Vittoria per Virginia Raggi e per il Movimento 5 Stelle: il tribunale civile di Roma ha rigettato pochi istanti fa il ricorso fatto da Monica Cirinnà (Pd) sul contratto sottoscritto dal sindaco di Roma, prima delle elezioni, con la Casaleggio Associati. I giudici hanno stabilito che non solo Virginia Raggi era eleggibile ma che il contratto è valido e non dovrà essere sottoposto ad indagini ulteriori. Raggi rinsalda così la sua poltrona, messa a rischio questa volta dal contratto M5s denunciato dalle opposizioni: Il tribunale – si legge nella sentenza – “rigetta la domanda diretta ad ottenere la dichiarazione di ineleggibilità di Virginia Raggi; dichiara l’inammissibilità della domanda di nullità del Codice di comportamento per i candidati ed eletti del Movimento 5 Stelle alle elezioni amministrative di Roma 2016 nelle liste del Movimento 5 stelle”. I giudici hanno anche condannato i ricorrenti al pagamento delle spese processuali.



Virginia Raggi resta al suo posto, dichiarata eleggibile a sindaco di Roma nonostante il contratto sottoscritto con la Casaleggio Associati, come tutti i primi cittadini eletti del Movimento 5 Stelle: la decisione del tribunale è definitiva, sia nella nella parte in cui si chiedeva la nullità del contratto sia sulla conseguente questione riguardante l’ineleggibilità della sindaca. I problemi in campo riguardavano sia il passaggio in cui la Raggi deve presentare le decisioni della Giunta al Movimento 5 Stelle che gli eventuali inadempienze al codice etico del M5s. Le ragioni del rigetto sono molteplici: «in primis il tribunale ha rilevato che la sottoscrizione del contratto non rientra tra i casi di ineleggibilità previsti dalla legge, esattamente come avevamo prospettato nella nostra memoria difensiva e come avevano detto anche il difensore della Raggi, Ervin Rupnik, e di Davide Casaleggio, Pier Paolo Polese», dice l’avvocato del Movimento 5 Stelle, Paolo Morricone, raccolto dal Fatto Quotidiano.  Per quanto riguarda la nullità del contratto invece, «il Tribunale dice che tale domanda non rientra in questo particolare tipo di azione e inoltre non è titolare il ricorrente di un interesse ad agire. Proprio come avevano prospettato le difese della Raggi, del Movimento e di Roma Capitale», conclude il legale difensore del sindaco Raggi.

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