Per l’esperto di sondaggi e ricerche Arnaldo Ferrari Nasi la vicenda del Parlamento europeo e ancor più la sua conclusione, è la prima vera grande sconfitta di Beppe Grillo: “Ha fatto qualcosa di politicamente inconcepibile, cercando di entrare nel gruppo liberale e gli hanno detto di no. Ha sbagliato e ha perso, peggio di così non poteva fare”. Adesso poi ha toccato il fondo, chiedendo scusa a Farage per poter tornare nel gruppo dell’Ukip. “Ma al momento del voto tutte queste cose potrebbero non contare nulla” spiega Nasi. “Se rimangono le condizioni che hanno portato i 5 stelle a oltre il 30% di preferenze, tale percentuale rimarrà o potrebbe anche aumentare”.
Prima Grillo lascia l’Ukip, poi la trattativa naufraga e il gruppo Alde gli dice di no, adesso vuole tornare con Farage. La vicenda europea ha gettato scompiglio nella base a 5 stelle. Pensa che questo comporterà una perdita di consenso per M5s?
Attenzione, un conto è la base del movimento, altro sono gli elettori. La base sono i militanti attivi, ma non sono loro a portare il M5s a quel 30% circa di cui gode oggi.
Però la base esprime l’umore di chi vota 5 stelle, è d’accordo?
Non credo, anzi in altri casi si è piuttosto visto il contrario. Comunque, siamo davanti a una situazione che ha lasciato tutti di stucco, a cominciare dagli osservatori esterni del movimento. La decisione di andare con i liberali è stata ad un primo impatto incomprensibile per tutti, per i grillini forse abberrante.
In che senso?
Nel senso che se le motivazioni erano: andiamo con i liberali così conteremo di più nel parlamento europeo, avremo più possibilità di candidarci a vicepresidenze, prenderemo più soldi, eccetera. Tutte cose che il grillino non concepisce e che lo fanno rabbrividire. In sostanza l’osservatore rimane sconcertato, la base può essere molto critica e l’elettorato vede incoerenza.
Quindi?
A Roma, ad esempio, se è vero che la Raggi combina poco, è anche vero che tutti le vanno contro per definizione. Come elettore grillino posso dunque giustificarla. In questo caso invece Grillo ha commesso un vero e proprio errore politico, io credo il primo così macroscopico e realmente alla portata del grande pubblico. Inoltre non ha neanche portato a casa un risultato utile con cui mitigare la batosta. Come quando un pugile ti penetra la guardia e ti dà un uno-due dritto in faccia, solo che in questo caso l’avversario era lo specchio.
Proprio per questo non crede ci sarà una perdita di consenso nei sondaggi?
Lo capiremo dai prossimi sondaggi. Ci sarà una fluttuazione a scendere, ma che non vuol dire niente.
E perché?
Perché i sondaggi pre-elettorali che vediamo sui media, venduti come previsioni elettorali, sono una truffa. Non servono a niente, anzi, sono spesso fuorvianti e distolgono da analisi più solide. Hanno la stessa valenza dei Medicine Show del vecchio West, con annessi venditori di intrugli miracolosi. Possono servire a valutare una tendenza e a farci qualche ragionamento sopra, oppure a capire come si muovono gli elettorati rispetto a certuni accadimenti, ma non oltre. Di certo non dicono quale sarà il quadro reale al momento del voto.
Sottintende che il M5s potrà mantenere la percentuale che ha oggi una volta assorbito il colpo?
Se le ragioni che hanno portato Grillo ad avere oggi quel 30 per cento circa di preferenze non saranno decadute, quella percentuale sarà uguale al momento del voto, o anche maggiore. In questo momento Grillo ha sbagliato e pagherà con la perdita di qualche punto, ma se al momento del voto non ci sarà un’opposizione ed una proposta politica alternativa credibile, ovvero non saranno cambiate le condizioni, non varierà di molto. Lo abbiamo visto alle amministrative, gli altri hanno straperso e lui ha stravinto, al di là di qualsiasi contingenza, perché questo diceva il Paese da almeno un anno.
In linea con quello che dice, pensa che si arriverà all’alleanza tra Berlusconi e Lega? Una coalizione del genere avrebbe un significativo vantaggio elettorale.
Io non vedo un vantaggio in questa alleanza.
Perché?
La storia ci dimostra che i risultati ottenuti da questa alleanza non sono stati positivi rispetto a quanto atteso. Perché doverla votare di nuovo? Inoltre il tutto sa di vecchio, stessa minestra da quasi 25 anni. Poi Berlusconi non ha più 54 anni, ma 80; Salvini non è certo Bossi, la cui intelligenza politica era indiscutibile; la Meloni, oltre a valere numericamente un quarto, non è accostabile a Fini, che in quel quadro rimane un gigante. Dov’è il vantaggio di una coalizione del genere? Oggi l’Italia è bipolare più che mai nonostante quello che dicono tutti, ci sono solo il Pd e il M5s che contano.
A proposito di Pd, assorbirà il colpo della batosta referendaria?
Penso lo abbia già fatto. Il Pd è ancora al governo, Renzi ha perso e si è dimesso seduta stante, credo sia la prima volta che succede da tempi immemorabili, ed in una settimana la crisi è stata risolta riproponendo la stessa squadra. Sono riusciti a massimizzare il risultato, direi un piccolo capolavoro.
Ma la minoranza ha ripreso fiato, o no?
Oggi Renzi è concentrato solo sul partito non ha più il doppio impegno. Non so se la minoranza possa essere contenta di questo: con un Renzi concentrato e rabbioso non ce n’è per nessuno. A meno che non si deprima come successo a Fini dopo la batosta del post-Pdl. Credo che Renzi saprà trionfare di nuovo. Per chiudere, bisogna ricordare, però, che in politica i cambiamenti sono molto veloci, mediamente sei mesi/un anno e tutto viene rimesso in discussione.
Ipotizziamo che dal centrodestra arrivi un nuovo leader.
Se fosse realmente credibile, il panorama verrebbe sconvolto rispetto a quanto si vede ora. Ma attualmente le variabili e gli attori sono in tale numero che, oltre il medio periodo, c’è solo l’incommensurabile.