La legge elettorale in Italia tiene ancora banco e fino al prossimo 24 gennaio, quando la Corte Costituzionale si pronuncerà in una sentenza pro o contro l’Italicum, ben pochi accordi politici in Parlamento si potranno trovare. Tutti in attesa della Consulta con il parere del coordinatore dei 22 ricorsi contro l’Italicum che oggi ha voluto esprimere il suo commento riguardo l’attuale legge elettorale pre-Consulta: «la questione dell’autorimessione, ovvero la facoltà della Corte di prendere ulteriore tempo per una decisione finale, è centrale”. “Se la decisione della Consulta andasse in questa direzione il 24 gennaio – spiega – vorrebbe dire che oltre al tempo per discutere dei profili di incostituzionalità sollevati dai 5 ricorsi ammessi, la Corte avrebbe bisogno di altro tempo per esaminare la questione di incostituzionalità dell’intera legge per essere stata approvata con un determinante voto di fiducia su 3 articoli alla Camera dei Deputati», spiega Felice Besostri, avvocato in 4 dei 5 ricorsi che hanno rinviato alla Corte la decisione sulla legge elettorale. All’Ansa l’avvocato ricorrente specifica come anche l’aspetto della possibile lunghezza nella decisione “non sia criticabile, serve ad evitare un pericoloso precedente a cui una maggioranza occasionale potrebbe ricorrere in futuro».
Giuliano Pisapia e la legge elettorale: nel presentare le prime idee del suo movimento Campo Progressista che potrebbe portare sviluppi interessanti nel campo del Centro Sinistra per i prossimi mesi (presenti all’evento di Lecce anche Decaro e il Governatore Emiliano) l’ex sindaco di Milano ha affrontato il tema dell’Italicum a ridosso della decisione della Consulta sulla costituzionalità o meno dell’attuale legge elettorale. «Finché non ci sarà una legge elettorale sarà impossibile andare al voto. La Corte Costituzionale è stata chiarissima quando ha dichiarato incostituzionale il Porcellum. Una legge elettorale – ha aggiunto Pisapia – deve dare la possibilità ai cittadini di scegliere il proprio rappresentante e al contempo garantire governabilità. Fin quando non ci sarà una riforma dell’attuale legge elettorale che andrà in questa direzione, non si potrà parlare di elezioni», ha annunciato il leader di Campo Progressista nel primo incontro in Puglia.
Mentre si attende ancora la decisione della Consulta sulla Legge Elettorale Italicum . la sentenza prevista per il 24 gennaio prossimo presso la Corte Costituzionale – le acque delle schermaglie politiche si agitano ancora di più, specie dopo il tira e molla dell’accordo presunto tra Berlusconi e Renzi. Il primo vuole il proporzionale, il secondo un maggioritario o alla peggio una legge elettorale spuria come il Mattarellum: ma la probabilità dell’accordo potrebbero salire d’improvviso se dalla Consulta uscisse un Italicum ancora in grado di portare il Movimento 5 Stelle alla momentanea facile vittoria al secondo turno. I grillini temono questo e da più parti provano a “denunciare” i tentativi di inciuci sul nuovo sistema elettorale da proporre nei prossimi mesi prima di andare al voto. «Renzi e Berlusconi si sono sempre alleati per le riforme poi hanno cambiato pareri per scopi personali, ora si sono riuniti per contrastare il M5S perché, chi da un partito chi da un altro, fanno parte della stessa classe politica», riporta Vittorio Ferraresi, deputato M5s in Commissione Giustizia. Secondo la tesi del Movimento, «il loro obiettivo è fare una legge contro il M5S perché è in alto nei sondaggi e fa paura. Noi siamo pieni di proposte, il problema è che se vengono dal M5S non vengono analizzate e quelle che fanno il bene del Paese vengono sempre dopo quelle che fanno gli interessi delle banche e dei partiti politici». La proposta è un proporzionale con alcuni correttivi, o comunque un Italicum con l’aggiunta del Senato, il che porterebbe la sfida assai svantaggiosa per Pd e centrodestra: la spunteranno i seguaci di Beppe Grillo?
Matteo Salvini non ci sta a vedere l’accordo tra Renzi e Berlusconi per la legge elettorale come per altri futuri snodi politici: ieri ha tuonato in una intervista alla Stampa per ribadire come il Cavaliere non possa parlare da leader del centrodestra in pectore, ma solo come presidente di Forza Italia. «Se Berlusconi preferisce Renzi e Merkel, è meglio soli che male accompagnati; il dialogo con Forza Italia dipende da programmi: servono patti chiari e amicizia lunga. Berlusconi dica se vuole perdere tempo o andare subito a elezioni». Salvini rilancia ancora sulla proposta della Lega immediatamente dopo il referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre, sempre sull’ottica della legge elettorale che evidentemente sarebbe dovuta cambiare con la riconferma del Senato così come stabilito in Costituzione dal 1946. «noi avevamo proposto che le Camere lavorassero fra Natale e Capodanno per scriverla, senza aspettare il 24 e la Corte Costituzionale. Il referendum c’è stato il 4 dicembre, quindi si è già perso un mese e mezzo. Mi auguro che la Consulta faccia il suo lavoro senza pressioni, inciuci e rinvii e consegni al Paese una legge elettorale».