I dolori di Virginia Raggi: la frattura nel Movimento 5 Stelle è sempre più ampia dopo il caso di Paola Muraro indagata per il caos rifiuti nel comune di Roma. Stando alle dichiarazioni del sindaco capitolino tenute ieri davanti alla Commissione Ecomafie la Raggi non avrebbe informato delle indagini sulla Muraro nessun membro del Direttorio, il che spiegherebbe anche perché in queste ore Di Maio, Di Battista e Ruocco hanno limitato al lumicino le dichiarazioni sulla Giunta Raggi sotto attacco. «Avevo informato alcuni parlamentari, Stefano Vignaroli e Paola Taverna; un europarlamentare e un consigliere regionale. Di Maio e Grillo no». Direttorio all’oscuro da luglio sul fatto che la Muraro era indagata ma afferma ben di più il sindaco pentastellato: «Vignaroli mi ha presentato Paola Muraro, e dopo aver incontrato tantissimi esperti l’ho nominata, perché oltre ad avere la nostra stessa visione del problema rifiuti aveva una conoscenza della vicenda romana e aveva combattuto battaglie nostre come quella della legalità».



I nodi vengono tutti al pettine: la situazione per Virginia Raggi e l’intera giunta del comune di Roma dopo le indagini su Paola Muraro, assessore all’Ambiente, e ora una indagine aperta anche sulla nomina di Carla Raineri, deposta ex capo gabinetto al Campidoglio, è sempre più complicata. Il problema dei silenzi sospetti sull’assessore indagata, le nomine errate che non convincono e le dimissioni avvenute negli scorsi giorni hanno resto l’aria nel Movimento 5 Stelle davvero incandescente – un esempio è la rinuncia di Di Maio ad apparire oggi nella prima puntata di Politics su Rai 3, il nuovo talk politico di Gianluca Semprini. Diffidente fin dai primi tempi e spesso in contrasto con il sindaco Raggi, Roberta Lombardi ha scelto Facebook per far sentire tutta la sua visione dei fatti sulle inchieste legate al comune di Roma. La pasionaria della base romana M5s non si è tirata indietro nelle critiche: «Alla guida del Comune di Roma è stato scelto il Movimento 5 Stelle per i valori che porta avanti ed il metodo di condivisione e coinvolgimento dei cittadini, a tutti i livelli, nelle scelte che incidono nella loro vita». Secondo la Lombardi, ancora, la Raggi deve fare ora pulizia e non concentrarsi sugli slogan (anche se non la cita direttamente): «Errori sono stati fatti ed è semplicemente onesto ammetterli. Ora è il momento di avere coraggio, oltre gli slogan elettorali. Ammettere gli errori, chiedere scusa, mandare via chi con il M5S non c’entra nulla e mai c’entrerà nulla, fare gruppo perchè la sfida è titanica e da soli non si può nulla e concentrarsi solo ed esclusivamente sul rilancio di Roma».



È evidente che ha il dente avvelenato: dopo il caos in Giunta Raggi per Paola Muraro, assessore indagato dopo che per giorni diceva l’esatto contrario, ha fatto scatenare il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, primo politico grillino con responsabilità amministrativa da tempo in rotta di collisione con il Direttorio. «Il Direttorio, con Di Maio e Di Battista, dovrebbe oggi rassegnare in blocco le proprie dimissioni per non aver saputo gestire il Movimento e si dovrebbe finalmente tornare a parlare di partecipazione e di condivisione degli indirizzi politici», durissimo Pizzarotti nella nota diffusa dal comune di Parma. Si definisce autosospeso dal M5s e sta attenendo il giudizio di Grillo & Co in merito alle vicende giudiziarie che lo hanno coinvolto negli scorsi mesi: ma l’attacco al Direttorio dopo il caso Raggi-Muraro è diretto. La lista delle imperfezioni è lunga, secondo Pizzarotti: «Nei due anni in cui il Direttorio gestisce il M5S – prosegue Pizzarotti – sono stati scaricati due sindaci, di Gela e di Quarto, un terzo è stato sospeso oltre 100 giorni fa senza che esistesse una regola per farlo, ora vi è il caos a Roma, con un rimpallo di accuse tra chi dice di aver avvisato il Direttorio e chi invece sostiene di non sapere nulla dell’indagine in corso nei confronti dell’assessore Muraro», riporta il sito di Ansa.



Interviene anche Carla Ranieri sul caso di Paola Muraro, l’assessore all’Ambiente del Comune di Roma, indagata per attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti a Roma. L’ex capo di gabinetto della Giunta di Virginia Raggi, intervistata da La Repubblica, racconta che Paola Muraro “mi disse che aveva saputo di essere indagata e che voleva valutare l’opportunità di parlare con il pm per caldeggiare l’archiviazione. La sconsigliai”. A questo colloquio “era presente la sindaca” Virginia Raggi. Secondo la ricostruzione di Carla Raineri, Paola Muraro le avrebbe parlato della contestazione di un “reato generico”, affermazione che l’ex giudice d’appello di Milano afferma di “non comprendere”. Raineri racconta ancora di aver sconsigliato caldamente l’assessore Muraro di recarsi alla Procura di Roma per perorare la causa dell’archiviazione, avvertendola questo avrebbe potuto essere “controproducente”.

La giornata di ieri ha forse segnato non solo la carriera di Paola Muraro ma anche quella dI Virginia Raggi: una macchia per ora che però resta molto impressa per il caso e l’eco della vicenda sulla Giunta di Roma nella gestione dei rifiuti (ma non solo, vista la settimana che ha visto 4 dimissioni nelle nuove cariche in Campidoglio e un’indagine, proprio sulla Muraro). Riavvolgendo il nastro, si scopre che ieri davanti alla Commissione Ecomafie in Parlamento, sono state audite sia Paola Muraro che il sindaco Virginia Raggi. E le ammissioni sono fioccate dopo che per due giorni andavano dicendo che non esisteva alcuna indagine nei confronti dell’assessore all’Ambiente: le due donne hanno appreso delle indagini il 18 luglio scorso, mentre l’iscrizione al registro degli indagati per attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti a Roma. «Sono vittima di un attacco mediatico, io avevo chiesto un 335 come d’abitudine ogni anno e come mi ha insegnato a fare il mio avocado spesso con la pubblica amministrazione. Il 25 marzo non ero indagata», afferma ai giudici la Muraro. Replica anche la Raggi che difende il suo assessore: «Sono venuta a conoscenza dell’iscrizione nel registro degli indagati verso la fine del mese di luglio, tra il 18 e il 19 – ha risposto Raggi a una domanda di Filiberto Zaratti, di Sinistra italiana -. Muraro ci ha dato prontamente la notizia e io ho informato i vertici del partito». Una linea garantista che alle opposizioni non sta piacendo per nulla, con il prevedibile attacco sui “due pesi due misure”, «fino alla chiusura delle indagini non è possibile sapere quali sono le questioni per cui si sta indagando. Se lei mi chiede un giudizio di opportunità politica, io le rispondo che fino a che non leggo le carte non so quali sono i fatti che vengono contestati, non so le date, non sappiamo niente, l’unico che conosce il fascicolo è il pm», chiosa il sindaco davanti alla commissione. Le opposizioni gridano allo scandalo e forse la sintesi perfetta la fa Stella Bianchi (Pd) in commissione sul ciclo dei rifiuti, «Non sappiamo se augurarci, per Roma, che la Raggi fosse connivente o talmente ingenua da non accorgersi di nulla». Questo il pensiero di tanti alle opposizioni e di alcuni elettori, primanche alcuni grillini che sul web hanno preso le distanze dalle scelte di Virginia Raggi. E il direttorio? Per ora tutto tace…