Sono ore molto delicate per il Movimento Cinque Stelle ed in particolar modo per il Comune di Roma. La sindaca pentastellata Virginia Raggi a pochi mesi dalla sua vittoria elettorale è ancora alle prese con questioni interne che di fatto hanno azzoppato in maniera clamorosa la sua giunta. Infatti, nelle ultime ore sono fioccate dimissioni eccellenti come quelle del capo di gabinetto Carla Ranieri, dell’assessore Marcello Minenna, dell’amministratore unico Atac Armando Brandolese, del direttore generale Marco Rettighieri e dell’amministratore Ama Alessandro Solidoro. Si tratta di una vera e propria crisi politica nel Comune di Roma nella quale non sembra volerci entrare Beppe Grillo che ha preferito non venire a Roma per un incontro con la giunta. Molti leggono in questo gesto una sorta di volontà di scaricare la Raggi da parte del leader penta stellato, sarà effettivamente così?



Virginia Raggi ha bisogno di respirare, politicamente e umanamente, dopo giorni di fuoco in seguito alle dimissioni che hanno segnato questi primi giorni da sindaco: due assessori, i capi di Ama e Atac – ieri è stato nominato il nuovo amministratore unico di Atac, Manuel Fantasia – con la frattura interna che è scoppiata tutta d’un colpo sul siluramento del capo gabinetto Raineri, voluto dal direttorio M5s e mai digerita da Raggi e Marra, colui il quale avrebbe dovuto prendere quel posto se solo Di Maio e Di Battista non si fossero opposti per via del suo passato nella squadra dell’ex sindaco Alemanno. Grillo diserta l’appuntamento di ieri, lascia in mano tutto al direttorio che a livello formale difende Virginia Raggi ma che probabilmente deve aver chiesto “la testa” proprio di Marra per arrivare ad una pace quantomeno interna, in attesa di nominare i nuovi nomi della giunta in Comune di Roma. Pare, secondo quanto riporta LaPresse, che la sindaco capitolina a Cinque Stelle abbia accettato, in forza del fatto che la segnalazione all’Anac da cui è partita tutta la querelle delle dimissioni di Minenna e Raineri sia stata fatta proprio da Marra. Secondo quanto si apprende, infatti dovrebbe lasciare il palazzo per ricoprire un incarico, ancora non definito, in un Municipio di Roma. Basterà per una pace a 360 gradi? 

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