Secondo Silvio Berlusconi non ci saranno elezioni anticipate: la legge elettorale che dovrà uscire dopo la sentenza della Consulta – che già in molti ritengono come la vera decisione sull’Italicum arriverà solo il 10 febbraio, mentre la riunione di consiglio partirà il 24 gennaio – non richiederà tempi brevi e il voto verrà ritardato e di tanto. Secondo il Giornale, davanti al Comitato di Presidenza di Forza Italia convocato ieri sera a Palazzo Grazioli, il leader azzurro ha espresso il suo giudizio secco su Renzi e sulla sua legge elettorale: «Silvio Berlusconi avrebbe sottolineato che non ci sarebbero i tempi tecnici per le elezioni anticipate, visto che bisognerà attendere le correzioni da fare alla legge elettorale dopo la sentenza della Consulta. Il 24 gennaio la Corte costituzionale terrà l’udienza sull’Italicum e il 10 febbraio è atteso il suo verdetto. Difficile, quindi, votare prima di novembre. Le parole del leader azzurro, di fatto, frenano l’accelerazione di Matteo Renzi, che punterebbe al voto in primavera», riporta la fonte de Il Giornale.
È tornato il Senatur: in attesa della sentenza della Consulta sulla legge elettorale, la politica prova ad interrogarsi sul futuro tra Italicum, Mattarellum e soprattutto un qualche sistema che possa mettere d’accordo più forze politiche possibili in vista delle prossime e urgenti elezioni (viste anche le emergenze economiche e del terremoto che impongono un governo solido e con pieni poteri di governabilità). In questa ottica è tornato alle cronache il fondatore della Lega Nord, Umberto Bossi, che in una intervista a Libero striglia senza mezzi termini sia il “suo” segretario Matteo Salvini che l’amico e alleato storico Silvio Berlusconi. «Il punto di partenza è che c’è uno scontro in atto tra Berlusconi e Salvini per la leadership del centrodestra. E qui il ragionamento di Silvio non fa una grinza: lui sa che Salvini sta facendo di tutto per candidarsi premier, quindi spinge per il proporzionale, che è la tomba delle aspirazioni del segretario leghista», risponde Bossi davanti al collega di Libero. Resta però un grosso problema il ragionamento che interno al centroestra viene fatto dai due protagonisti principali: «Per far funzionare le alleanze bisogna ragionare in termini d’ interesse generale, qualcuno deve cedere. Berlusconi e Salvini invece ragionano ognuno per sé e questo porta all’impasse. Le primarie potrebbero essere il giusto strumento da utilizzare per rompere lo stallo andatosi a creare. L’accordo con Silvio alla Lega conviene anche a costo di un passo indietro di Matteo: lo schema vincente per il centrodestra sarebbe un’ alleanza con il maggioritario». Secondo Umberto Bossi la legge elettorale da attuare sarebbe quella che «uscirà dal verdetto della Corte Costituzionale il 24 gennaio», una sorta di Italicum corretto che però al momento non sembra essere una forte ipotesi per la maggioranza di Governo.
Spesso la prevenzione non è un elemento particolarmente utilizzato in politica: eppure per la Legge Elettorale e la sentenza della Consulta sull’Italicum che molto deciderà dell’immediato futuro di Governo, Elezioni e impianto costituzionale delle prossime legislature, pare sia stato utilizzato per una volta il criterio della prevenzione. Le scelte a cui sono chiamati i giudici della Corte Costituzionale sono importanti, decisivi – tanto che in molti hanno lamentato un eccessivo uso del tempo dopo il referendum costituzionale che ha visto fallire l’impianto di riforme del governo Renzi. Il Presidente della Corte costituzionale ha disposto, sentiti i relatori, il rinvio a nuovo ruolo delle altre cause per le quali era prevista la discussione nelle udienze pubbliche del 24 e del 25 gennaio 2017: la Consulta intende così dedicare pieno spazio alla discussione sulla Legge Elettorale, chiamata in cause dai vari ricorsi presentati contro l’Italicum nei giorni scorsi. Questa scelta del Presidente della Corte svela però anche un possibile sviluppo parallelo: ci vorrà molto più tempo del previsto e non è detto che la sentenza possa arrivare il primo giorno di riunione, bensì sono ammessi slittamenti che potrebbero complicare i piani della politica.