Sono stati entrambi democristiani, con la differenza che uno si vanta ancora di esserlo, l’altro forse vorrebbe nasconderlo. Il primo è stato ministro nel quarto governo Berlusconi, ed è sempre informatissimo di quello che succede non solo nel palazzo, ma anche fuori, a giudicare dai consigli che manda al segretario del Pd. Renzi staccherà la spina a Gentiloni e imporrà le elezioni anticipate, ma sarà sconfitto nelle urne. Per Gianfranco Rotondi, deputato di Forza Italia, è in arrivo una novità destinata a cambiare la campagna elettorale e non solo.



Onorevole Rotondi, Renzi cosa vuole fare?

Cerca la rivincita. Ma attenzione, motus in fine velocior. Verso la fine la caduta è sempre più rovinosa. Dopo un caduta, in politica non trovi chi ti aiuta a risalire ma chi ti dà un calcio per finirti. 

Da politico a politico: qual è l’errore del segretario Pd?

Cercare una rivincita immediata. Renzi viene dalla cultura democristiana, ma non l’ha assimilata come si deve. Si faccia spiegare da Mattarella cosa facevano i leader Dc dopo i ruzzoloni. Moro e Fanfani (e anche la generazione successiva) dopo una sconfitta rientravano nel gioco, ma prima si defilavano, lasciavano trascorrere il tempo necessario a mutare le condizioni. Non si può essere sempre protagonisti, né sempre vincitori. 



Prima Renzi aveva in mano governo e partito, ora gli resta il secondo. Non è poco.

Ma lo ha scelto lui di perdere il governo. Era sufficiente che dicesse: il compito del mio governo era fare le riforme, sono state fate fatte quelle possibili in questo parlamento, il popolo giudichi e poi con le forze politiche presenti in parlamento studieremo un percorso di fine legislatura. Avrebbe chiuso la legislatura da Palazzo Chigi senza intestarsi il conto della sconfitta.

E’ stato incauto.

Assolutamente sì. Forse però la colpa è della Boschi.

Perché della Boschi?

Perché Renzi è democristiano ma fiorentino, quindi in lui c’è un po’ dell’ilarità lapiriana, un po’ del senso della battaglia tipico di Pistelli, ma il piglio fanfaniano ce l’ha messo tutto la Boschi, che è di Arezzo.



Facendogli fare la fine di Fanfani.

Sì, perché Fanfani saliva su, poi ad un certo punto ruzzolava giù… Nel ’59 per brevissimo tempo fu segretario del partito, presidente del Consiglio e ministro ad interim degli Esteri. Aveva più cariche di Renzi. Ma nel giro di pochi mesi le perse tutte e tre.

Questi paralleli storici sono la sua passione.

Li cito perché bisogna ricordare a questi ragazzi, anche se non amano le citazioni, che la storia è maestra di vita e che nessuno scrive una storia cominciando dalla sua autobiografia. 

Ansia di rivincita dunque. In che modo?

Otterrà le elezioni anticipate. Quando i segretari di partito fischiano la fine della partita, le camere si sciolgono. L’ipotesi più probabile è che a giugno si voti. 

Dunque Renzi è pronto a staccare la spina a Gentiloni? 

Se lui è pronto — e lo è — siamo pronti tutti perché i numeri li ha lui. Gli altri seguiranno, chi per disperazione e chi per affezione. 

 

Non è un calcolo sbagliato presupporre un Mattarella compiacente?

Poco importa. Mattarella non deve né compiacere né contraddire Renzi, deve prendere atto della volontà delle forze politiche presenti in parlamento, e la maggioranza politica ce l’ha Renzi. E quindi è scontato che di fronte all’impossibilità di fare un governo senza il segretario del Pd, Mattarella scioglierà le camere. 

 

Allora il percorso verso le urne è già avviato.

Certo. Questo non significa che a vista ci sia la rivincita di Renzi. Può accadere di tutto, anche una crisi di sistema.

 

Che cosa intende dire?

Non sottovaluterei il balletto che è in corso intorno all’elenco delle sofferenze del Monte Paschi. Secondo me in quell’elenco c’è il germe di una rivoluzione civile, non so dire nemmeno se pacifica.

 

Nomi eccellenti?

Sì, ma quello che mi preoccupa di più non sono i nomi bensì la reazione popolare. Direi così: escludo che si possa fare una campagna elettorale serena un attimo dopo che le agenzie avranno diffuso alcuni di quei nomi. E lo dico facendo parte di un’area politica che non ha niente da temere, e sottolineo niente, dalla pubblicazione di quella lista.

 

Ci dica qualcosa.

Posso dire che secondo me la pubblicazione di quell’elenco è la cremazione della sinistra italiana. Dopo la pubblicazione di quei nomi non è che Renzi perderà le elezioni. Di più: per vent’anni non si potrà più parlare in Italia della sinistra che conosciamo, perché sarà per sempre associata a questo fattore. Come giornalista e come osservatore politico, non mi auguro che alla sinistra accada questo. 

 

Non se lo augura nemmeno da avversario politico?

No, perché stiamo vedendo dove va un’Europa senza sinistra, cosa sta accadendo nei paesi in cui la sinistra non c’è più. E la sinistra serve anche all’Italia. Ce ne siamo accorti dopo di quanto serviva la Democrazia cristiana. 

 

Ma Renzi è di sinistra?

Renzi si trova davanti a uno scenario a cui non si era preparato ed è incapace di elaborarlo. Credendo di portare il paese al voto e se stesso alla rivincita, sta collaborando solo ad accelerare la procedura di liquidazione della sinistra italiana.

 

Berlusconi si sta muovendo con prudenza. Era per il No al referendum, ma non lo ha cavalcato. Oggi è per il proporzionale.

E’ l’unico statista rimasto sulla piazza. Per statista intendo uno che ha saputo governare questo paese e che oggi suscita nel mondo uno stato d’animo diverso da quello che inculcavano i corrispondenti esteri in Italia foraggiati da chi riempiva loro le tasche.

 

Si stava meglio quando c’era Berlusconi?

Gli indicatori dicono che il 2011 non era l’anno di un paese felice, ma che il 2016 lo è stato molto meno e il 2017 sarà molto peggio. 

 

Però lo spazio politico di Berlusconi sembra compromesso da un centrodestra ormai in frantumi.

Berlusconi come tutti gli uomini ha una mano destra e una mano sinistra. All’occorrenza può usare l’una o può usare l’altra. 

 

Chiaro: farà un governo insieme a Renzi.

Io penso che Renzi non possa essere aiutato da nessuno, perché rifiuta l’aiuto di tutti. Lo ha fatto sin qui e temo che sia ormai un percorso scritto. 

 

Come andrà a finire?

Andremo al voto anticipato e chi lo ha voluto, secondo le regole scritte nella storia della repubblica, ne pagherà il prezzo. 

 

Gentiloni cosa può fare?

Ormai non può fare più nulla.

 

(Federico Ferraù)