi abbassare le orecchie e mettersi al servizio completo di Bruxelles.

 

(Pietro Vernizzi)