Gli ultimi sondaggi elettorali e politici non rilevano solo le intenzioni di voto degli italiani con le preferenze nei confronti dei vari partiti nel caso si andasse alle urne oggi. La rilevazione condotta da Euromedia Research per EuroWeek News lo scorso 13 gennaio ha infatti sondato l’opinione degli elettori nei confronti del nuovo governo Renzi. Dallo scorso dicembre si è infatti insediato il nuovo Esecutivo guidato da Paolo Gentiloni, dopo che il premier Renzi si è dimesso in seguito al voto negativo espresso dagli italiani al referendum costituzionale. Al campione di elettori questi sondaggi elettorali e politici hanno chiesto di indicare se, in questo primo mese di attività, il Governo Gentiloni rispetto al Governo Renzi, ha mostrato continuità o discontinuità. Per la maggioranza, il 66.7%, ha mostrato continuità mentre per la minoranza, il 12.4% ha mostrato discontinuità. Il 20.9% non ha però risposto alla domanda. Agli italiani, in questi sondaggi elettorali e politici, è stato anche chiesto di scommettere sulla durata dell’Esecutivo. Su questo gli elettori sono invece sembrati più divisi. Per il 32.5% il governo arriverà a fine legislatura, ossia nel 2018, per il 28.8% vedrà la fine già nel 2017 in primavera, per il 24.6% vedrà la fine già nel 2017 in autunno. Solo il 14.1% non ha saputo rispondere alla domanda.
Le ultime intenzioni di voto espresse nei sondaggi elettorali e politici del 18 gennaio scorso proiettano tre situazioni ben differenti: Pd, M5s e Centrodestra, tre momenti diversi e un’unica battaglia per provare a salire nel consenso, nell’attesa di capire quale legge elettorale normerà le prossime Elezioni politiche. Stando ai sondaggi del servizio Tecnè, il Pd resta in testa con fatica ma sempre davanti ai rivali con il 30,1% al primo turno ipotetico delle prossime elezioni. Dietro ai renziani, che devono ovviamente risolvere i problemi interni con il nuovo Congresso, si muove il Movimento 5 stelle dato in salita dal sondaggio Tecnè, con il 29,8%, un “filo” di vantaggio sul listone unito del centrodestra che presentato singolarmente beccherebbe il 12,9% con Forza Italia, il 12,5% la Lega Nord e il 4,7% con Fratelli d’Italia. Ma se fossero insieme il risultato di Pd e M5s verrebbe del tutto raggiunto, regalando alla sfida elettorale quella suspense che solo una legge elettorale rinnovata potrà confermare o “destrutturare” del tutto.
In uno degli ultimi sondaggi politici ed elettorali prodotti dall’istituto Tecnè lo scorso 11 gennaio 2017 si è cercato di approfondire la domanda chiave anche delle varie segreterie dei partiti coinvolti nello scacchiere istituzionale: quando è meglio andare al voto e soprattutto quando si riuscirà a trovare un accordo per l’appuntamento delle elezioni con una approvata legge elettorale rinnovata? Secondo i dati del sondaggio prodotto da Tecnè si scopre che per la maggioranza degli italiani, circa il 60%, la ricetta migliore è quella di andare a votare prima dell’estate con una nuova legge elettorale, bocciando dunque l’attuale Italicum anche dopo eventuale correzione della Consulta (il prossimo 24 gennaio si attende la sentenza della Corte). Il 19,6% vede invece un voto subito con elezioni anticipare da tenersi tramite legge elettorale che uscirà dalla Consulta; da ultimo, solo il 14,9% vuole arrivare a fine legislatura (ovvero Primavera 2018).