A conferma degli accordi “sottobanco” tra il Pd e Forza Italia sulla legge elettorale, in attesa della “famigerata” sentenza della Consulta il prossimo 24 sull’Italicum, arrivano le parole di Luigi Zanda, capogruppo al Senato per il Partito Democratico. Dopo la commissione istituita dentro Forza Italia per lavorare sulla legge elettorale e sulle modifiche all’Italicum, ora anche il Pd ufficialmente apre all’ingresso delle forze di opposizione nell’accordo elettorale. «Per fare una nuova legge elettorale c’è la maggioranza che sostiene l’esecutivo e lavorerò perché si aggiungano forze di opposizione», a dirlo è il senatore Zanda in una intervista ad Avvenire. «La durata del Parlamento e dell’esecutivo – spiega il capogruppo dem – passano per due snodi. Il primo è il 24 gennaio, con la sentenza della Consulta sull’italicum. Il secondo snodo è il successivo lavoro per omogeneizzare le leggi elettorali di Camera e Senato come ha chiesto il presidente Mattarella. Questo lavoro può durare pochi giorni se c’è un accordo politico, molti mesi se non c’è». Prove di grande coalizione anche per il cartello elettorale? Zanda non lo esclude, «Nell’immediato futuro del Paese vedo governi retti da coalizioni di quattro, cinque e anche sei partiti… Questo è uno dei probabili esiti del referendum del 4 dicembre, un esito che a me non piace affatto ma che dobbiamo accettare e rispettare».



I movimenti sotterranei per trovare un accordo sulla legge elettorale sono altroché cominciai e il più importanti sembra avvenire ancora una volta sull’asse Arcore – Nazareno: la notizia ufficiale è che il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha nominato una commissione interna al suo partito con il compito di «approfondire il tema della legge elettorale e di svolgere le diverse fasi della trattativa parlamentare e politica sull’argomento, attuando le linee guida indicate dallo stesso presidente Berlusconi». Una commissione per un accordo a tutti gli effetti, di cui faranno parte Paolo Romani, Gregorio Fontana, Renato Brunetta, Niccolò Ghedini, Lucio Malan, Roberto Occhiuto e Andrea Orsini. La nota di Palazzo Grazioli è molto chiara anche se ovviamente non viene detto il destinatario del possibile accordo, che però risulta ovviamente essere il Pd di Renzi. «L’obiettivo di Forza Italia è una legge elettorale che garantisca la piena corrispondenza fra maggioranza degli elettori e maggioranza degli eletti, in modo da assicurare la massima rappresentatività al nuovo Parlamento, che dovrà svolgere anche una funzione costituente. Nell’attuale scenario tripolare ogni correttivo maggioritario approfondirebbe il distacco fra eletti ed elettori, e indebolirebbe la democrazia. Su questi temi Forza Italia ricercherà le più ampie convergenze possibili, sia all’interno del centro destra che con tutte le forze dello schieramento politico», sottolinea Palazzo Grazioli. Una riedizione del Patto del Nazareno?



È una sorta di attesa quella che la politica italiana sta effettuando in vista della sentenza Consulta sulla Legge Elettorale dell’Italicum: il 24 gennaio si avvicina e dopo il risultato confortante del referendum sull’articolo 18 (bocciato dalla Corte Costituzionale) le varie forze politiche di maggioranze si preparano, come del resto le opposizioni, a vedere cosa proporrà loro la Consulta per poter indirizzare poi le discussioni in Parlamento nel prossimo febbraio. L’obiettivo sono ovviamente le Elezioni Anticipate il più possibile prima della fine legislatura ma per poterlo fare ovviamente (anche perché Mattarella ha già fatto intendere che non intende “giochi” d’altro tipo) bisognerà avere una legge elettorale nuova che comprenda sia Camera che Senato. In casa Partito democratico intanto il segretario Matteo Renzi, proprio in questa fase di attesa, sta preparando il “repulisti” della sua segreteria con un rinnovamento richiesto dalla base dopo il fallimento del referendum costituzionale. Come riporta il Sole 24ore, la segreteria Pd sarà rinnovata tra lunedì e martedì della prossima settimana, in modo da avere una squadra subito al lavoro in vista della giornata di mobilitazione dei circoli il 21 gennaio e della riunione degli amministratori a Rimini il 27 e 28. «Tuttavia l’idea iniziale di un repulisti totale, con l’esclusione dalla segreteria di tutti i parlamentari presenti, è stata abbandonata dopo i colloqui delle ultime ore», l’intenzione è infatti quello di aprire il Pd ai territori ma senza perdere la leadership interna con alcuni ruoli chiave (Guerini ad esempio dovrebbe essere confermato in toto). L’arduo compito di costruire un programma elettorale che continui l’esperienza riformatrice senza più la madre delle riforme, quella costituzionale bocciata dagli italiani il 4 dicembre, spetterà a Tommaso Nannicini, incaricato da Renzi direttamente e per questo anche uscito dal governo appositamente. 



Sembrava tutto pronto e invece poi è stato prudentemente scelto di attendere dopo la data della sentenza Consulta sulla Legge elettorale: il 24 gennaio infatti si saprà su quale linea politica ed elettorale si dovrà procedere nei mesi che separano il Governo dalle elezioni politiche nazionali. L’Italicum bocciato in toto significherebbe una strada, una legge invece non cancellata dalla Corte Costituzionale porterebbe a tutti altri ragionamenti, con il Governo Gentiloni che acquisirebbe ovviamente maggior forza di contrattazione sui nuovi termini dell’Italicum o Mattarellum che sia. Nel frattempo il nuovo soggetto politico di sinistra, denominato da un’idea di Giuliano Pisapia “Campo Progressista” doveva essere varato a Roma il 22 gennaio. Dopo qualche dubbio, i vertici (ufficialmente Pisapia, qualche transfugo del Pd e di Sel, e anche la probabile presenza di Laura Boldrini) hanno deciso di attendere almeno l’uscita della sentenza della Consulta, in modo da capire in che modalità e posizione situarsi nei primissimi passi (spesso decisivi per capire dove situarsi nello scacchiere politico nostrano). Come riportano i colleghi dell’Huffington Post, «lanciare il nuovo progetto ufficialmente significava dover rispondere a domande precise: quale soggetto politico, alleanze, leader, posizionamento. Le risposte ancora troppo sfumate, e per questo lo stesso ispiratore Giuliano Pisapia ne ha rallentato la corsa». Tutto da rifare, Campo Progressista diventa “Campo attendista” e almeno per qualche settima resta in pausa: avrà fatto bene? (Niccolò Magnani)