La giornata è quasi passato ma la promessa di una nuova segreteria del Pd il giorno dopo l’annuncio sul blog personale appena aperto ancora non è arrivata: non sono esclusi colpi di scena prima della fine di questa giornata, anche perché l’attesa specie all’interno del Partito Democratico è forte per vedere verso dove punterà Renzi e la sua segreteria in questi mesi cruciali nel preparare le prossime Elezioni. Secondo quanto riferito dall’Unità, storicamente l’organo di stampa più vicino al Pd, «La nuova segreteria, che verrà annunciata prossimamente, dovrebbe essere politicamente più rappresentativa e politicamente più forte di quella precedente, che era più un super-staff di lavoro: i nuovo ingressi di esponenti politici come Richetti, Fassino, Martina, Nannincini (secondo quello che scrivono alcuni giornali) lo dimostrerebbe». Ora non resta che capire quando e come verrà comunicata la nuova lista di nomi: un posto per la minoranza, anzi le minoranze del Partito Democratico, ci sarà?
Enrico Rossi all’attacco di Renzi? La campagna verso il Congresso è ben chiara, con il Pd che a breve vedrà una nuova segreteria convocata dal leader Matteo Renzi, dopo giorni di discussioni e nomi con i membri forti del suo partito – tra tutti Lorenzo Guerini e Tommaso Nannicini – per poter formare una nuova squadra. Secondo il Governatore della Toscana però oggi intervenuto al Forum di Repubblica.tv, gli errori di Renzi e della ormai vecchia segreteria dem non dovranno essere ripetuti nei prossimi mesi. «Penso sia un errore andare a votare subito: rischiamo di trovarci, nella richiesta di elezioni, dietro a Grillo e a Salvini. Non è una buona compagnia. Il Paese ha alcuni problemi che deve affrontare, abbiamo da lavorare. La sfida di Renzi è quella di consegnare una legge elettorale stabile per avere dietro un partito unito. Deve durare se fa le cose che all’inizio diceva, dall’intervento sui voucher alla disoccupazione giovanile, dal terremoto alla gestione dei rapporti internazionali. Il Pd ha bisogno di un congresso e di sostenere il governo Gentiloni», ha tuonato Enrico Rossi contro la direzione del proprio partito, per il quale si candida a futuro segretariato, il primo vero rivale (in ordine di tempo) per Matteo Renzi. Secondo il governatore infatti il Partito Democratico ha perso negli ultimi anni nelle periferie, nei territori, «per questo serve un Congresso, Renzi ora deve lasciare la sua posizione di comando».
Nel giorno in cui dovrebbe essere resa nota la nuova segreteria del Partito Democratico, Renzi osserva le varie dinamiche immediatamente post sentenza Consulta e prova a rilanciare la politica del suo partito verso nuovi accordi elettorali e soprattutto verso il Congresso che stabilità chi sarà candidato e molto probabilmente il candidato pd per le Elezioni Politiche. Intanto però in una intervista a Repubblica il Governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, mette qualche monito all’intero partito e al suo segretario per le prossime mosse. «Prima del congresso o di elezioni anticipate, una conferenza delle idee per l’Italia», che nasconde però il vero messaggio lanciato alla Segreteria dem, rilanciato qualche riga più sotto dallo stesso Governatore del Lazio. «L’obiettivo è concludere il mandato in Regione (2018). Ma sicuramente voglio contribuire di più al dibattito nazionale per condividere un’esperienza politica che ha risollevato le sorti del Lazio, la seconda regione italiana per prodotto interno lordo».
Matteo Renzi nel giro di qualche or dovrebbe decidere i nuovi nomi della Segreteria Pd, dopo l’annuncio fatto ieri nel suo primo post del nuovo blog: il nuovo anno è cominciato, la sentenza sull’Italicum è arrivata e non è stata un’ottima notizia per il buon segretario (bocciato il tanto sperato ballottaggio) e soprattutto il governo è cambiato dopo il fallimento della riforma costituzionale nel referendum. «Nuova segreteria nelle prossime ore, ringrazio tutti i componenti della segreteria uscente per il grande lavoro svolto, prometto fin da subito un lavoro per la riorganizzazione del partito», così l’ex premier ha voluto dare un segnale forte al Partito Democratico, sempre più diviso al suo interno ma anche bisognoso di traghettare il governo fino a nuove elezioni e soprattutto al nuovo Congresso che stabilità chi avrà potere nei prossimi anni, se ancora l’ala renziana o qualche candidato rivale (al momento, Speranza, Rossi ed Emiliano gli ufficiali in corsa). Matteo Renzi riparte dal suo blog. “Il futuro, prima o poi, torna”, è lo scritto con cui spiega di rimettersi in cammino con un blog “non pensato per i reduci” ma per “camminare verso il futuro” aprendo a discussioni su Ue ma anche sul centrosinistra. Ma allora chi se ne va e chi arriva a Largo del Nazareno?
La lista dei nuovi nomi della Segreteria del Pd non si sa di preciso quando verrà presentata da Matteo Renzi ai diretti interessati, ma di sicuro qualcosa cambierà dopo l’annuncio fatto sul nuovo blog del segretario. Nei giorni scorsi riunioni super segrete a Roma tra Renzi, Guerini, Serracchiani, Rosato, Bonifazi e Fiano, con questi ultimi tre estremi candidati ad entrare nella segretaria dem a breve. Il presidente Matteo Orfini non dovrebbe rischiare al momento, anche se di certo su di lui pesano i fallimenti della gestione romana del Pd, non solo da Marino ma anche nelle ultime elezioni. Marcucci dal Senato e Rosato alla Camera potrebbero entrare per rappresentare al meglio anche le forze in Parlamento, mentre rischiano Carbone, Rotta e Puglisi che non sembrano avere convinto il segretario in questi anni di governo del partito. Secondo l’Unità, «quelli di Filippo Taddei e di Emanuele Fiano i nomi più accreditati per una riconferma. Piero Fassino rimane in pole position per la politica estera, mentre i sindaci Falcomatà (Reggio Calabria), Buonajuto (Ercolano) e Palazzi (Mantova) potrebbero rappresentare i territori.Due figure chiave saranno quelle affidate all’ex sottosegretario Tommaso Nannicini, che dovrà coordinare i lavori per la stesura del programma, e a Maurizio Martina. Il compito del ministro, però, dovrà ancora essere definito nel dettaglio, per renderlo compatibile con gli impegni di governo». Il rebus resta sulla minoranza: troverà spazio almeno un candidato tra i reietti anti-Renzi per dare più equilibrio al Pd? Se così fosse il nome più accreditato potrebbe essere il più “moderato”, ovvero l’ex presidente Gianni Cuperlo. (Niccolò Magnani)