Forse è passata inosservata la dichiarazione di oggi sulla Legge Elettorale fatta dal presidente del Senato, Pietro Grasso a riguardo della sentenza sull’Italicum della Consulta, in attesa domani pomeriggio. Le parole del presidente del Senato sembrano allontanare definitivamente l’ipotesi delle elezioni anticipate: «Domani sarà senz’altro un momento importante, decisivo, una svolta, ma dovremmo attendere anche le motivazioni della sentenza della Consulta per poter cercare di creare delle leggi sempre più omogenee così come ha richiesto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella». Nell’intervista a RaiNews 24, Grasso ha voluto dare una sua lettura autorevole vista la sua posizione su come dovrebbero impostarsi i lavori e gli accordi nelle prossime settimane post-sentenza della Corte. Se infatti si dovesse attendere le motivazioni della Consulta, potrebbero volerci da un minimo di 40 ad un massimo di qualche mese per ottenerle; a quel punto partirebbero gli accordi iniziali per riformare la legge elettorale ma si arriverebbe probabilmente ad una decisione più comoda, ovvero elezioni a fine naturale delle legislatura.



Ci siamo, inizia la settimana decisiva per la Legge Elettorale è scattata: domani la Cnsulta si riunirà per decidere la sentenza sull’Italicum, la legge elettorale italiana del 2015 che prevede un sistema proporzionale a doppio turno a correzione maggioritaria, premio di maggioranza, soglia di sbarramento e cento collegi plurinominali con capilista “bloccati” e al vaglio della Suprema Corte. Tutti i partiti attendono la decisione anche perché lo stesso Governo Gentiloni ha di fatto atteso fino ad ora per trovare un vero accordo per l’impianto della nuova legge elettorale: chi sembra aver chiaro cosa poter fare dopo il 24 gennaio, a prescindere dalle decisioni della Consulta, è il leader della Lega Nord Matteo Salvini. Ieri, in un’improvvisata apparizione davanti al palazzo della Corte Costituzionale, il segretario del Carroccio ha manifestato l’intenzione di andare direttamente al voto. «Anche alla luce del dramma che viviamo – ha detto – c’è bisogno di una politica che faccia veloce e di un Parlamento e governo credibili e legittimati: la consulta metta a disposizione degli italiani una legge elettorale, noi siamo pronti ad andare a elezioni entro primavera. Sceglieranno gli italiani quale governo votare, l’importante è che gli italiani abbiano in mano la scheda elettorale. Poi chi vince vince io sono pronto a sfidare sia Renzi che Grillo. Io sono stato anche in questi giorni in giro e del dibattito sul proporzionale e maggioritario non interessa niente a nessuno». Insomma, il motto di Salvini “Ci dia presto una legge” in attesa della decisione della Corte: siamo sicuri che sono davvero tutti d’accordo con l’idea del voto subito?



Domani la decisione e la sentenza della Consulta sulla legge elettorale Italicum – anche se molti analisti sostengono come i giudici potrebbero prendersi anche qualche giorno in più per la decisione – che porterà poi le varie forze politiche a fare i conti con l’accordo sul miglior sistema elettorale da impostare per poter indire nuove elezioni nel più breve tempo possibile. Gli unici a non essere disposti a concedere nulla dalla loro proposta è ovviamente il Movimento Cinque Stelle, come ribadito ieri sul blog di Beppe Grilo: «Per il M5S c’è una sola legge elettorale, il “Legalicum». Lo scrive su Twitter il deputato Toninelli, responsabile per le riforme del movimento, «Ogni altra ipotesi che vada solo a prolungare l’agonia del Parlamento è pettegolezzo» ha poi aggiunto uno dei membri più importanti del M5s in Parlamento. Di contro, sembra spegnersi anche il possibile accordo Renzi-Berlusconi sulla legge stessa, come evidenziato ieri a Sky Tg24 da Renato Brunetta, Capogruppo di Forza Italia: «Patto del Nazareno? Non esiste. La prossima legge elettorale deve avere una forte base proporzionale; Renzi insiste con il Mattarellum, faccia. È isolato e resterà isolato. Vedremo la sentenza della Corte Costituzionale, ma che sia il Parlamento a costruire la legge elettorale, sulla base della sentenza della Corte ma con dignità democratica: pensare di farsi fare le leggi dalla Corte è offensivo per la Corte, che non ha questo compito. Le leggi elettorali fatte contro qualcuno portano male, finiscono per danneggiare chi le fa. Renzi non faccia il furbo, faccia una legge elettorale che rappresenta il popolo e abbia la forza per governare». Tutti in disaccordo, almeno a parole: verranno ripetute anche dopo le decisioni della Consulta? (Niccolò Magnani)

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