Il giorno dopo le parole di Matteo Renzi a Repubblica anche sul fronte della Legge Elettorale, arriva la replica sulle stesse pagine di Pier Luigi Bersani, leader della minoranza Pd che ovviamente non condivide il messaggio dell’ex premier né sull’analisi della sconfitta del referendum e né sull’ipotesi di continuare a persistere in un sistema elettorale con i ballottaggi. Il segretario aveva detto ieri come si punta tutto ancora sul ballottaggio al secondo turno, altrimenti si va col Mattarellum: ecco, Bersani arriva a “strigliare” il giovane leader dem sempre su Repubblica. «Non capisco la passione di Renzi per il ballottaggio. Ragioniamo su un sistema elettorale con due pilastri: un incentivo ragionevole alla governabilità e la possibilità del cittadino di scegliere e i parlamentari. E non sottovalutiamo le virtù del Mattarellum nel compattare i soggetti politici». Secondo Bersani non bisogna puntare ad una vocazione maggioritaria senza un campo di idee condiviso, e la sfida a Renzi è dunque servita, un’altra volta, preparando le armi per i prossimi mesi pre-elezioni e pre-congresso Pd.



Matteo Renzi dalle pagine di Repubblica, Silvio Berlusconi da quelle del Corriere della Sera: la legge elettorale viene presentata dai due leader politici in modalità diverse, su testate diverse e con una distanza sostanziale. Il che però non significa che dopo la sentenza della Consulta sull’Italicum improvvisamente i due non possano cambiare idea e convergere per scopi differenti ma con il medesimo intendo, escludere il Movimento 5 Stelle da una vittoria quasi certa. L’ex premier ha dialogato a lungo sulle pagine di Repubblica, con un passaggio interessante tenuto proprio sulle sue previsioni e calcoli dietro alla futura legge elettorale che dovrà portare l’Italia alle Elezioni nel giro di qualche mese. «Il ballottaggio è il modo migliore per evitare inciuci, governissimi, larghe intese tra noi e Forza Italia che non servono al Paese e aprono un’autostrada ai grillini”. “Ballottaggio – ribadisce – o se no Mattarellum. Se poi dalla Corte verrà fuori un sistema diverso ci confronteremo con gli altri. Col maggioritario il PD è il fulcro di un sistema simile alla democrazia americana. Con il proporzionale torniamo a un sistema più simile alla democrazia cristiana». La convergenza con Berlusconi non viene affrontata direttamente, ma ci ha pensato ieri pomeriggio a In mezz’ora il ministro Alfano a fugare ogni dubbio: «alleanza con Forza Italia? Evitarla se possibile, farla se necessario».



Se Matteo Renzi punta dritto al maggioritario come legge elettorale, Silvio Berliuconi sterza su proporzionale: le posizioni sono queste anche se tutto potrebbe cambiare con la sentenza della Consulta del 24 gennaio sull’Italicum: lì si potrà capire se ci sono margini di accordo, forse l’unico possibile in Parlamento al momento per convergere su una ipotesi comune (Mattarellaum, candidato assai forte) e sbalzare così il Movimento 5 Stelle. Intanto però l’ex Cav dalle pagine del Corriere tuona sulla sua presenza alle elezioni e sui motivi del “suo” proporzionale: «Sì alle urne il prima possibile, un buon sistema di voto però richiede tempi non brevissimi; Mi auguro che i giudici di Strasburgo abbiano la sensibilità di tenere conto nella tempistica della valutazione di una vicenda giudiziaria che attende già da troppo tempo” che “è in gioco la democrazia di un grande Paese europeo”, “sono ottimista di natura – aggiunge -, e nonostante tutto credo nella giustizia. Quindi ritengo piuttosto probabile e assolutamente auspicabile” la mia candidatura “nell’interesse della democrazia e dell’Italia». Poi l’affondo diretto sulla legge elettorale, «E’ necessario chiarire che quando chiedo il sistema proporzionale non lo chiedo affatto per fare le larghe intese. Io voglio vincere le prossime elezioni con il centrodestra, che mi auguro unito su un progetto liberale e riformatore. Dico però che l’Italia è troppo fragile per permettersi governi espressione di una minoranza di elettori, e nei quali il resto del Paese non si riconosce». Nazareno 2.0, siamo così sicuri di esserne molto lontanI? (Niccolò Magnani)

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