In un periodo di forte attesa per la nuova legge elettorale, i sondaggi politici stanno indagando anche al di là dei normali confini della politica e delle elezioni dei prossimi mesi: nel caso del sondaggio di Ipsos, si è cercato di rilevare le intenzioni di voto riguardo il complesso argomento della crisi banche in Italia. Da Mps e Unicredit fino alle popolari che nei mesi scorsi hanno avuto diverse controversie, ricadute spesso sui correntisti e i semplici clienti; secondo quanto riportato dalle intenzioni di voto degli italiani intervistati, la colpa del fallimento delle banche a causa dei crediti non restituiti dai loro clienti è da imputare per il 76% alle banche stesse, che hanno fatto prestiti con leggerezza o per interesse politico. Mentre il 14% ritiene che i clienti siano non abbiano restituito i prestiti a queste banche; un tema complesso che potrebbe però pesare alle prossime elezioni, visto he il governo Renzi prima e Gentiloni poi sembrano per una volta esenti da critiche da parte degli italiani nei sondaggi politici.
I sondaggi politici prodotti da Tecnè mostrano un dato interessante, qualora la nuova legge elettorale venga varata verso un sistema proporzionale puro, ovvero con sbarramento al 4%: con le ultime intenzioni di voto rilevate, alla Camera il Pd prenderebbe 207 seggi, mentre il Movimento 5 Stelle 198. Forza Italia 92, Lega Nord 83 e Fratelli d’Italia 32, mentre gli altri partiti sarebbero spazzati via dallo sbarramento al 4% (Ncd e Sinistra Italiana su tutti). La situazione al Senato invece vedrebbe il Pd vincere con 103 seggi, M5s a 97, Forza Italia a 46 e Lega Nord 41, stante le intenzioni di voto espresse dai sondaggi di Tecnè: 30,5% Pd, grillini al 28,5%, mentre Forza Italia al 13,4% e Lega Nord al 12,1 non riuscirebbero a fare meglio del 25% insieme. Una situazione di paralisi in Parlamento che non vedrebbe grande margine di vantaggio per una sicura legislatura con un esecutivo forte: che sia una segnale per i prossimi accordi sulla legge elettorale?
Gli ultimi sondaggi elettorali e politici hanno rilevato anche il giudizio degli elettori del Movimento 5 Stelle sulle scelte di Beppe Grillo in Europa. Nel Parlamento Europeo Grillo ha deciso di lasciare il movimento antieuropeista di Farage e unirsi a quello europeista dell’Alde: la decisione, approvata dagli elettori in un sondaggio online, è poi naufragata per il rifiuto dell’Alde. Agli elettori del M5s SWG s.p.a., nei sondaggi realizzati dal 9 all’11 gennaio scorso, ha chiesto se questa è stata una scelta molto-abbastanza o poco-per niente giusta. E gli elettori del Movimento 5 Stelle hanno risposto in maggioranza, il 51%, che si è trattato di una scelta molto + abbastanza giusta, mentre la minoranza, il 31% l’ha definita poco + per niente giusta. Il restante 18% non ha saputo dare una risposta. Alla domanda poi sul motivo per il quale Beppe Grillo avrebbe deciso di cambiare gruppo al Parlamento Europeo, gli elettori del M5s si sono divisi. Dai risultati di questi sondaggi elettorali e politici è emerso che per il 36% ill M5s vuole contare di più nel Parlamento Europeo mentre secondo il 33% degli elettori il motivo è che il Movimento 5 Stelle sta diventando sempre più moderato e forza di governo. Il 18% ha indicato altri motivi e il 13% ha riposto di non sapere la motivazione di questa scelta.