Giulio e Francesca Occhionero, i due fratelli arrestati nell’inchiesta della Polizia sul cyberspionaggio, avrebbero amministrato società collegate a Salvatore Buzzi, uno dei principali imputati del processo a Mafia Capitale. Lo scrive l’Espresso nell’edizione on line sottolineando che Francesca e Giulio sono stati “rispettivamente presidente del cda e amministratore della Rogest, oggi fallita, una delle società immobiliari riferibili a Salvatore Buzzi e alla cooperativa 29 Giugno finite sotto sequestro giudiziario a giugno del 2015”.
Gli Occhionero, prosegue il settimanale, “hanno svolto il loro ruolo in Rogest per circa un anno e mezzo fra il 2006 e il 2007. Fra gli azionisti della Rogest ci sono stati la Edil House 80 di Andrea Munno, con un passato nell’estrema destra, la Luoghi del Tempo di Lucia Mokbel, sorella di Gennaro coinvolto nelle inchieste su Finmeccanica, la Sarim immobiliare, pure considerata nella disponibilità di Buzzi, e la Casa Comune 2000 di Ladispoli, anche questa presente nelle carte di Mafia capitale”.
“Ho immediatamente sospeso Giulio Occhionero”, annuncia al telefono all’HuffPost Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, di cui lo stesso Occhionero fa parte in quanto membro della loggia romana “Paolo Ungari-Nicola Ricciotti Pensiero e Azione”.
Alla gravità del capo d’accusa secondo la legge italiana si va dunque a sommare quella di un fratello che è andato ad “origliare” alla porta del Gran Maestro. Ha lavorato anche per banche e società finanziarie l’ingegnere Giulio Occhionero, elemento noto nel mondo finanziario della capitale, a cui sono contestati i reati di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, accesso abusivo a sistema informatico aggravato ed intercettazione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche. Al momento i due sono sotto provvedimento di custodia cautelare in carcere. Occhionero sarebbe titolare della Westlands Securities Srl Limited, compagnia registrata a Malta (premiata nel 2000 con il premio Le Tre Frecce d’Argento della Finanza, istituito dalla Banca Popolare di Milano); per questo, temendo una fuga all’estero, il Gip ha deciso per la carcerazione.
In un passaggio la giudice Maria Paola Tomaselli scrive che gli Occhionero “al fine di trarne per sé o per altri profitto o di recare ad altri un danno accedevano abusivamente a caselle di posta elettronica protette dalle relative password di accesso sia personali che istituzionali appartenenti a professionisti del settore giuridico economico nonché a numerose autorità politiche e militari di strategica importanza o di sistemi informatici protetti utilizzati dallo Stato e da altri enti pubblici”.
Analista quantitativo, Occhionero nel 2000 ha fondato il Quantitative Finance Group, una joint-venture tra Westlands Securities e università di Roma La Sapienza, finalizzata alla ricerca finanziaria quantitativa in collaborazione con il Dipartimento di matematica applicata della Sapienza. Nel 2002 il Monte dei Paschi ha assunto la sua metodologia di trading giornaliero implementando un’apposita linea dedicata ai clienti high-net-worth. Inoltre, dal marzo 2001, per due anni, ha fatto parte (come unico membro esterno alla banca) del comitato investimenti del Monte dei Paschi di Siena, Private Banking, come advisor nella selezione dei portafogli di investimento.
È stato il Cnaipic (Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche) del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni e sotto il coordinamento dalla Procura della Repubblica di Roma ad occuparsi dell’indagine. Una rete costruita negli anni e creata grazie a un malware (il nome, EyePyramid, ha ribattezzato l’operazione) inviato direttamente alle vittime, che ha permesso ai due di utilizzare per i propri interessi informazioni riservate e dati sensibili sottratti con l’azione di pirateria, e poi archiviati in sistemi informatici negli Stati Uniti; per questo, la polizia italiana ha comunicato anche di essersi avvalsa della collaborazione della Cyber Division dell’Fbi.
Si è trattato di attacco di tipo “Apt (Advanced Persistent Threat), ingegnerizzato ad hoc sfruttando un malware particolarmente insidioso, capace di far acquisire da remoto il controllo del sistema informatico bersaglio, e consentire la massiva sottrazione dei contenuti dei pc colpiti”, ha spiegato la Polizia, che aggiunge: “molte di più potrebbero emergerne dall’analisi dei server dislocati negli Stati Uniti e sequestrati grazie alla collaborazione della Cyber Division dell’Fbi”.
A questa affascinante ricostruzione manca un elemento determinante: cui prodest? Per chi spiavano i fratelli Occhionero? Al centro di mille relazioni e di mille intrighi a chi rispondevano realmente? E soprattutto, su quali aspetti del caso Italia potranno incidere le mille rivelazioni che si attendono dalle intercettazioni caleidoscopiche del duo dell’occhio della Piramide? Vuoi vedere che ci tocca rimpiangere la mancata nomina alla cybersecurity di Marco Carrai? Se non fosse che quei due erano entrambi residenti a Londra, nella City…